[NuovoLab] Vienna 2012: la fine del mondo, proibizionista

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Vienna 2012: la fine del mondo, proibizionista

Dopo anni di silenzio dagli Stati Uniti arriva l’ennesima stilettata
al proibizionismo. La notizia del deposito del progetto di legge
portato avanti da alcuni membri del Congresso, arriva immediatamente
dopo il pronunciamento della Global Commission, e credo che entrambe,
finalmente, riescano a favorire la riapertura del dibattito mondiale
sulle sostanze leggere.
Anche il congresso Americano discute sul fallimento del proibizionismo
e appare uno spiraglio di luce nelle tenerbre che attanagliavano gli
States dal 1937 con l’introduzione della “Marijuana Tax Act” che di
fatto non può essere considerata una legge di tassativa, ma piuttosto
proibitiva, essendo un vero e proprio escamotage mediante il quale,
volendo vietare determinati comportamenti, anziché vietarli
direttamente, li si vieta tramite l’applicazione di una tassa che
rende impossibile perseguire determinati atteggiamenti. A questa legge
seguì Controlled Substances Act che mise definitivamente al bando la
cannabis dagli USA. fonte Normal/blog.org
In Italia, solo nel 2010, sono state raccolte, esclusivamente
attraverso le agenzie di stampa locale, testimonianze di oltre 1000
casi di arresti per dosi ridicole di sostanze leggere.
E soprattutto, in Italia, di proibizionismo si muore, come hanno
dimostrato casi come quello di Aldo Bianzino, Stefano Cucchi, Federico
Aldrovandi, ecc…Per questo si è tenuto un incontro con tutte le realtà
associative, e di movimento antiporibizioniste lo scorso week end,
dove abbiamo stabilito di investire le energie a disposizione nel
percorso di creazione di una rete che riunisca movimenti,
associazioni, realtà sociali e imprenditoriali e singole persone e
famiglie, che sia in grado di smascherare, combattere e sconfiggere il
proibizionismo e di proporre politiche alternative.
Non siamo più disposti a subire quotidianamente questa persecuzione,
non lediamo la libertà di alcuno, ma la nostra libertà individuale
viene costantemente messa a rischio da leggi ideologicamente
improntate alla criminalizzazione del consumo, e non a stringere le
maglie giudiziarie intorno al collo del narcotraffico nazionale e
internazionale che anzi viene costantemente alimentato dalle politiche
proibizioniste.
Vogliamo inoltre ribadire il grande valore di una pianta millenaria,
da sempre usata per molteplici scopi, e che potrebbe rappresentare una
risorsa molto importante in campo medico, ambientale, agricolo,
economico, oltre che per il benessere psico-fisico delle persone.
L’idea è quella di organizzare una assemblea/incontro per ottobre, con
all’ordine del giorno la stesura di un documento che raccolga tutte le
testimonianze delle nefandezze della legge 309\90, da presentare il 10
dicembre, alla Corte Europea per i diritti umani di Strasburgo,
nell’ambito della giornata mondiale per i diritti umani.
Da qui ad ottobre ogni realtà continuerà a lavorare come meglio crede
e con le proprie specifiche modalità, mentre cercheremo di consolidare
i contatti e la costruenda rete.
Sempre il 10 dicembre, data a questo punto simbolicamente importante,
mentre una delegazione consegnerà il nostro dossier a Strasburgo, a
Roma si terrà un evento di portata nazionale, attraverso il quale
lanceremo la nostra presenza, in stretta collaborazione con Encod,
alla Conferenza Onu per le convenzioni internazionali sulle droghe,
che annualmente si tiene a Vienna a marzo, riconoscendoci nello slogan
“Vienna 2012, la fine del mondo…proibizionista”
Tutt@ a Vienna, quindi, perchè è quella le sede dove si indicheranno i
“paletti” delle politiche sugli stupefacenti per tutti i paesi
aderenti all’Onu, ed è lì che intendiamo portare la nostra rabbia, e
tutto il nostro dolore per le vittime della 309/90 successivamente
modificata e aggravata con la 49/06 tristemente nota come
Fini/Giovanardi, perchè veniamo costantemente perseguitati come
criminali, quando non siamo altro che persone e consumatori; per non
essere più esposti al ricatto quotidiano che coinvolge ampi settori
delle nostre vite, e dal 2006 anche sul posto di lavoro.
Ricordate l’autista del bus che a Roma subì un incidente a causa di
una macchina che non aveva rispettato il rosso al semaforo? Ebbene,
nonostannte che la responsabilità dell’incidente non sia stata la sua,
all’autista venne fatto il drugtest dal quale risultò positivo alla
canapa, e venne immediatamente licenziato.
Tutt@ a Vienna perchè vogliamo un’Italia libera dal narcotraffico in
mano alle mafie, e quindi politiche che regolamentino la coltivazione
domestica. Perchè nel mondo a cui aspiriamo, vogliamo essere liberi di
poter scegliere di curarsi con la cannabis senza rischiare processi.

Il proibizionismo è finito, vorremmo occuparci di altro.

Ylenia Daniello
sinistraelibertà