Auteur: norma Date: À: forumgenova@inventati.org, Fori sociali Sujet: [NuovoLab] 468° ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 17 maggio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 468° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito
Due milioni di persone hanno firmato per questi referendum
Non vanifichiamo tutto!
*Il 12 e il 13 Giugno 2011 *
*Vai al tuo seggio elettorale e*
*Vota 2 volte SI
*
*PER FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA *
*I Referendum ci saranno!*
Le guerre di oggi vengono combattute per il petrolio il più
“privatizzato”dei beni “privatizzati”. (Libia, Afghanistan: chi crede
più alle balle sulle guerre umanitarie?),
E’ in atto un processo di privatizzazione e spartizione dell’acqua a
livello mondiale, enel futuro i padroni ci costringeranno a combattere
anche per l’acqua, in nome del “loro” profitto
Il servizio idrico deve essere gestito esclusivamente attraverso enti di
diritto pubblico. La gestione deve esserefinanziataanche con
*lariduzione delle spese militari*
Immaginate di avere al polso un orologio digitale che indica non solo i
minuti e le ore, ma la cifra della spesa militare di minuto in minuto e
di ora in ora. Potete così vedere che in Italia si spendono nel settore
militare, con denaro pubblico, oltre 50mila euro al minuto, 3 milioni
ogni ora, 76 milioni al giorno. Il che equivale a circa 27 miliardi di
euro (38 miliardi di dollari) in un anno. L'orologio è tarato sugli
ultimi dati del Sipri (l'autorevole istituto internazionale con sede a
Stoccolma), relativi alla spesa militare del 2010
.Lo stesso orologio, con inciso sulla cassa *«ricorda che l'Italia
ripudia la guerra»*, dovrebbe essere dato anche ai parlamentari. In
particolare allo schieramento bipartisan che quest'anno stanzia, con
denaro pubblico, 800 milioni di euro per la guerra in Afghanistan (dopo
avervi già speso 3 miliardi), ai quali si aggiungono oltre 100 milioni
al mese per la guerra di Libia. Sarebbe bene che l'orologio lo avessero
al polso anche i politici e sindacalisti che, mentre lamentano la
pressione fiscale sui cittadini e la scarsità di fondi per le spese
sociali, dimenticano che ogni anno l'Italia spende nel militare
l'equivalente di una grossa finanziaria e che i soldi per le spese
sociali ci sarebbero se vi fosse la volontà di ridurre la spesa
militare. Importante sarebbe che l'orologio lo portassero tutti i
cittadini. Vedrebbero così che la spesa militare di un solo giorno
equivale ai salari annui lordi di 3mila insegnanti o altri lavoratori. E
visto «che spesa è», direbbero che è ora di farla finita.