[NuovoLab] 473° ora in silenzio per la pace

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Autor: norma
Data:  
Para: forumgenova@inventati.org, Fori sociali
Assunto: [NuovoLab] 473° ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 22 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova 473° ora in sielnzio per la pace.
altre info s u www.orainsilenzioperlapace.org

Incollo il volantino che verrà distribuito
Punire le vittime

*Do you remember war?*Mentre gli aerei con i colori italiani continuano
a bombardare Tripoli, pare che tutti si fossero dimenticati che siamo in
guerra. Finché Maroni ha annunciato una nuova legge per contrastare
l'immigrazione e Frattini ha firmato l'accordo sul respingimento con il
Consiglio provvisorio di Bengasi. E, non pago di questi due "successi",
Maroni ha pure ventilato l'ipotesi che le navi Nato blocchino quelle dei
migranti.
E allora perché non mitragliarle, come tempo fa avevano proposto quel
fine giurista di Castelli e il redivivo Speroni?
Ma non c'è nulla da ridere. Le truculenze della Lega in materia
d'immigrazione saranno pure il colpo di coda di un governo che ha i mesi
contati, tra intemperanze verbali dei suoi ministri folcloristici e
inchieste sull'affarismo di stato che non risparmiano nessuno. Ma sia la
legge Maroni, sia l'accordo con il "rivoluzionario" Jabril scaricano sui
migranti, e quindi sulle vere vittime della guerra civile in Libia, il
peso di un intervento armato opportunistico, guidato da generali
nascosti dietro l'anonimato Nato - una guerra su cui si esercita una
disinformazione costante e, oltretutto, su cui gran parte della sinistra
tace e acconsente.

*Riassumiamo.*Portare a diciotto mesi la permanenza nei centri di
identificazione ed espulsione significa condannare a una lunga galera di
fatto, in strutture feroci e senza garanzie giuridiche, gente in fuga da
una guerra a cui Italia, Francia, Regno unito ecc. stanno contribuendo
ampiamente. Significa cioè punire le vittime. Quanto all'accordo con
Jabril, questo la dice lunga almeno sul gruppo dirigente di Bengasi,
esattamente come gli accordi con Gheddafi la dicevano lunga sul governo
di Tripoli. In entrambi i casi, scambiare petrolio e migliaia di esseri
umani con quattrini e armi, ieri e oggi.
Abbiamo un'idea della fine che faranno i migranti espulsi in Libia,
liberata o no che sia, e cioè in una zona di guerra, monitorata non già
dalle evanescenti istituzioni umanitarie internazionali, ma da
bombardieri ed elicotteri Apache? Con ciò, magari, si spera che qualche
riflessione sulla natura politica della rivoluzione in Libia cominci a
farsi strada in quei settori dell'opposizione italiana incantata dal
bagliore dei bombardamenti.

*Per quanto riguarda*il nostro paese, è plausibile che questa focaccia
gettata da Berlusconi nelle fauci del popolo di destra sia avvelenata
per il governo, esattamente quanto le grottesche sparate sulla
"zingaropoli" a Milano in campagna elettorale. Berlusconi, Maroni, il
garrulo Frattini e compagnia cantante non si rendono conto che il loro
discredito, anche nella base di destra, è ben più radicale e diffuso
della paura degli stranieri. Peggio per la destra.
Ma intanto i migranti annegano e quelli che sopravvivono finiscono nei
centri. I minori scappano dalle comunità alloggio, accoglienti quanto un
reclusorio per poveri ai tempi di Dickens. Invece di alimentare la
micro-criminalità urbana, come recita lo stucchevole mantra
dell'insicurezza, ingrosseranno le fila del lavoro nero. Qualche
giornalista di buona volontà, magari, ne troverà le tracce nei campi in
cui si raccolgono pomodori e meloni. E così il cerchio di bombardamenti
umanitari, isteria xenofoba e sfruttamento si chiuderà una volta di più.
Che cosa si aspetta, a sinistra, non dico a spezzarlo oggi, ma almeno a
prenderne consapevolezza, a stendere un abbozzo di idea, uno straccio di
alternativa, se mai questa destra finirà a casa?

Alessandro Dal Lago “il manifesto” 18/06/2011

"*ci uniamo alle proteste per i tagli ai trasporti pubblici"**- *

Più soldi per i servizi, niente soldi per le guerre