Auteur: norma Date: À: forumgenova@inventati.org, Fori sociali Sujet: [NuovoLab] 463° ora in sillenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 13 aprile dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 463° ora in silenzio per la pace
Incollo il volantino che verrà distribuito
Profughi, clandestini, uomini, donne, o che altro?
"Mamma, li Turchi!". Il grido che percuote l'Europa civile (un po'
colonialista, ma ... nessuno è perfetto) del 1400 risuona oggi il
"vecchio continente" preoccupato di difendere il proprio benessere
dall'invasione di chi scappa dall'Africa.
. Avremo anche la magica voce nelle nostre automobili che ci dice quante
volte dobbiamo curvare e per quanti metri, ma di fondo siamo rimasti
poco oltre il Medio Evo
Ci preoccupa altamente quello che sta succedendo, e che è quello che
vogliamo in qualche modo far venire fuori con la nostra presenza qui, in
questo luogo che è stato una delle sedi storiche del potere a Genova
durante il G8 2001 e che ha visto la riunione degli otto (pre)potenti
del mondo in cui il colonialismo ha preso le forme della globalizzazione.
Ci preoccupa la deriva a cui stiamo assistendo. Ci preoccupa perché è la
stessa che ha portato l'umanità' verso la seconda guerra mondiale con
tutti i suoi orrori
La domanda di fondo che ci poniamo è: questi che chiamiamo profughi, o
peggio ancora clandestini sono donne e uomini come noi o che cosa altro
sono?
E quella che dovremmo porci è: se fossimo nella loro situazione che cosa
faremmo?
La guerra ci sta disumanizzando, ci sta distruggendo, se non siamo più
capaci di vedere nell'essere umano che abbiamo di fronte la persona, il
nostro simile. Ricordiamo il grido di Primo Levi; "/se questo è un uomo"./
Il loro petrolio e il loro gas, che, badiamo bene, non sono un
"patrimonio dell'umanità'", ma piuttosto qualcosa che sta nel territorio
dove vivono questa persone, li vogliamo, ma loro devono stare a casa
propria. Ma che razza di uomini siamo diventati? E' evidente che a
questo punto non possiamo che difenderci con la guerra. Ma in guerra si
può anche morire.
Ancora una volta, come quasi vent'anni fa con la crisi del popolo
Albanese, mentre una parte della nostra gente rievoca la Quaresima di
Gesù' di Nazareth, Ebreo Palestinese, non ci si rende conto della
Quaresima che stanno vivendo dei popoli che non sono distanti da noi. .
Il Maghreb e il Medioriente, che noi concepiamo come "Sud" del mondo, di
fatto stanno nel nostro stesso emisfero, cioè la metà Nord del mondo.
Anche qui ci sarebbe da ragionare a quale deriva ci ha portato
l'ignoranza e tutte le menzogne che sono state profuse dal mondo della
(dis)informazione.
Quale mondo vogliamo lasciare alle nuove generazioni? Vogliamo
lasciargliene uno?
Quando istituiamo categorie come "clandestini"stiamo difendendo un
“progresso” deviato e malato, non altro. Dovremmo vergognarci di usare
questa parola.
Che accoglienza è rinchiudere in luoghi invivibili per alcuni mesi
persone che chiedono solo di poter migliorare la loro vita?
E magari di tornare al loro paese per portare a chi vi è rimasto un po'
della fortuna che possono aver fatto? Viene oggi chiamata in causa la
società civile, quella parte di società in cui una parte di persone
sentono che c'è un'occasione di mantenere la propria natura umana. E al
diavolo termini come "buonisti" e tutto il resto che ci sta intorno.
Siamo semplicemente esseri umani, donne e uomini. E il fatto di essere
più fortunati di queste persone dovrebbe portarci a cercare di fare quel
che possiamo per dare un po' della nostra fortuna a loro e non di
pensarli come quelli che ci vogliono portar via qualcosa.
Abbiamo delle intere porzioni di territorio che potrebbero essere
ripopolate restituendo vivibilità' alla città. Ed è altamente probabile
che queste persone che scappano si trovino meglio nella dimensione del
piccolo paese piuttosto che in quelle della grande città. Potrebbe
essere un'occasione per ripopolare, come in alcuni luoghi sta avvenendo,
senza nessun trauma.
Che cosa sono 1300 persone in una provincia che conta circa 60 comuni?
Non siamo capaci di trovare uno spazio per dare loro la possibilità di
rifarsi una vita, di pensare che qui possono progettare il loro futuro?
Se questo è un uomo ... se noi siamo ancora umani ...