Incubo cancro a Fukushima, si calcolano 420mila casi nei prossimi 50 anni
di Andrea Bertaglio - 01/06/2011
Fonte: Movimento per la Decrescita Felice [scheda fonte]
Una strage a orologeria, innescata dalle emissioni letali: la radioattività 
rilasciata dai reattori di Fukushima potrebbe causare quasi 420mila casi di 
cancro nei prossimi 50 anni. A riportare queste inquietanti cifre è uno 
studio di Chris Busby, segretario scientifico dell'Eccr, il comitato europeo 
sul rischio radioattivo, nato da un gruppo di scienziati desiderosi di 
analizzare in modo indipendente i pericoli legati alle contaminazioni 
nucleari. Secondo gli studiosi britannici, la metà dei casi di cancro 
potrebbe verificarsi nel raggio di 200 km dalla centrale giapponese già nei 
prossimi dieci anni. Per ora si tratta solo di stime, ma il professor Busby 
e la sua équipe, oltre che dell'attendibilità del loro lavoro, sono convinti 
di una cosa: i fattori di rischio dovuti alla radioattività continuano ad 
essere sottovalutati.
Le stime sono state eseguite usando i dati forniti dall'Aiea, l'Agenzia 
Internazionale per l'Energia Atomica, e da fonti ufficiali giapponesi. Due i 
metodi utilizzati. Il primo prende in considerazione la crescita dei casi di 
tumore in Svezia verificatasi dopo l'incidente di Chernobyl: un aumento 
osservato nella parte settentrionale del Paese nell'arco di un decennio dal 
dottor Martin Tondel, e quantificato nell'11% per ogni 100 kBq/m² di 
contaminazione radioattiva. Sulla base di questi dati, e focalizzandosi 
dapprima sulle zone situate fino a 100 km dai reattori, in cui l'Aiea ha 
calcolato una media di 600 kBq al metro quadro, il professor Busby ha 
stimato un valore di contaminazione che porterebbe ad un aumento dei casi di 
cancro del 66%: vale a dire che, tra il 2012 e il 2021, potrebbero 
verificarsi ben 103.329 cancri in più a causa dell'esposizione alle 
radiazioni di Fukushima.
Applicando invece il "metodo Tondel" all'area tra 100 km e 200 km dalla 
centrale, una zona con 7.8 milioni di abitanti e con concentrazioni di 
radiazioni più basse, i casi di cancro da qui al 2021 sono stimati in 
120.894 unità. Per un agghiacciante totale di 224.223 tumori in più nei 
prossimi dieci anni. Lo stesso European Committe on Radiation Risk, di cui 
Busby fa parte, prevede una situazione simile: 191.986 cancri addizionali 
entro 100 km dalla centrale nucleare e 224.623 nel cerchio più esterno, per 
un totale di 416.609. La metà dei quali, secondo l'Eccr, riscontrabile nei 
prossimi dieci anni. Ci sarebbero poi da aggiungere i 6158 casi predetti per 
i prossimi 50 anni dalla Icrp, la Commissione Internazionale per la 
Protezione Radiologica. Che, aggiungendosi ai due milioni e mezzo 
normalmente verificabili nell'arco di mezzo secolo nella popolazione 
giapponese di quelle regioni, è considerabile come "negabile". Anzi, 
addirittura "invisibile".
L'Eccr da tempo cerca di mettere in guardia su quanto i rischi derivanti 
dall'esposizione alla radioattività siano sottostimati. Anche lo scorso 
anno, con il lungo rapporto "2010 Recommendations of the European Committee 
on Radiation Risk", lo scopo era quello di portare i governi a prendere più 
sul serio la questione, in modo da allertare la popolazione in caso di 
necessità. Del resto, gli scienziati che hanno fondato l'Eccr lo descrivono 
proprio come una "una creazione spontanea della società civile che affronta 
l'evidenza chiara ed allarmante del fallimento delle sue Istituzioni 
democratiche nel proteggerla dagli effetti dell'inquinamento radioattivo".
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