[RSF] referendum:VOTATE e FATE VOTARE

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Author: Equivita
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To: Equivita
Subject: [RSF] referendum:VOTATE e FATE VOTARE
LETTERA APERTA di EQUIVITA sui REFERENDUM
(03.06.2011)

Cari Amici,

Tre dei prossimi referendum, ovvero il referendum sul nucleare e i due
referendum sulla gestione dell¹acqua, rappresentano un¹ancora di salvezza
per tutti noi. Ci danno la possibilità di decidere su questioni che, come
molti hanno detto, mettono oggi a rischio la nostra vita stessa.
A questi tre referendum sono legati inoltre i valori per i quali il Comitato
Scientifico EQUIVITA si è sempre battuto: il diritto alla vita, la dignità
della stessa, la tutela dei beni comuni. Dobbiamo essere in molti ad andare
alle urne e vi preghiamo di dare la massima diffusione al nostro messaggio:
se non si raggiungesse il quorum, un¹occasione così unica e rara andrebbe
vanificataŠ Come ha dichiarato Jeremy Rifkin, la decisione che verrà presa
non riguarda solo il nucleare e l¹acqua, ma l¹economia e la sicurezza Š
riguarda, in breve, il nostro futuro!

L¹ACQUA (due schede: la rossa e la gialla)

L¹acqua è sempre stata un bene di tutti, in quanto elemento della natura. In
occasione del primo acquedotto costruito a Milano nel 1888, reso pubblico,
si scrisse che il bene fondamentale dell¹acqua non poteva essere oggetto di
profitto. Ma l¹ossessiva liberalizzazione dei mercati che ha caratterizzato
negli ultimi anni il mondo intero e dunque anche l¹Italia, ha fatto in modo
che l¹Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (GATS) promosso
dall¹Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), trasformasse sempre più
spesso in merce, alcuni degli elementi più preziosi dello Stato Sociale
(pensioni, assistenza, energia, ecc) eŠ pure l¹acqua! Vanificando, almeno
in parte, anni ed anni di battaglie ed eroici sacrifici per creare degli
Stati democratici. L¹acqua, quando privatizzata, si è trasformata in
prodotto costoso e talvolta di lusso, e in una nuova frontiera tra ricchi e
poveri. ³Non si ha idea dei profitti che si possono ricavare dalla sete nel
mondo!² dichiarò pubblicamente il presidente di una grande multinazionale in
procinto di fare investimenti sull¹acqua.
Ma l¹acqua non è una merce, è un diritto umano fondamentale al quale non
rinunceremo. L¹acqua rischia di diventare l²oro bianco² per il quale si
combatteranno le prossime guerre, se lasceremo che la sua gestione vada ad
aziende private, che attraverso di essa potranno controllare un elemento
fondamentale della vita. I costi dell¹acqua dove si è già avuta la
privatizzazione, come Berlino ( in mano Véola), Parigi (in mano ad altre
compagnie francesi) e la Toscana, sono saliti alle stelle così tanto da
determinare un ripensamento sulla privatizzazione.
Noi con il referendum possiamo, dobbiamo fare marcia indietro, dobbiamo
abrogare due provvedimenti che rendono addirittura vincolante l¹ingresso dei
privati nelle acque italiane, con profitto del 7% garantito per legge!.



IL NUCLEARE (scheda grigia)

E¹ paradossale dover spiegare oggi (specie in un paese a rischio sismico
come l¹Italia) che non è opportuno ricorrere al nucleare, due mesi dopo
Fukushima, e dopo le nuove rivelazioni statistiche su Chernobyl (da 30.000 a
60.000 morti) e nonostante la paurosa incidenza di malattie degenerative tra
coloro che si sono trovati in prossimità di un disastro (assai numerosi
quelli rimasti sconosciuti) o che vivono nei pressi di una centrale.
La reazione nucleare è incontrollabile e l¹energia che ne deriva è inoltre
la più costosa: non a caso è in declino in tutti i paesi che l¹hanno
adottata. Dopo Fukushima, molti paesi hanno fatto marcia indietro: la
Germania e la Svizzera hanno stabilito che nel giro di alcuni anni verranno
chiusi tutti i loro impianti nucleari.
Ma l¹aspetto ancor più grave è che nessun paese ha ancora trovato una
soluzione sicura per gestire in modo definitivo il problema delle scorie,
che devono essere custodite per centinaia di migliaia di anni. Si sono
sviluppati traffici illegali di scorie radioattive e smaltimenti nei paesi
poveri e in mare, senza alcuna considerazione per le possibili conseguenze
sull'ambiente e sugli esseri umani. I programmi nucleari dell'Italia hanno
già lasciato in eredità quattro centrali da smantellare e scorie radioattive
che rappresentano un rischio per tutti noi.

Moltissimi altri sarebbero gli argomenti da elencare, ma ci limitiamo a
sottolineare l¹impatto sociale che una centrale nucleare crea, da un punto
di vista sia economico che politico, con un così forte accentramento nella
gestione dell¹energia.
Il futuro è in una nuova era industriale, che possa risolvere la crisi
attuale del pianeta, con una distribuzione decentrata delle fonti di
energia, gestita in maniera comunitaria e responsabile, tale da orientare i
cittadini ad una nuova cultura della solidarietà e del risparmio.

Solo un impegno di tutti nella diffusione di queste informazioni ci può dare
la certezza che anche questa volta, come per il voto del 1987 sul nucleare,
il quorum necessario di votanti venga raggiunto.


Per approfondire potete consultare il sito www.equivita.it(
<http://www.equivita.it> )appena rinnovato!) nella sezione dedicata ai
referendum.

Equivita
Comitato Scientifico Antivivisezionista
Via P. A. Micheli, 62
00197 Roma
Tel. +39.06.3220720
Cell. 335.8444949
Fax +39.06.3225370
emailto: equivita@???
www.equivita.it