COMUNICATO EQUIVITA
14/04/11
I costi sociali degli Ogm
E¹ giunta l¹ora di una nuova politica globale
Il Comitato scientifico EQUIVITA si rallegra per la proposta della
Commissione parlamentare UE ³Salute pubblica e Sicurezza alimentare²
(firmata On. Lepage), fatta alla Commissione Europea, di inserire la tutela
della biodiversità e degli equilibri ambientali tra gli argomenti ai quali
gli Stati membri potranno appellarsi per vietare gli Ogm sul loro
territorio.
Se la proposta sarà accolta, vi sarà una reale possibilità per gli Stati
membri della UE - anche in osservanza della Convenzione Internazionale sulla
Biodiversità - di far valere il loro diritto ad essere Ogm-free.
IL Comitato Scientifico EQUIVITA ritiene, tuttavia, che l¹integrazione,
proposta dall¹On. Lepage dovrà rappresentare il primo passo, necessario ma
non certo sufficiente, di un ben più importante processo di riconversione
dell¹intera politica dell¹UE in materia di Ogm (e di agricoltura in
generale).
Infatti, mentre la Commissione concede agli Stati membri la facoltà di
rifiutare gli Ogm sul loro territorio (un¹arma che rischia comunque di
essere spuntata, in particolare per l¹apertura delle frontiere e per la nota
impossibilità di coesistenza delle coltivazioni Ogm con altre colture,
dovuta all¹inquinamento genetico), essa ha da tempo annunciato un processo
di approvazione degli Ogm assai più snello e veloce a livello europeo.
Non ha inoltre messo in atto le indicazioni avute dal Consiglio dei Ministri
del 4/12/08, che i cittadini europei avevano accolto con grande entusiasmo.
Tali indicazioni si possono riassumere in 4 punti:
1) Autorizzazione per le zone dichiaratesi Ogm-free di essere tali.
2) Applicazione del principio di precauzione, con particolare attenzione
alla valutazione dell¹effetto dei pesticidi - o diserbanti - il cui consumo
si quadruplica con gli Ogm e i cui danni per la salute e l¹ambiente si
mostrano sempre più evidenti.
3) Introduzione di valutazioni effettuate da scienziati indipendenti per lo
studio degli effetti degli Ogm.
4) Valutazione dell¹impatto socio-economico degli Ogm.
Di tutte le richieste fatte dal Consiglio dei Ministri l¹ultima di questo
elenco (valutazione dell¹impatto socio-economico) è stata, malgrado fosse la
più importante, di gran lunga la più trascurata.
Eppure, guardando anche l¹attuale situazione del Nord Africa, vediamo quali
possano essere le conseguenze di una politica internazionale assai miope e
dissennata, che non ha saputo usare criteri di giustizia e di democrazia.
Analizzando il ruolo che le politiche e gli organismi internazionali (in
primis il WTO) hanno avuto nella diffusione degli Ogm, vediamo che è grazie
a questi che le aziende transnazionali hanno ottenuto il controllo, spesso
il monopolio, della produzione e della distribuzione di cibo nel mondo. Ne
consegue che la modifica genetica è sempre stata un pretesto per ottenere il
brevetto e i diritti che ne derivano ad ogni ciclo riproduttivo della
pianta.
Il Comitato Scientifico EQUIVITA, già Comitato Scientifico
Antivivisezionista, si è sempre battuto (a partire dal 1995 opponendosi alla
direttiva 98/44) contro tali brevetti, per tutelare il bene comune più
importante che possediamo e che mai avrebbe dovuto essere privatizzato: la
materia vivente del pianeta.
Come dice Luciano Gallino (la Repubblica, 10.5.08) nell¹articolo ³Così
l¹occidente produce la fame nel mondo²: ³Abbiamo smantellato i sistemi
agricoli regionali, ricchi di biodiversità, partecipi degli ecosistemi
locali, facilmente adattabili alle variazioni di clima, che avrebbero potuto
nutrire la popolazione del posto. Abbiamo consentito che fossero sostituiti
dall¹agricoltura estensiva delle grandi corporation². (destinata ad
alimentare gli animali d¹allevamento dei paesi ricchi, ndr).
Dall¹India all¹America Latina, dall¹Africa all¹Indonesia e alle Filippine,
milioni di ettari sono stati trasferiti in pochi anni dalle colture
intensive tradizionali praticate dalle piccole aziende contadine a colture
estensive gestite dalle grandi corporation delle granaglie (). I contadini,
espulsi dai campi, vanno a gonfiare gli sterminati slum urbani del pianeta,
oppure si uccidono. Nella sola India vi sono stati tra il 1995 e il 2006
almeno duecentomila suicidi di piccoli coltivatori () Al singolo individuo
di questa parte del mondo resta da decidere cosa fare. Può spegnere la TV
(...). Oppure può decidere di investire una quota dei suoi risparmi in
azioni dell¹agrindustria (), un investimento promettente perché i prezzi
degli alimentari continueranno a crescere. Infine può scrivere al proprio
deputato in Parlamento chiedendogli di adoperarsi per far costruire attorno
alla penisola un muro alto dodici metri per tener fuori gli affamati².
La migliore ragione per opporci agli Ogm, più ancora del danno alla salute,
più ancora del danno all¹ambiente, è proprio questa gli Ogm sono, in quanto
piante o animali privatizzati, uno dei migliori strumenti usati per quella
che Gallino chiama ³la produzione industriale della fame nel mondo².
Questo argomento dovrebbe essere un motivo di appello per gli Stati che si
oppongono agli Ogm, in attesa di una presa di coscienza generale che ci
consenta la diffusione dell¹informazione e l¹avvio di un processo di
riconversione della politica economica ed agricola mondiale.
Comitato Scientifico EQUIVITA
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