[NuovoLab] Decollano da Sigonella i Predator contro la Libia

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] Decollano da Sigonella i Predator contro la Libia
www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 27-04-11 - n. 361


Decollano da Sigonella i Predator contro la Libia

di Antonio Mazzeo

26/04/2011

Operano da Sigonella gli aerei senza pilota UAV MQ-1 Predator che il
Pentagono ha destinato per le operazioni di bombardamento in Libia. La
notizia, filtrata nei giorni scorsi su alcuni quotidiani statunitensi,
ha trovato l’autorevole conferma dell’International Institute for
Strategic Studies (IISS) di Londra. Secondo l’ultimo rapporto del
centro studi sulle unità alleate impegnate nell’operazione “Unified
Protector”, meno di una settimana fa due squadroni dell’US Air Force
con velivoli Predator sono stati schierati nella base siciliana. Un
drone è stato utilizzato la prima volta sabato 23 aprile per
distruggere una batteria di missili libici nei pressi del porto di
Misurata; un secondo raid è stato sferrato invece a Tripoli nella
tarda mattinata del 24 contro un sistema anti-aereo “SA-8”.
Quest’ultimo attacco avrebbe subito un ritardo sulla tabella di marcia
stabilita dagli operatori di terra del Predator. “Nei pressi della
postazione missilistica sorge un campo di calcio dove era in corso un
incontro di football tra numerosi civili”, riporta una nota del
comando NATO per le operazioni di guerra in Libia. “L’attacco è stato
eseguito solo dopo che tutte le persone si erano allontanate dall’area
suddetta”.

“I velivoli senza pilota Predator accrescono l’abilità delle forze
NATO a spiare 24 ore al giorno tra gli angoli più inaccessibili del
campo di battaglia libico e a colpire con attenzione e precisione”, ha
dichiarato l’ammiraglio Russ Harding, vice-comandante della coalizione
alleata. “Questi bombardamenti continueranno e noi chiediamo ai civili
che vivono nelle regioni interessate di tenersi il più possibile
distanti dalle forze armate di Gheddafi e dalle loro installazioni, in
modo di poter colpire con maggiore successo e con il minimo rischio
per la popolazione”. Alla luce di quanto avvenuto in Afghanistan,
Pakistan e Yemen dove gli UAV hanno prodotto una interminabile sequela
di vittime “collaterali”, l’ammonimento USA assume connotati
minacciosi e inquietanti. L’autorizzazione del presidente Obama
all’impiego dei velivoli teleguidati contro la Libia è giunta poi
qualche ora dopo la notizia che quattro missili sganciati da un
Predator contro l’accampamento militare di Spinwam, in Pakistan, aveva
causato la morte di 25 persone, tra cui cinque donne e quattro
bambini.

Realizzato dalla General Atomics Aeronautical Systems Inc., il
Predator è descritto come un “aereo senza pilota di medie altitudini e
lunga durata”. Di appena 8,22 metri di lunghezza, gode di un’autonomia
di volo di 40 ore e può volare sino ad un’altezza di 9.000 metri sul
livello del mare. I sensori ottici e i sistemi di video-sorveglianza
possono individuare e fotografare qualsiasi target anche in condizioni
di intensa nuvolosità. Ma più che un aereo spia, il Predator è un’arma
letale da first strike, in grado d’individuare, inseguire ed eliminare
l’obiettivo con estrema precisione grazie ai due missili aria-terra a
guida laser AGM-114 “Helfire” di cui è armato. Un sistema operativo
completo MQ-1 Predator consiste di quattro aerei, una stazione di
controllo terrestre, un Predator Primary Satellite Link e del
personale addetto alle operazioni di guida e di manutenzione (in forza
al 15° e al 17° Squadrone “riconoscimento” della base aerea di
Creech-Las Vegas, Nevada).

Per le operazioni d’intelligence e di guida degli attacchi, il
Pentagono utilizza pure un altro tipo di velivolo senza pilota, l’RQ-4
Global Hawk (“falco globale”), prodotto dalla Northrop Grumman. Il
viceammiraglio William Gortney, in una sua recente intervista alla
stampa statunitense, ha confermato che il Global Hawk “sta fornendo
una sorveglianza continua del territorio libico, eseguendo missioni di
volo dalla base aerea di Sigonella”. Di dimensioni nettamente maggiori
del Predator, il “falco globale” gode di un’autonomia di volo ci circa
30 ore e può volare a 60.000 piedi di altezza in qualsiasi condizione
meteorologica. Dopo aver ingrandito con i propri visori di bordo le
immagini captate e calcolate le coordinate geografiche dei potenziali
obiettivi, il Global Hawk invia le informazioni ai centri di analisi
terrestri e agli aerei-radar AWACS della NATO (questi ultimi operativi
da Trapani-Birgi) che stabiliscono i target da bombardare con i
cacciabombardieri, i missili da crociera e gli UAV.

Il ruolo strategico di Sigonella nelle operazioni in Libia è
consacrato pure dai velivoli pattugliatori P-3C “Orion”, gioielli
dell’intelligence navale convertiti in aerei d’attacco: la US Navy ha
dotato infatti gli “Orion” dei missili aria-superficie AGM-65
“Maverick”, utilizzati per la prima volta a fine marzo a Misurata per
distruggere l’unità della Guardia coste “Vittoria” e due piccole
imbarcazioni militari libiche. La base siciliana funziona da vero e
proprio hub per la movimentazione di uomini, mezzi e sistemi d’arma
destinati allo scacchiere libico. Sigonella offre il supporto
tecnico-logistico agli aerei a decollo verticale V-22 “Ospreys” (in
dotazione all’unità anfibia USS Kearsarge, nave-comando del gruppo
navale d’assalto dislocato nel Mediterraneo), agli elicotteri CH-46
“Sea Knight” e CH-53E “Super Stallion” del Corpo dei marines, e ai
cacciabombardieri F-15 ed F-16 “Fighting Falcon” che l’US Air Force ha
trasferito nel Canale di Sicilia. Da Sigonella partono inoltre i
ricognitori Boeing RC-135 “Rivet Joint”, i velivoli di sorveglianza
elettronica EP-3E “Aries II”, quelli per il rilevamento dei segnali
radar EA-18G “Growlers” e gli aerei cisterna KC-130 e KC-135
utilizzati per il rifornimento dei velivoli impegnati nei raid,
compresi i cacciabombardieri strategici B-2 (gli “aerei invisibili”).

Se l’amministrazione Obama farà sue le richieste del senatore
repubblicano John McCain, fautore di un maggiore impegno statunitense
nel conflitto contro Gheddafi, a Sigonella verranno schierati pure gli
aerei A-10 “Thunderbolt” e AC 130 “Spectre”, infernali strumenti di
morte dell’US Air Force. Il “Thunderbolt” è armato di un cannone lungo
più di sei metri, il GAU-8/ “Avenger” (vendicatore), in grado di
sparare fino a 4.200 colpi in un minuto. I proiettili di 30 centimetri
contengono ognuno 300 grammi di uranio impoverito per perforare
blindati e carri armati. Conti alla mano, ad ogni raffica “Avenger”
disperde nell’ambiente più di 15 chili di microparticelle radioattive.
Lo “Spectre”, invece, può essere dotato, alternativamente, di un
cannone da 105 millimetri o da cannoncini da 40 e 25 millimetri con
proiettili perforanti anti-carro.

Secondo l’International Institute for Strategic Studies di Londraa
Sigonella sono infine schierati sei cacciabombardieri F-16AM
dell’aeronautica danese (armati di bombe GBU-49 da 500 libbre); otto
cacciaintercettori JAS-39 e un aereo cisterna Tp-84 dell’aeronautica
militare svedese; due pattugliatori marittimi Lockheed CP-140 “Aurora”
(con missili MK-46 Mod V), canadesi; sei caccia F-16C e un aereo
cisterna Boeing KC-135 “Stratotanker”, turchi.

http://www.resistenze.org/sito/os/dg/osdgbd27-008874.htm