[Precari_roma] Contro licenziamenti, tagli e austerity. Cara…

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Autore: Andrea Fioretti
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To: statigenerali3, Assemblea Romana, Assemblea Lavoratori, Precari Roma, sindacalismoconflittuale, perunanuovascalamobile, Autoconvocati nazionale
Oggetto: [Precari_roma] Contro licenziamenti, tagli e austerity. Cara Gerit, io non ti pago!





Contro licenziamenti, tagli e austerity
Non pagheremo la vostra crisi
Generalizziamo la mobilitazione contro Governo, Confindustria e BCE



Gli ultimi due anni e mezzo sono stati contrassegnati da una crisi devastante su scala mondiale.

E’ la crisi di un intero sistema economico e di un modello sociale finalizzato alla ricchezza di poch* a costo della miseria di tant*. Ma questa crisi viene utilizzata dai padroni e dalla logica delle imprese per arricchirsi ancora di più e per cancellare le residue conquiste del mondo del lavoro, prima tra tutte il contratto nazionale, quello strumento che fino a qualche anno fa unificava nei diritti e nelle retribuzioni milioni di lavoratori del Sud e del Nord, delle grandi e delle piccole aziende.

Per anni abbiamo ingrassato col nostro lavoro le tasche di imprenditori, amministratori e speculatori che hanno tenuto alti i propri profitti grazie alla flessibilità e alla deregolamentazione selvaggia del mercato del lavoro, allo sfruttamento del lavoro precario e mal retribuito, alla cancellazione progressiva dei diritti, alle esternalizzazioni e alle delocalizzazioni, al lavoro nero degli immigrati. Oltre a quanto avvenuto negli anni ‘90, come primo atto di una politica filo padronale e anti operaia, che ha determinato il taglio netto del potere d'acquisto dei salari subordinandolo al diretto controllo delle aziende e all'annullamento dei benefici che provenivano dall’effetto di riequilibrio inflazionistico determinato dal sistema della “scala mobile”.



Dopo la stagione delle lotte sindacali e la proliferazione degli scioperi di questi mesi contro le misure anticrisi del governo, la situazione sul campo dei rapporti di forza è rimasta la stessa. In questi ultimi due anni gli scioperi a oltranza in Francia, le lotte contro i tagli in Gran Bretagna, i nove scioperi generali in Grecia e ora la ribellione nelle piazze della Spagna di giovani precari e lavoratori disoccupati hanno lanciato un segnale di opposizione sociale di massa contro la crisi puntando il dito sui veri responsabili: i governi, i padroni e la BCE.

Mentre negli altri paesi della UE colpiti pesantemente dalla crisi si moltiplicano queste mobilitazioni generali e generalizzanti, i sindacati ed i movimenti di lotta nel nostro paese hanno finora dato risposte talvolta generose, ma pur sempre parziali. Non hanno saputo infatti dare sbocco a quella forte spinta dal basso che chiedeva l’unificazione delle mille vertenze dei lavoratori dipendenti che vedono a rischio il proprio posto e salario, dei precari intermittenti senza tutele e reddito, degli studenti ridotti a manodopera flessibile in formazione e degli immigrati vittime del lavoro nero e del caporalato. E ora, finita questa stagione di mobilitazioni, ci troviamo di fronte alla possibilità di un nuovo nefasto patto sociale per l’Italia che permetta di procedere senza grossi conflitti ai tagli previsti dalla BCE. Su questo tavolo, apparecchiato da Confindustria e Cisl-Uil, anche la CGIL, malgrado la volontà di lotta espressa dalle manifestazioni indette per lo sciopero del 6 maggio, sembra disposta a trattare scambiando la pelle dei lavoratori col riconoscimento della rappresentanza.



I tagli previsti dal governo prima dell’estate sono solo un acconto dei 45 miliardi di euro che dovrà prevedere la prossima finanziaria per rientrare nei parametri di riduzione del debito imposti dalla UE. E in base agli stessi parametri questi tagli dovranno ripetersi per 20 anni. Un vero salasso sociale che colpirà ancora scuola, sanità, trasporti, cancellerà posti di lavoro, peggiorerà ulteriormente i salari, aumenterà la precarietà, allungherà ulteriormente i tempi della pensione. Altre aziende chiuderanno e i tagli cancelleranno welfare residuo e ammortizzatori sociali. L’aumento della precarietà e della disoccupazione provocheranno un ulteriore impoverimento per milioni di persone che si troveranno senza reddito.

Di contro la BCE, per aumentare la “competitività” e rilanciare l’economia, chiede di stornare denaro dalla fiscalità generale verso le imprese. Ossia un’ulteriore redistribuzione forzata della ricchezza prodotta dai lavoratori verso i profitti delle aziende.



Ma se i posti di lavoro e i nostri redditi saranno flessibili e intermittenti, non sarà così per affitto, bollette e per le necessità quotidiane per sopravvivere. Durante questi anni migliaia di famiglie si sono già indebitate con mutui e rate proprio a causa della redistribuzione della ricchezza prodotta verso i profitti e a danno dei salari.

Non passa mese che milioni di lavoratori dipendenti, precari/precarie e pensionati a basso reddito non ricevano qualche ingiunzione di pagamento da parte dello strozzino di Stato: Equitalia.

Questa società infatti non colpisce gli “evasori” (per lo più imprenditori), ma riscuote in modo forzoso - con cartelle esattoriali, pignoramenti o cessione del V° di stipendio - i mancati pagamenti che molti dipendenti, precari o finti lavoratori autonomi non sono in grado di effettuare a fine mese. La differenza tra evasore fiscale e lavoratori che non possono pagare è netta. L’evasore infatti è colui che i redditi non li dichiara, mentre Equitalia riscuote solo le somme di chi non può sfuggire perché è già iscritto a ruolo, ossia i dipendenti a cui le tasse sono prese alla fonte e i lavoratori atipici con gestione separata, partite IVA, ecc...

In un momento in cui la crisi picchia duro, in cui per molti arrivare a fine mese è un miraggio, in cui i posti di lavoro sono a rischio e i salari arrivano troppo spesso con mesi di ritardo, in cui i precari sono sempre più precari e chi precario non lo era lo sta diventando, la cosa più facile che possa capitare è che ti arrivi la mannaia di Equitalia che in un batti e baleno ti mette la casa sotto ipoteca o la macchina in fermo amministrativo espropriandoti un pezzo della vita.

E le cartelle non scherzano sono numeri a quattro cifre, incontestabili, incomprensibili, insaldabili per molti.



Questo la dice lunga sull’uso criminale della crisi da parte di Governo e padronato e sui mille modi per fare pagare a noi i costi della loro crisi. Il governo si è subito dimostrato pronto a salvare le banche con i nostri soldi, banche che hanno invaso volutamente il mercato di titoli tossici, e altrettanto lesto a punire le famiglie dei lavoratori e dei piccoli risparmiatori per fare cassa utilizzando le riscossioni come una leva fiscale, una nuova tassa, una specie di pizzo gestito su larga scala.

Per resistere alla crisi dobbiamo mobilitarci contro i tagli e i licenziamenti, per difendere i nostri diritti ed estenderli a chi non ce li ha, ma dobbiamo anche ribellarci contro questa agenzia del racket organizzato e legalizzato creando una “santa alleanza” tra lavoratori flessibili e generazioni precarie con una campagna di denuncia e mobilitazione contro le ingiustizie di quest’ufficio di concussione.

Dobbiamo costruire una prospettiva di lotta per praticare una piattaforma che metta al centro i nostri interessi di classe. Autoconvocandoci in ogni azienda, in ogni luogo di produzione di plusvalore, di saperi, di interessi dobbiamo ricostruire la nostra capacità di riprenderci tutto quello che ci stanno togliendo, unendoci su obiettivi comuni e non in base alla nostra collocazione sindacale o contrattuale.



Ci vogliono più precari e sempre più divisi: Uniamoci per riconquistare la certezza e la dignità del nostro futuro.


Non pagheremo la vostra crisi. Rivoltiamo la BCE
Lavoro, reddito, diritti

Lavorare meno lavorare tutti a parità di salario e per l’accesso e la continuità del reddito.

Giovedì 26 Maggio h 12:00
Manifestazione davanti alla sede della Gerit/Equitalia in Via Palmiro Togliatti 1545 – Roma
"Cara Gerit, io non ti pago!"


Coordinamento lavoratrici e lavoratori autoconvocati contro la crisi
assembleaautoconvocata@???


Cara Gerit, io non ti pago!Siamo i precari, parasubordinati, cassaintegrati, senza casa, parite iva, lavoratori autonomi e dipendenti, insomma quelli che producono la ricchezza di questa città! Spesso malpagati, ricattati, con contratti senza diritti e condizioni di lavoro inaccettabili. Siamo i precari che pagano la crisi tutti i giorni sulla propria pelle e che stringono la cinghia quotidianamente per arrivare a fine mese. Come se non bastasse molti di noi si sono indebitati e con mutui, bollette, prestiti, finanziarie, carte revolving, multe non pagate e si trovano oggi ad essere insolventi e perseguitati dalla Gerit/Equitalia, nota a tutti come agenzia dello strozzinaggio istituzionalizzato, che oggi attraverso una normativa di emergenza è addirittura autorizzata dal governo ad entrare direttamente sui i nostri conti correnti e congelare le poche disponibilità finanziarie che abbiamo o pignorare i nostri beni. Spesso l’unica casa, per chi ce l’ha, o addirittura sequestrando dal giorno alla notte le nostre automobili, motorini, a volte l’intero garage, sempre per chi lo possiede. A fronte di questa situazione inaccettabile ed insostenibile andremo il prossimo 26 di Maggio a manifestare la nostra rabbia ed indignazione che guarda in prima battuta alla Gerit/Equitalia, ma che nel mentre, urla al Governo di questo paese la responsabilità politica della repressione fiscale, capillare e incontrollata che stiamo subendo.

Noi la così detta crisi la stiamo già pagando, per le scelte di politica economica che questo governo ha intrapreso peraltro perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione Europea e della BCE. Provvedimenti che hanno salvato i debiti privati delle banche causate dalle speculazioni finanziarie manovrate dai burattinai che spesso etero dirigono la rappresentanza politica, facendoli pagare dal pubblico, ovvero con i nostri soldi, attraverso i contributi che versiamo non solo per mantenere una pubblica amministrazione corrotta e inefficace, lontana dai bisogni dei cittadini, ma oggi anche per mantenere e ripianare i debiti delle banche e delle loro indegne speculazioni. E’ veramente troppo, è veramente inaccettabile.

Rivendichiamo il diritto all’insolvenza per tutti i precari e le famiglie indebitate e ingiustamente perseguitate dalla Gerit/Equitalia, chiediamo una sanatoria immediata e generalizzata per tutti i precari, disoccupati, pensionati e lavoratori. Sarà una manifestazione costruita dal basso a partire dai movimenti sociali dei precari, dei senza casa, degli studenti delle scuole e delle università, dalle rappresentanze di base dei sindacati, dai centri sociali, ma soprattutto sarà dei tanti singoli debitori e famiglie che vogliono manifestare la loro indignazione e che da oggi non saranno soli contro le ingiustizie che si celano dietro i tanti contenziosi accumulati a centinaia di migliaia in tutto il paese.

Un’agenzia la Gerit/Equitalia, nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale che in Italia arriva a superare ormai i 120 Miliardi ogni anno e che invece di segnalare i grandi e piccoli noti evasori, perseguita i precari, i senza casa, la povera gente che onestamente e con dignità arranca tutta la vita. Dentro questa importante giornata di mobilitazione che si lega idelamente e materialmente alla giornata di azione indetta dagli Stati Generali della Precarietà che si sono visti a Roma a metà aprile e che accolgono l’appello internazionale contro l’austerity diffuso dalle reti sociali francesi in occasione del vertice del G8, cominciano le prove generali e diffuse sul territorio del nostro sciopero, uno sciopero precario. Lo sciopero sociale della rabbia dei precari, che tornerà già a partire dal prossimo 30 Maggio ad occupare le piazze e le strada di Roma con lo sciopero metropolitano dei sindacati di base e dei movimenti indipendenti. Cominciano le prove generali della ricomposizione sociale e della lotta dal basso senza quartiere contro i cravattari dello Stato.



We are anticapitalist – we are everywhere-get ready for us – Expect us -



Reddito x Tutt@



Giovedì 26 Maggio h 12:00 Manifestazione davanti alla sede della Gerit/Equitalia in Via Palmiro Togliatti 1545 – Roma



www.scioperoprecario.org


CARA GERIT, IO NON TI PAGO!
Siamo i precari, parasubordinati, cassaintegrati, senza casa, parite iva, lavoratori autonomi e dipendenti, insomma quelli che producono la ricchezza di questa città! Spesso malpagati, ricattati, con contratti senza diritti e condizioni di lavoro inaccettabili. Siamo i precari che pagano la crisi tutti i giorni sulla propria pelle e che stringono la cinghia quotidianamente per arrivare a fine mese. Come se non bastasse molti di noi si sono indebitati e con mutui, bollette, prestiti, finanziarie, carte revolving, multe non pagate e si trovano oggi ad essere insolventi e perseguitati dalla Gerit/Equitalia, nota a tutti come agenzia dello strozzinaggio istituzionalizzato, che oggi attraverso una normativa di emergenza è addirittura autorizzata dal governo ad entrare direttamente sui i nostri conti correnti e congelare le poche disponibilità finanziarie che abbiamo o pignorare i nostri beni. Spesso l’unica casa, per chi ce l’ha, o addirittura sequestrando dal giorno alla notte le nostre automobili, motorini, a volte l’intero garage, sempre per chi lo possiede. A fronte di questa situazione inaccettabile ed insostenibile andremo il prossimo 26 di Maggio a manifestare la nostra rabbia ed indignazione che guarda in prima battuta alla Gerit/Equitalia, ma che nel mentre, urla al Governo di questo paese la responsabilità politica della repressione fiscale, capillare e incontrollata che stiamo subendo.

Noi la così detta crisi la stiamo già pagando, per le scelte di politica economica che questo governo ha intrapreso peraltro perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione Europea e della BCE. Provvedimenti che hanno salvato i debiti privati delle banche causate dalle speculazioni finanziarie manovrate dai burattinai che spesso etero dirigono la rappresentanza politica, facendoli pagare dal pubblico, ovvero con i nostri soldi, attraverso i contributi che versiamo non solo per mantenere una pubblica amministrazione corrotta e inefficace, lontana dai bisogni dei cittadini, ma oggi anche per mantenere e ripianare i debiti delle banche e delle loro indegne speculazioni. E’ veramente troppo, è veramente inaccettabile.
Rivendichiamo il diritto all’insolvenza per tutti i precari e le famiglie indebitate e ingiustamente perseguitate dalla Gerit/Equitalia, chiediamo una sanatoria immediata e generalizzata per tutti i precari, disoccupati, pensionati e lavoratori. Sarà una manifestazione costruita dal basso a partire dai movimenti sociali dei precari, dei senza casa, degli studenti delle scuole e delle università, dalle rappresentanze di base dei sindacati, dai centri sociali, ma soprattutto sarà dei tanti singoli debitori e famiglie che vogliono manifestare la loro indignazione e che da oggi non saranno soli contro le ingiustizie che si celano dietro i tanti contenziosi accumulati a centinaia di migliaia in tutto il paese.
Un’agenzia la Gerit/Equitalia, nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale che in Italia arriva a superare ormai i 120 Miliardi ogni anno e che invece di segnalare i grandi e piccoli noti evasori, perseguita i precari, i senza casa, la povera gente che onestamente e con dignità arranca tutta la vita. Dentro questa importante giornata di mobilitazione che si lega idelamente e materialmente alla giornata di azione indetta dagli Stati Generali della Precarietà che si sono visti a Roma a metà aprile e che accolgono l’appello internazionale contro l’austerity diffuso dalle reti sociali francesi in occasione del vertice del G8, cominciano le prove generali e diffuse sul territorio del nostro sciopero, uno sciopero precario. Lo sciopero sociale della rabbia dei precari, che tornerà già a partire dal prossimo 30 Maggio ad occupare le piazze e le strada di Roma con lo sciopero metropolitano dei sindacati di base e dei movimenti indipendenti. Cominciano le prove generali della ricomposizione sociale e della lotta dal basso senza quartiere contro i cravattari dello Stato.

We are anticapitalist - we are everywhere-get ready for us – Expect us -
Reddito x Tutt@
Giovedì 26 Maggio h 12:00 Manifestazione davanti alla sede della Gerit/Equitalia in Via Palmiro Togliatti 1545 – Roma

www.scioperoprecario.org