[Intergas] Intergas dice SI a Acqua pubblica e stop al Nucle…

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Autore: Elisa Orlandotti
Data:  
To: intergas
CC: Lista per il Gruppo Comunicazione di InterGAS
Oggetto: [Intergas] Intergas dice SI a Acqua pubblica e stop al Nucleare

Ciao a tutti
qui di seguito il comunicato stampa inviato stamane con le opportune modifiche a 600 giornalisti/redazioni. Tra un paio di giorni mettetelo pure su siti/fb e quant'altro :)
bascio
Em







Con preghiera di pubblicazione
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Intergas
dice SI a
Acqua pubblica e stop al Nucleare



Intergas, coordinamento dei Gruppi d’acquisto solidale di Milano, invita le elettrici e gli elettori a votare sì ai referendum del 12 e 13 giugno per abrogare l'obbligatorietà della privatizzazione della gestione dei servizi idrici e del profitto del 7% per i privati e la legge che prevede la costruzione di centrali nucleari in Italia. Si tratta di due temi a nostro parere di grande importanza per quanto riguarda il diritto alla vita e alla salute, la democrazia e la convivenza civile, la protezione dell'ambiente e la difesa dei beni comuni.


L'acqua è essenziale per la vita: deve essere garantita in quantità sufficienti anche a chi non può pagarla; non va inquinata, non va sprecata e va gestita con intelligenza e amore, sapendo che è una risorsa preziosa e sempre più scarsa (le guerre dell'acqua sono già una realtà).
I privati, che spesso sono multinazionali, hanno già dimostrato di non sapere e non voler fare tutto questo: il loro obiettivo è il profitto, quindi riducono gli investimenti sulla manutenzione degli impianti (con gravi danni per le reti "colabrodo" di molte zone d'Italia e quindi crescita degli sprechi) e aumentano i costi delle bollette in modo indiscriminato, tagliando la fornitura a chi non può pagare e rincarando le tariffe se gli utenti riducono i consumi (è successo in Toscana).
E’ molto più efficiente e rispettosa dei diritti delle persone e dell'ambiente una gestione pubblica partecipata che garantisca a tutti l'accesso all'acqua, incoraggi il risparmio con tariffe progressive in base al consumo, riduca gli sprechi e l'inquinamento con una corretta gestione del ciclo dell'acqua e con l'informazione agli utenti.
In molte città del mondo, per esempio Parigi e Berlino, si sta tornando dalla gestione privata a quella pubblica e lo stesso esempio di Milano dimostra come una corretta gestione pubblica possa essere efficiente, equa e virtuosa anche dal punto di vista economico.


Il ritorno al nucleare è una scelta scellerata e il recente incidente di Fukushima lo conferma: non esistono centrali nucleari sicure. Non è stato risolto il problema delle scorie, che non sappiamo come stoccare le scorie (esse restano radioattive per decine o centinaia di migliaia di anni), l'impatto economico ed ecologico è pesantissimo e incalcolabile; l'uranio, inoltre, è un combustibile in via di esaurimento e la cui estrazione comporta costi sociali e ambientali altissimi.
Nucleare civile e nucleare militare sono strettamente connessi: il primo alimenta il secondo visto che conviene utilizzare l'uranio impoverito in guerra, violando peraltro le risoluzioni Onu (cfr rapporto agosto 2002), invece che cercare di smaltirlo a costi estremamente elevati.
Il nucleare implica una gestione centralizzata, militarizzata, "segreta" e antidemocratica dell'energia, come dimostrano le falsità e le mezze verità che seguono regolarmente gli incidenti nucleari, molti dei quali non vengono nemmeno divulgati.


E' importante che le persone esercitino il diritto democratico di scegliere quale futuro vogliono sulla base di una corretta conoscenza. Purtroppo l’accesso all’informazione e la possibilità di partecipazione vengono ostacolati in tutti i modi da un governo che, alfiere dei forti interessi economici coinvolti in questi settori, ha impedito per oltre un mese l’informazione istituzionale che la Rai avrebbe dovuto dare per legge dal 4 aprile, spreca oltre 300 milioni di euro separando le elezioni amministrative dalle votazioni per i referendum nella speranza che non venga raggiunto il quorum e cerca di cambiare le carte in tavola dal punto di vista legislativo per evitare a ogni costo la consultazione popolare. Fortunatamente la Corte di Cassazione si è pronunciata per il mantenimento del referendum sul nucleare, con le correzioni del caso.

E’ evidente che una vittoria dei sì della maggioranza delle cittadine e dei cittadini segnerebbe la fine di un’epoca, quella della privatizzazione e della mercificazione generalizzata che hanno aumentato a dismisura la ricchezza e il potere di un’élite economico-politica mentre impoverivano tutti gli altri; riproporrebbe con forza, inoltre, il tema dei beni comuni gestiti in modo partecipato.


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fine comunicato







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