Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 25 maggio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
Genova 469° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito
www.orainsilenzioperlapace.org
PARTNERSHIP ITALIA- ISRAELE IN NOME DELLE ARMI
**Peggior giorno non poteva scegliere il presidente della Repubblica 
Giorgio Napolitano per recarsi in Israele a ricevere il /Dan David/, il 
premio da un milione di dollari che il finanziere a capo del colosso 
internazionale delle apparecchiature fotografiche riconosce annualmente 
ai vip distintisi nella “/difesa dei valori universali della giustizia, 
della democrazia e del progresso”/. La consegna del mini Nobel è 
avvenuta il 15 maggio a Tel Aviv mentre alla frontiera di Israele con il 
Libano e la Siria era in atto la feroce repressione dei manifestanti che 
commemoravano la /Nakba/, il giorno della “catastrofe” del 1948 quando 
con la creazione dello stato d’Israele, decine di migliaia di 
palestinesi furono costretti ad abbandonare la regione nativa.
/Almeno una ventina le persone uccise dall’esercito, ancora una strage 
che per l’ennesima volta non ha turbato l’élite politica ed economica 
italiana che insegue lucrosi affari con le imprese israeliane. ///
Il /core business/ dell’asse Roma-Tel Aviv è rappresentato dal mercato 
delle armi e specie con Berlusconi, l’Italia si è distinta nel tessere 
sempre più proficue relazioni nel campo della “difesa” e della “sicurezza”.
Come evidenzia la /Rete Italiana per il Disarmo/, le vendite autorizzate 
al governo di Tel Aviv superano complessivamente *i due milioni di euro 
l’anno*, e riguardano in particolare “/armi di calibro superiore ai 
12,7mm e aeromobili, sistemi d’arma ad energia diretta e apparecchiature 
elettroniche/”.
Tra le imprese italiane coinvolte spiccano i nomi di
*/Simmel Difesa/**, /Beretta/, /Northrop Grumman Italia/, /Galileo 
Avionica/, /Oto Melara/ ed /Elettronica/*.
A ciò vanno poi aggiunti i contratti stipulati all’estero dalle società 
controllate dalle holding nazionali, non considerati nei rapporti del 
governo.
/DRS Technologies Inc., /aziendadel gruppo *Finmeccanica* con sede a 
Parsippany, New Jersey, ha sottoscritto uncontratto di 6 milioni di 
dollari con l’U.S. Army’s Tank-Automotive and Armaments Command (TACOM) 
per produrre autoarticolati da 80 tonnellate per il trasporto dei carri 
armati “Merlava” in dotazione alle forze armate israeliane.
*Finmeccanica*che punta ad una maggiore visibilità nel mercato armato e 
spera di entrare nella megacommessa autorizzata a fine 2010 da 
Washington per la fornitura di *20 cacciabombardieri /stealth/ di nuova 
generazione F-35A Lightning II*.
I caccia sono prodotti dalle industrie statunitensi Lockheed Martin, 
Northrop Grumman e BAE Systems *con il modestissimo contributo di Alenia 
Aeronautica. Il valore dell’accordo è stimato in 2,75 miliardi di 
dollari*, ma potrebbero essere superati i 10 miliardi se venisse 
esercita un’opzione per l’acquisto di altri 55 cacciabombardieri. Le 
consegne avverranno a partire dal 2016 con la partecipazione di /Israel 
Aerospace Industries/ e /Elbit Systems/.
L’altro pilastro della partnership è rappresentato dalle esercitazioni 
dei reparti d’élite delle forze armate *italo - israeliane*.
Buona parte di esse si tengono da alcuni anni nei grandi poligoni 
militari della Sardegna e nell’aeroporto di Decimomannu (Cagliari). Gli 
ultimi giochi di guerra in grande scala risalgono al novembre 2010, 
quando 38 aerei da guerra e oltre 600 militari italiani ed israeliani si 
sono dati appuntamento a Decimomannu per l’esercitazione “Vega”. Per 
diversi giorni sono stati simulati duelli aerei ed eseguiti 
bombardamenti con missili aria-terra. Protagonisti gli squadroni con 
caccia F-15 della base di Tel Nof (a sud di Tel Aviv) ed F-16 della base 
di Nevatim (Neghev) e un velivolo senza pilota “Eitam” G550,
. *In prima linea per l’Italia i cacciabombardieri Tornado ECR del 50° 
Stormo, gli F-16 del 37° Stormo, gli Amx ”Ghibli” del 32° Stormo e gli 
Eurofighter ”Typhoon” del 4° Stormo*.
Proprio i reparti che quattro mesi più tardi - con la benedizione del 
presidente Napolitano - sarebbero stati destinati da Berlusconi e La 
Russa alle operazioni di bombardamento in Libia
tratto da un articolo di Antonio Mazzeo