[autorgstudbo] B.I.R.R.A. OFF a VAG 61, con le riviste MONGO…

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Aihe: [autorgstudbo] B.I.R.R.A. OFF a VAG 61, con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA, MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011
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B.I.R.R.A. OFF a VAG 61 *
*con le riviste MONGOLFIERA e ZERO IN CONDOTTA e il BIRRIFICIO DADA*

*MERCOLEDI’ 18 MAGGIO’011 dalle 19*

*A Vag61, in via Paolo Fabbri 110,* un’anteprima della seconda edizione di
B.I.R.R.A. – Bagarre internazionale riviste alternative, il festival delle
riviste indipendenti e dei microbirrifici artigianali che torna a Bartleby
da venerdì 20 a domenica 22 maggio’011. Nel corso della serata, in compagnia
del birrificio Dada di Correggio (Re), la presentazione dell’esperienza
delle riviste Mongolfiera e Zero in condotta. Dalle 19 aperitivo,
degustazioni, cena, incontro con i redattori e mostra “Vent’anni di Bologna
attraverso le foto di Mongolfiera e Zero in condotta”.
- Ore 19 aperitivo e degustazione/presentazione del birrificio Dada di
Correggio (Re)
- Ore 20 cena
- Ore 21 presentazione delle riviste “Mongolfiera” (1984-1995) e “Zero in
condotta (1995- 2003). Saranno presenti alcuni redattori. Durante la serata
sarà esposta la mostra “Vent’anni di Bologna attraverso le foto di
Mongolfiera e Zero in condotta”

*MONGOLFIERA*
"Mongolfiera" nacque il 29 settembre 1984 da un'idea balzana di un gruppo di
"operai politicizzati" che, negli anni precedenti, avevano lavorato e
lottato nelle fabbriche di Santa Viola e Borgo Panigale. L'idea, oltre che
balzana, era molto "antistorica", perché, attorno alla rivista, si formò una
cooperativa di giornalisti, stampatori, grafici e impaginatori con l'intento
di raggiungere "l'autosufficienza editoriale". Il giornale, all'inizio, si
ispirava al "Time out" londinese e al "Pariscope" parigino, settimanali di
informazione sulla vita notturna e sugli spettacoli. Il titolo stesso
richiamava all'occhio attento che, dall'alto, guardava quello che avveniva
in città. Ben presto, però, "Mongolfiera" si trasformò in un quindicinale di
informazione a 360°, con molta attenzione alla vita culturale bolognese,
alle produzioni alternative, alla politica dal basso legata alla ripresa dei
movimenti che, nei primi anni novanta, tornarono a farsi sentire con la
zampata della Pantera. "Mongolfiera" ebbe tra i suoi redattori e
collaboratori, autori bolognesi come Francesco Freyrie, Pino Cacucci,
Roberto Roversi, Gilberto Centi, Claudio Lolli, Fabio Bonifacci, il mite
migrante (Francesco Tripodi), diversi comici del Gran Pavese Varietà. Per
molti giornalisti che oggi lavorano nei quotidiani di Bologna attraversare
quell'esperienza fu un'utile palestra formativa.
Nel 1991, il giornale diventò settimanale, con l’obiettivo di offrire “una
nuova bussola” per esplorare Bologna da un punto di vista inconsueto. Con
quella periodicità fu in edicola per più di tre anni, per poi ritornare
quindicinale fino alla sua chiusura nel luglio del 1995. Presso l’Editoriale
Mongolfiera, fu pubblicata, a cura di Franco Berardi (Bifo), una collana di
libretti ispirati all’esperienza di “A/Traverso”, rivista sperimentale degli
anni Settanta. Altre pubblicazioni periodiche furono la rivista di
letteratura "Temporali" e il foglio poetico "Soup". Un'altra esperienza
editoriale che prese vita, accanto a "Mongolfiera", fu quella della casa
editrice *Agalev* (che, tra le altre pubblicazioni, fece uscire, prima in
Italia, la biografia di Nelson Mandela, quando il leader nero era ancora
imprigionato dal regime dell'apartheid sudafricano).

*ZERO IN CONDOTTA*
Questo editoriale fa venir fuori, con efficacia, l'anima di "Zero in
condotta", un giornale che uscì nelle edicole di Bologna e provincia, sia
come settimanale che come quindicinale, per 167 volte, dall'ottobre 1995 al
dicembre 2003
*Fin dalla nostra nascita siamo diventati degli specialisti della “acqua
alla gola” e abbiamo fatto di precarietà virtù… Dopo gli anni di
Mongolfiera, siamo ancora qui, arrancanti ma presenti:
- brutti, da vedere (non viaggiamo su carta patinata o in quadricromia);
- sporchi (se qualcuno ha visitato la nostra redazione se ne può rendere
conto: mobilio da “croce rossa”, riscaldamento a bombola o ad “ammassamento
animale” che provoca un originale “effetto stalla”);
- cattivi (le cose che noi scriviamo sulla sonnolenza, sull’assopimento di
questa città, la “scossa” che ogni tanto cerchiamo di darle, i “pizzicotti”
continui a cui sottoponiamo spesso i nostri amministratori pubblici, sono
una caratteristica di queste pagine).
Insomma, l’avrete capito, siamo dei monellacci a cui un bel Zero in condotta
non lo toglie proprio nessuno.
Questo banale gioco di parole sottintende anche la nostra propensione alla
libertà, all’autonomia, all’indipendenza… e queste cose, al giorno d’oggi
(ma anche ieri e ieri l’altro), si pagano care.
Noi, l’avrete visto, non ci accapigliamo per le nomine alla Camera di
Commercio, alla Banca del Monte, alla Cassa di Risparmio. Ci incazziamo
perché il Comune va in ritirata sull’istruzione pubblica, perché il cemento
erode il verde, perché i giovani sono considerati meno di zero da questa
amministrazione. Ci piace la musica e ci incazziamo perché l’Ente locale
continua a sovvenzionare quasi esclusivamente una istituzione stantia come
il Comunale, salotto “cotto” di una borghesia ignorante e “rifatta” che usa
il bel teatro del Bibiena per mettere in mostra i suoi patetici lifting.
Invece di omaggiare "quelli che contano", le nostre 24 pagine le metteremo a
disposizione dei tossici, dei barboni, dei migranti, degli studenti fuori
sede, delle ragazze, dei rocchettari, dei ravers, degli ambientalisti
“spinti”, dei precari, dei cosiddetti “lavoratori autonomi di seconda
generazione”, dei lavoratori dipendenti (classe sociale non ancora estinta,
come qualcuno vorrebbe farci credere).
Invece dell’Impresa prediligiamo l’impresa sociale, il liberismo lo
combattiamo… preferiamo l’autogestione e la cooperazione sociale.
Siamo di sinistra, sia rossi che verdi (il nero lo usiamo solo
nell’abbigliamento), poco liberali (quasi niente) molto libertari, ci piace
l’ironia… della serie, “duri ma con gioia”. Non siamo “omologati”.
Forse è per tutte queste ragioni che non ci aspettiamo attestati di
apprezzamento o di solidarietà dalla corporativa categoria giornalistica,
appelli per la libertà di stampa da politici, “uomini di cultura”,
magistrati, opinion leader. Non è stato così quando Mongolfiera chiuse nel
luglio ‘95, non lo sarà ora che Zero in condotta apre.
E così ci rivolgiamo a voi, simpatici fratelli che spesse volte abbiamo
“aiutato” sulle pagine dei nostri giornali, agli spazi autogestiti, ai rock
club e ai jazz club, ai piccoli spazi di spettacolo, alle radio
“democratiche” o di “sinistra”. Noi abbiamo dato spazio alle vostra realtà,
alle vostre progettualità, alle vostre programmazioni, ora vi chiediamo di
organizzare, insieme a noi, delle iniziative per far vivere questa “voce
fuori dal coro”.
Ed infine un sostegno, uno sforzo supplementare, lo chiediamo a voi cari
lettori, fedeli compagni di viaggio che ci avete seguito in questa
avventura: vi chiediamo abbonamenti, promozione passa parola, “azionariato
popolare”, diventare soci della nostra cooperativa editoriale.
Noi siamo sognatori, ma quando ci poniamo un obiettivo, con ostinazione
vogliamo perseguirlo. *

Negli otto anni di vita Zero in condotta ha raccontato la Bologna dei centri
sociali, delle baraccopoli sul Lungoreno, della cultura underground, dei
migranti e degli invisibili. Ha attraversato le giornate del No Ocse e la
stagione del movimento No Global, dedicando l’ultimo numero a Carlo
Giuliani. Dal 2007 la testata rivive nell’esperienza di Zic.it, quotidiano
on line autogestito.

*BIRRIFICIO DADA*

Dal sito: “Il Birrificio Dada intende produrre birra artigianale di
qualità, in modo sublime, intrigante, passionale e originale, attraverso la
totale dedizione, ricerca, e sperimentazione per ottenere un prodotto sempre
più apprezzabile, dagli esperti degustatori come dagli assaggiatori di
passaggio”


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