*Il futuro è di tutti: reddito, welfare, cultura
Assemblea pubblica verso lo sciopero metropolitano del 6 maggio e oltre.*
È da tre anni ormai che gli effetti della crisi finanziaria sono sotto gli
occhi di tutti. Tuttavia, le politiche di gestione economica che il governo
e le amministrazioni locali hanno adottato ripetono uno schema già visto e
poco efficace. L’unica soluzione che propongono, infatti, è composta da una
serie di tagli ai diversi settori del welfare, della cultura e della
formazione. Ovvero, proprio quando le condizioni di vita e di lavoro
peggiorano a causa della crisi, il governo -nelle sue diverse articolazioni-
propone ricette che comprimono ulteriormente le possibilità di avere una
vita soddisfacente.
La retorica con cui questi tagli vengono venduti all’opinione pubblica
recita un mantra già sentito: in tempo di presunta scarsità delle risorse,
bisogna stringere la cinghia in nome della stabilità finanziaria. In realtà
le risorse vengono dirottate dai servizi sociali, della cultura e della
formazione, verso le casse di banche e istituti del credito, per salvarli
dall’insolvenza che poi è stata all’origine del collasso economico globale.
La crisi cioè è affrontata con strumenti che non solo sono inefficaci (si
pensi alla Grecia che, nonostante sia stato il primo paese in Europa ad aver
adottato una severa politica di austerità è entrato in recessione) ma
provocano pure un generale impoverimento, anche di chi ha la garanzia
dell’accesso ad un salario. Infatti i tagli, sul piano cittadino, si
traducono nell’incremento delle tariffe di accesso al welfare pure a fronte
di una sua progressiva dequalificazione che in molti casi porta perfino alla
chiusura tout court di servizi fondamentali. Un processo che, inoltre,
spesso produce la cancellazione o la precarizzazione di numerosi posti di
lavoro.
Da un lato quindi assistiamo ad un drastico ridimensionamento dei
tradizionali istituti del welfare mentre dall’altro la crisi accelera il
processo di declassamento, che riguarda tanto i precari quanto i lavoratori
dipendenti, nonostante gli sforzi che ciascuno compie quotidianamente per
raggiungere un livello di vita dignitoso. Sforzi che spesso servono solo a
pagare l’ennesima rata. Sono problemi comuni a tanti che necessitano di una
risposta altrettanto comune. È per questa ragione che pensiamo sia ormai
indispensabile aprire un percorso capace di rafforzare le iniziative di chi
in città già si sta confrontando con queste questioni e allo stesso tempo di
affrontare il problema più generale del welfare e della riqualificazione dei
servizi, del reddito di cittadinanza e delle forme di indebitamento. In
questa prospettiva si colloca anche la generalizzazione dello sciopero del 6
maggio, convocato dalla Cgil con modalità insufficienti e tardive.
E’ importante discutere insieme di come si può affrontare a livello
cittadino questa scadenza, con la consapevolezza allo stesso tempo che
occorre guardare oltre il 6 maggio e cominciare a porre le basi per la
creazione di uno spazio pubblico attraverso il quale riuscire a connettere
esperienze e aprire delle vertenze da vincere in città.
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Assemblea pubblica martedì 19 aprile – ore 18:00 – Sala Borsa*
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Bartleby, Vag61, Collettivo Utopia, Ricercatori Precari, Bibliotecari
Necessari
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