Auteur: Accattone Date: À: hackmeeting Sujet: Re: [Hackmeeting] Puntata Report "Il prodotto sei tu" contestata?!?
> quindi finita qui, chi vuole continuera' la discussione e poi dalla mail
> di accattone qualcuno tirera' fuori un sunto da mandare.
Faccio un ultimo giro di correzioni e aggiunte. Se c'e' bisogno di altri
aggiustamenti fate vobis, che' so' fuso...
_Non_ la mandiamo come HackIT. La cosa migliore, IMHO, e' mandarla
anonima. Magari usando un'anonymous remailer. Sarebbe solo simbolico,
chiaramente. Basterebbe prendere brani di testo, metterli su google, e
si troverebbe la ML su cui sono stati discussi. E magari uno o una si
vedrebbe pure tutte le posizioni e sarebbe parecchio fico, per farsi
un'idea piu' completa...
Quindi nessuna firma. E diventa una comunicazione forse utile a report
per fare meglio. Oltre che a noi per veicolare alcuni dei nostri
contenuti tramite un megafono esterno ed evitare che invece i
"tecnoentusiasti/tecnoignoranti" inibiscano, seppur parzialmente, di
riprendere il discorso.
La mandiamo? Chi la manda?
Saluti "anonimi",
Accattone
Spettabile redazione di Report,
siamo un gruppo di appassionati di informatica. Non e' importante quale.
La puntata del 10 aprile "Il prodotto sei tu" è stata
veramente interessante. Finalmente qualcuno che parla in tv di quanto
Facebook, Google e altri colossi del web minaccino la privacy! In un
modo decisamente avanzato, rispetto a quello che si vede passare sulla
televisione generalista. Seppur non impeccabile da un punto di vista
tecnico, siete comunque riusciti a far passare il messaggio che non si
può avallare e invitare all'uso di una tecnologia, posseduta da una
multinazionale straniera, che a discrezione può eliminare o censurare
contenuti e quindi interferire nello scambio ed il confronto
democratico tra i cittadini.
Il servizio secondo noi non era tecnicamente perfetto. Ad esempio, https
è stato presentato come un rimedio salvifico che Google e Twitter ed
altri hanno finalmente imboccato, mentre Facebook lo ritiene
facoltativo: questo ha poco a che vedere con la privacy. Https e' per
la sicurezza, non per la privacy (due concetti profondamente diversi).
Inoltre non abbiamo apprezzato particolarmente la posizione sulla
pirateria e anch'essa c'entra ben poco con la privacy. Apprezzabili
invece i riferimenti alla differenza tra "hackers" e "crackers" e di
come i primi ritengano importante l'anonimato in rete. Ci pare pure che,
proprio perche' il pezzo voleva essere divulgativo, si poteva andare
oltre il pur giusto e circostanziato sollevamento delle obiezioni
inquietanti riguardanti la privacy, proponendo strumenti per
l'autodifesa. Sul finire della puntata avete accennato a TOR, anche se
come contromisura alla censura piuttosto che sul tema privacy. Inoltre
Tor e' un buon rimedio per google e soci ma serve a poco per
facebook. Il problema del tracciamento dei dati si risolve ora
abbastanza facilmente anche senza tor, ma usando le 'privacy extension'
dei browser, firefox ha vari 'plugin', IE ha il bottone privacy
browsing, Safari lo sta mettendo, ecc.
Il problema dell'uso di facebook e' solo di un uso piu' cosciente: se
proprio bisogna usarlo, dato che quel che scrivi la' dentro non e' tuo,
scrivi il meno possibile, scrivi poche informazioni personali, NON
METTERE MAI informazioni/foto su altri utenti o persone in generale,
evita di usare 'I like' e evita di usare applicazioni che diano
informazioni che non vuoi veramente dare (tutte quelle che dicono dove
sei, o che fai, o con chi sei). Qualsiasi cosa metti o pigi su facebook
da informazioni di te anche a chi ti vuole male (Stato compreso). Sii
sempre cosciente di quel che scrivi li'. Non dare amicizie a chi non
conosci. Cambia le preferenze per restringere agli amici la visibilita'
delle tue informazioni (ci sono vari tools javascript per fare questo in
automatico tramite booklet).
Nel servizio si poteva andare oltre e citare altri strumenti,
alternative e contromisure per proteggersi. Speriamo ci possano essere
successive puntate in cui questo potrà avvenire e che il servizio non
sia invece self-contained. Fermo restando che era ora che si iniziasse
a veicolare anche in televisione messaggi riguardanti la
centralizzazione delle informazioni, rischio censura e la questione
profilazione/pubblicità, saremmo felici di vedere nuove puntate ancora
più approfondite su questi temi.
E' strabiliante vedere come gli attacchi a questa puntata siano venuti
da quel sottobosco di blogger e tecnoentusiasti (ma tecnoignoranti) che
evidentemente si prendono molto sul serio, senza accorgersi che mentre
organizzano la loro vita online da un lato, dall'altro diventano un
prodotto su cui si specula e un bersaglio della repressione.
Insomma, la cosa sconvolgente non e' che abbiano trovato il servizio
brutto e malfatto (sarebbero opinioni), ma che lo abbiano attaccato
percependolo come un attacco ai loro totem e alla web economy. A nostro
giudizio, invece, sono state dette cose totalmente ovvie per chi lavora
su Internet, ma che evidentemente hanno infastidito chi usa caprinamente
e acriticamente il Web2.0. Per questo non comprendiamo la risposta di
Milena Gabanelli, che definisce "colti" coloro che vi hanno criticati,
difendendosi con l'affermazione che la trasmissione era comunque
destinata ad un pubblico più televisivo. Semmai è vero esattamente il
contrario e cioè che avete dato prova voi di esservi meglio documentati
(anche se con alcune carenze, come detto sopra).
Sicuramente per un utente medio di Internet sarebbe più facile e diretto
informarsi, ma ci viene da pensare che molti di loro non lo vogliano
nemmeno fare: non hanno tempo o voglia di cercare in Internet
informazioni sul loro giocattolino tanto amato. Il vostro servizio non
ha spalato merda su qualcosa, ma ha informato in modo abbastanza
corretto i cittadini. Ha messo un minimo di tarlo di critica verso degli
strumenti che la massa usa inconsapevole di molte cose.
Chi sguazza con certi strumenti, forse ergonomici, ma opachi all'utente
e parecchio pericolosi, mentre da un lato si alfabetizza all'uso di
Internet, dall'altro non fa quel passo in più che è necessario per
prendere consapevolezza del pericolo a cui espongono se stess*, e tutt*
noi di riflesso, usando certi strumenti o usandoli in un certo modo.
Perche' ignorano determinate questioni. Se siete interessati a
sviluppare queste tematiche, come speriamo, il vostro compito, adesso,
e' quello di informarli anche su cosa si puo' fare concretamente.
Infine, cara report, dato che hai mostrato con questa puntata
interesse per i temi a noi cari, ti invitiamo al prossimo hackmeeting
che si terrà a Firenze, per approfondire i temi affrontati e
continuare il lavoro di diffusione di consapevolezza sull'uso critico
degli strumenti informatici che quotidianamente utilizziamo.