---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: comitatovaldisieve@??? <comitatovaldisieve@???>
Date: 08 luglio 2011 00:47
Oggetto: [coordATOcentro.95] I: Fwd: Risposta dal Presidente della regione
A: coordinamento-ato-centro@???
Gentile signora Sabrina Maita
la ringrazio per avermi scritto e con questa mia rispondo a lei a agli altri
cittadini che mi hanno inviato la sua stessa lettera.
La vostra richiesta si basa sulla cosiddetta opzione “rifiuti zero”,
un'espressione di grande suggestione, ma che purtroppo non trova, e
non può trovare,
applicazione pratica né in Toscana né altrove. E' infatti indubitabile
che per quanto si possa spingere all'estremo la raccolta
differenziata, la preselezione e il riciclo, rimarrà sempre una
percentuale di rifiuti da trattare negli impianti.
L'impegno delle amministrazioni locali per ridurre al minimo la
percentuale da avviare allo smaltimento è notevole. Siamo tuttavia
ancora lontani dagli obiettivi che la legge stabilisce. Ad oggi in
Toscana si producono ogni anno mediamente
circa 2,5 milioni di tonnellate di rifiuto urbano, di cui 1 milione
circa destinate al recupero di materia e 1,5 milioni di rifiuti
indifferenziati. Di questi 1,1 milioni sono smaltite in discarica e
circa 300.000 sono destinate
al recupero di energia attraverso la termovalorizzazione, che rappresenta
circa il 12% dei rifiuti prodotti.
L’attuale livello di raccolta differenziata, nonostante i contributi dati,
non raggiunge ancora a scala regionale la quota del 45% stabilita
dalla legge nazionale. Abbiamo in Toscana alcuni Comuni “virtuosi” che
sono ampiamente sopra tale quota, altri che invece sono lontani
dall'obiettivo.
Ma anche se tutti fossimo al 50% di differenziata, avremo bisogno di
impianti per il trattamento del materiale raccolto in modo
differenziato (gli impianti di compostaggio), della
termovalorizzazione e di impianti di smaltimento per
i rifiuti residui.
La strada per una drastica riduzione del rifiuto non riciclabile è
ancora lunga e per raggiungerla ci muoviamo secondo i dettati del
testo unico ambientale cheprevede priorità alla prevenzione, alla
preparazione per il riutilizzo, al riciclaggio, per poi utilizzare il
recupero di altro tipo come quello energetico, ed infine lo
smaltimento in discarica.
Quindi, nel percorso verso un progressivo miglioramento del riuso e verso la
cosiddetta opzione zero, a livello regionale posso solo confermare la
necessità di un'adeguata dotazione impiantistica, che non può
prescindere dalla termovalorizzazione con contestuale produzione di
energia, scelta operata anche
da altri Stati europei che hanno da tempo fatto del recupero il loro
obiettivo principale.
Fatta questa lunga ma necessaria premessa, vengo al problema
particolare che voi ponete. L’ampliamento dell’impianto di Selvapiana
era già previsto dal
Piano provinciale di egstione dei rifiuti di Firenze ed è confermato
nel Piano straordinario dell’ATO Centro e noi lo riteniamo necessario.
Ovviamente il nostro impegno è quello che siano presi tutti gli accorgimenti
in grado di garantire il migliore funzionamento degli impianti, a
tutela della salute e dell’ambiente.
Al tempo stesso siamo impegnati nello sviluppo di accordi con la
GrandeDistribuzione per la riduzione dei rifiuti alla fonte e in
interventi a
sostegno dell’incremento della raccolta differenziata, fornendo
finanziamenti alle Comunità di Ambito Territoriale Ottimale (ATO) che
provvedono poi a distribuirli con bandi secondo le esigenze dei
territori.
Anche noi facciamo proprio l’invito al cambiamento degli stili di
vita, ad una riduzione della produzione di rifiuti alla fonte e ad un
ulteriore concreto aumento della raccolta differenziata, considerando
i rifiuti quale risorsa.
Crediamo molto anche nell’educazione ambientale, consapevoli che sia
necessario, giorno dopo giorno, creare la cultura del rispetto
dell’ambiente quale patrimonio comune e cerchiamo di compiere scelte
che vanno verso uno sviluppo sostenibile.
Ma, nel frattempo, siamo – nostro malgrado – costretti a sostenere che
gli impianti servono, e adesso, e dobbiamo ogni giorno confrontarci
con la
realtà, convinti che purtroppo soluzioni miracolistiche non esistono.
La ringrazio di avermi letto fin qui e le invio i miei più cordiali saluti,
Enrico Rossi