[foa_Boccaccio003] DA UNO SPAZIO ALL’ALTRO,MA ORA GUAI A CHI…

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Autore: F.O.A. boccaccio003
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To: FOA Boccaccio 003 - Monza
Oggetto: [foa_Boccaccio003] DA UNO SPAZIO ALL’ALTRO,MA ORA GUAI A CHI CI TOCCA

I segnali lanciati con i cortei contro lo sgombero di via Aspromonte 12
(quello pomeridiano studentesco e quello serale) e la successiva
rioccupazione di via Durini 19 sono stati molto chiari. Indietro non si
torna: lo spazio sociale a Monza, la sua esistenza, sono dati di fatto
che diamo per consolidati.

Tutto il resto sono chiacchere di un talk show a cui non abbiamo
interesse a partecipare, ma che guardiamo dall’esterno, negli intervalli
del nostro lavoro quotidiano.



Vediamo come in consiglio comunale la compagine di Mariani cerca di
destreggiarsi maldestramente di fronte alla forza messa in campo dalla
F.O.A. Boccaccio, rifugiandosi nelle solite argomentazioni di carattere
legalitario e nelle fandonie di presunti alfieri della sicurezza
cittadina.

Il dato politico che emerge chiaro da settimane di mobilitazione è uno
solo: la forza propulsiva delle idee e le energie che scaturiscono dalla
nostra determinazione nel perseguire gli obiettivi sono aumentate e
divenute capaci di abbattere gli ostacoli che questa Amministrazione ha
cercato di porre sulla nostra strada.

Occorre sottolineare che finora tutto è avvenuto senza alcun turbamento
dell’ordine pubblico, incidente, o disagio per la città, ma solo
attraverso una strategia ben pianificata, frutto dell’intelligenza
collettiva di centinaia di persone (studenti, lavoratori, disoccupati)
che individuano pratiche e linguaggi in funzione degli obiettivi che ci
si pone.



Però la rabbia accumulata in otto anni di repressione e sgomberi, di
progetti mutilati sul nascere o dopo anni di consolidata validità, di
trattative affossate, avrebbe legittimamente potuto declinarsi in altra
maniera.

E’ chiaro che se qualcuno proverà ancora, in preda al delirio
legalitario, ad affrontare “manu militari” le problematiche che
solleviamo, che sono di natura sociale, culturale, politica, la risposta
della piazza potrebbe essere diversa, calibrata su un accanimento
inaccettabile nei nostri confronti.

L’ottavo sgombero non sarà tollerato: da via Durini ce ne andiamo solo
se un nuovo spazio sarà pronto ad accogliere le nostre attività.



Dateci l’Apollo, dateci i magazzini di via Aspromonte 12, dateci uno
spazio comunale qualsiasi (e ce ne sono tanti) così non dovrete
preoccuparvi della nostra “incolumità” nell’attuale sede del Boccaccio,
da alcuni definita “fatiscente”. Ci siamo stancati di proprietari che si
ricordano dell’esistenza di questi spazi solo se qualcuno prova a
recuperarli, per poi rivolerli indietro e lasciarli ancora a marcire
(sorte destinata a tutti gli spazi che abbiamo toccato). Alla fatiscenza
facciamo fronte col nostro lavoro quotidiano di recupero, perché noi
questi luoghi li facciamo rivivere, non li danneggiamo, come l’ass.
Villa ha affermato recentemente. Si vada a fare un giro in via Boccaccio
6 per verificare qual è lo stato dello stabile da quando è stato
sgomberato.



Comunque per ora siamo in via Durini 19 e continuiamo nei nostri
percorsi: il Boccaccio c’è e continua a operare, esprimendo contenuti e
parole d’ordine chiare. Oggi, 6 maggio 2011, giornata di un controverso
sciopero generale parliamo di lavoro e lo facciamo a modo nostro,
sottolineando in primis la necessità di trovare nuove forme di sciopero
che tornino a far male a chi ci ha reso precari, sfruttati, incarcerati
nella dinamica di un’esistenza priva di prospettiva di reddito e
diritti. La critical mass che abbiamo organizzato e che ha attraversato
in maniera creativa la città, toccando alcuni luoghi simbolo di quelli
che chiamiamo “assi della precarietà” (lavoro, casa, affetti, saperi,
mobilità), è una piccola prova di “sciopero precario”, un esperimento
per testimoniare che con fantasia e capacità di comunicazione si possono
superare strumenti di lotta ormai incapaci di ridefinire i rapporti di
forza tra chi produce ricchezza e non ne gode (noi) e chi invece la
accumula sfruttandoci.



In questa giornata abbiamo anche deciso di inaugurare un nuovo spazio
pubblico all’interno della F.O.A. Boccaccio: il Cafè Precario
(http://boccaccio.noblogs.org/post/2011/05/05/inagurazione-cafe-precario).

Vogliamo che sia luogo di transito e di confronto tra tutti coloro che
non si riconoscono nella Monza che viviamo oggi e in generale nel regime
esistenziale a cui troppi si stanno abituando. Servono luoghi di
conflitto, laboratori per studiare forme di lotta e ambiti di
condivisione di saperi, conoscenze, esperienze. Servono luoghi
collettivi, dove organizzarsi e pensare come utilizzare il nuovo spazio,
facendo ripartire i percorsi nati in tre settimane di occupazione
all’interno dello stabile di via Aspromonte 12. Speriamo dunque che
questo Cafè sia un luogo di questo tipo.



F.O.A. Boccaccio 003

Via Durini 19, Monza

boccaccio.noblogs.org