[NuovoLab] Licenziati con menzogna

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Autore: ugo
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Oggetto: [NuovoLab] Licenziati con menzogna
Licenziati con menzogna
Nello scorso luglio ha suscitato molto clamore il licenziamento dei 3 operai da parte della Fiat di Melfi, due dei quali rappresentanti sindacali della Fiom, con l’accusa di sabotaggio alla produzione per aver fermato, nel corso di una lotta, il carrello robotizzato. In quella occasione, lo stesso segretario della Fiom, Maurizio Landini, minacciò i vertici aziendali di ritorsioni politiche/sindacali e d’interventi di carattere giudiziario, particolarmente quando i tre operai, che erano stati reintegrati dal giudice, non vengono fatti rientrare al lavoro dalla Fiat, pur pagando la loro inattività, concedendo solo la possibilità di fare attività sindacale anche all’interno.
Anche la direzione sindacale Fiom, dopo le sparate del momento, fa cadere nel totale silenzio la vicenda. Ma nell’udienza tenutasi il 15 marzo, le accuse rivolte dall’Azienda si dimostrano del tutto infondate, in quanto viene documentato che i tre operai, nel giorno e nell’ora del supposto blocco del carrello, non si trovavano nello stabilimento, ma in manifestazione. Giovanni Barozzino, uno dei tre di Melfi, in un’intervista dichiara: “la verità è agli atti, ma la maggior parte dei giornali non l’ha mai riportata completamente. Quella notte non è successo assolutamente nulla e non lo dico solo io, che potrei essere di parte, lo dicono gli atti ufficiali, i tabulati telefonici e le quasi cinquanta testimonianze che abbiamo presentato”. C’è qualcosa che vorrebbe dire all’opinione pubblica e ai lavoratori? Gli viene chiesto e risponde: “Io vorrei che l’opinione pubblica capisse che il potere mediatico di un soggetto può essere immenso, e per questo bisogna conoscere i fatti per farsi un’idea corretta della vicenda. Chiunque è stato attento a quello che è successo nell’ultimo anno nel mondo del lavoro capisce che è stata una azione politica contro i diritti dei lavoratori. Credo che non ci sia più la storia di Melfi, di Pomigliano, di Mirafiore o della Vinlys: c’è la storia dei lavoratori che lottano per i diritti. Penso che quasi nessuno si voglia interessare a queste vicende, perché forse non interessa sapere cosa succede nel mondo del lavoro. Invito tutti a fare una riflessione, perché in un paese civile non si può continuare così”.

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Ugo Beiso











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