[RSF] FW: [pace] con il lanciafiamme nucleare non si accendo…

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Autore: pilar anita quarzell castel
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To: forumroma
Oggetto: [RSF] FW: [pace] con il lanciafiamme nucleare non si accendono le sigarette





Date: Sun, 5 Jun 2011 14:00:56 +0200
From: alfonsonavarra@???
To: fermiamo-il-fuoco-atomico@???; semprecontrolaguerra@???; mir-riconciliazione@???; forum@???; azione@???
CC: no-nucleare-piemonte@???; pace@???
Subject: [pace] con il lanciafiamme nucleare non si accendono le sigarette

Ieri, alla cena della Libreria delle donne, si parlava con amici, ovviamente, del referendum sul nucleare. Si commentavano vari interventi televisivi. 
Alcuni, riferendosi ad una trasmisione su "La7", condotta da Lilli Gruber, mi hanno fatto notare che, a loro parere, Monica Frassoni, dei Verdi europei, svicolava su una domanda del prof. Franco Battaglia, dell'Università di Modena: come facciamo a garantire i picchi dei consumi elettrici? "L’energia elettrica deve essere prodotta nel luogo dove la chiediamo, al momento in cui la chiediamo e con la potenza che chiediamo, il che è assolutamente cruciale, e questo non può accadere con il sole e con il vento".
Alla base di questa osservazione critica, da parte di amici di sinistra, che, rimproverando la Frassoni, prendono sul serio le argomentazioni della lobby nucleare, c'è, in partenza, una premessa totalmente falsa, un vero e proprio pregiudizio: quella che la tecnologia del nucleare da fissione sia una soluzione possibile, razionale, al problema dei bisogni energetici, qualitativi e quantitativi, di una collettività.
Il nucleare da fissione non è da prendere in considerazione, se si valuta il problema con criteri razionali, perché "non si accendono le sigarette con il lanciafiamme".
Un club di fumatori ha il problema di accendere i sigari dei partecipanti ad una sua conviviale e massiva adunata? 
Può ricorrere ai cerini, agli accendini, agli acciarini, persino, al limite, agli inutili accendigas, ma non sicuramente ad un'arma che rischia di arrostire il locale con tutti i suoi avventori!
Non è ragionavole utilizzare un mezzo inadatto e sproporzionato rispetto allo scopo: ed è appunto quello che ci propongono di fare quando ci offrono l'elettricità attraverso il nucleare.
Ho sotto gli occhi il numero di maggio de "Le Scienze", l'edizione italiana di Scientific American. E' dedicato al nucleare dopo Fukushima, come recita la copertina. Vi trovo un interessante articolo di Adam Piore su "La sicurezza dei nuovi reattori".
Ecco dei brani su cui meditare:
"I progettisti di centrali nucleari non sono in grado di prevenire qualunque tipo di catastrofe e devono considerare diversi scenari. Il problema è che minacce differenti richiedono misure diverse e, a volte, prepararsi ad un dato evento lascia scoperti per un altro...
Fukushima, però, ha sollevato questioni che vanno oltre le preferenze progettuali (rispetto a impianti più attrezzati contro l'impatto con un aereo, a impianti più antisismici, o meglio resistenti agli alluvioni, ndr). Una causa del disastro è stata la mancanza d'immaginazione, un difetto che può riguardare qualunque ente regolatore come ogni progettista. L'edificio era costruito per resistere a onde di tsunami alte 6 metri, mentre sono arrivate onde molto più alte...
Gli ingegneri possono prepararsi solo a eventi prevedibili, e i sismologi scoprono rischi sismici sempre nuovi...
Fukushima ha dimostrato la necessità di un nuovo paradigma. I progetti si fondano sull'eventualità di casi improbabili. Ma gli ingegneri non sono così bravi a progettare un evento mai avvenuto"...
Finiamola al momento qua con il ragionamento. Dal quale però sorge spontanea la domanda: perchè c'è chi, facendo leva sulla nostra paura di restare senza fuoco (al freddo e a buio), si ostina a proporci di correre l'assurdo rischio di saltare in aria per consentirci - dice lui - di fumare insieme (= di coprire il nostro fabbisogno energetico, in particolare elettrico)?
Cosa si nasconde dietro questo imbroglio, individuabile con facilità da chiunque si soffermi un attimo a riflettere?
A che serve realmente la tecnologia nucleare da fissione, di cui l'elettricità, sostiene il grande manager dell'energia Amory Lovins, è solo un sottoprodotto?
E qui stiamo parlando solo dell'assurdità dell'azzardo che dovremmo sostenere: tralasciamo, per ora, gli aspetti quantitativi ed economici, ed altri aspetti tecnici, del problema (ulteriori conferme alla considerazione che "il gioco non vale la candela", pardon, il lanciafiamme)!
Ne riflettiamo e discutiamo insieme mercoledi 8 giugno alle ore 18.00, allo Spazio Kronos, in via Borsieri, 12.
Venite anche per procurarvi materiale utile per la propaganda a votare SI' il 12 e 13 giugno!
Dai, che stavolta ce la facciamo alla grande!
 Alfonso Navarra - coportavoce Coordinamento Energia Felice cell. 340-0878893