[cm-Roma] I: Ciclofficina Delirio - Parte 3 - Conformismo

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Autore: sofista@virgilio.it
Data:  
To: cm-bologna, cm-roma
Oggetto: [cm-Roma] I: Ciclofficina Delirio - Parte 3 - Conformismo
USARE GLI ATTREZZI DAPPRIMA CON SPIRITO
CONFORMISTA:



Non:
martellare col cacciavite, avvitare col calibro, tagliare col martello,
abradere col frullino, rimagliare la catena con le tenaglie, fresare con le
brugole……….. (Più in là, spazio agli AIE - Atti Individualistici Estremi)



Un cacciavite non è un cacciacopertoni.

Un
coltello non è un cacciavite; ergo non è neppure un cacciacopertoni.

Un
raggio non è il sole.

Due sfere non fanno un cuscinetto.

Tre
partiti comunisti non fanno la sinistra.

I CONI nel mozzo della ruota SERVONO. E
NON SONO DADI, ANCORCHE’ FILETTATI.

Le rondelle servono.

Le forbici semplici non tagliano i cavi d’acciaio.



I freni non sono un’opzione.

Un cerchio non
è una gomma (tantomeno una ruota).



Una camera d’aria
sgonfia non è una foratura. Ma può essere bucata e sgonfiarsi molto lentamente.

Addirittura può essere bucata e non sgonfiarsi, finché qualcuno non se ne accorge.

Tutte le camere
d’aria si sgonfiano molto lentamente: non è la valvola, è la gomma che è
permeabile all’ossigeno (O2). Di qui la fantasiosa idea di gonfiarle
con azoto (N2).

Non cercare azoto qua dentro. A malapena c’è un
compressore (volgarmente “pompa”).



La
ruggine non è solo brutta. E qui parte un discorso ponderoso sui rapporti fra estetica
e funzionalità:

La
funzionalità dovrebbe essere l’unico requisito al fine di una vera operatività.

In
realtà siamo esseri strani e come il Macrocosmo anche quel Microcosmo che è
l’Uomo sente l’attrazione verso un certo Ordine che alcuni chiamano Bellezza.
Di conseguenza parte importante nel giudizio di un’Opera, anche tecnica, è
rappresentato dalla necessaria ricerca del piacere nella conoscenza sensibile (Pulchra Sunt Quae Visa Placent) o
dell’intelletto.

Poi si
scopre che una cosa bella (o pulita) è
spesso anche funzionale; ma apparentemente non dovrebbe esserci alcuna
necessaria relazione fra le due realtà. Conclusioni?



Non
riparare ciò che non useresti.

Non
riparare ciò che usi ostinatamente e non sembra volersi rompere.

Non
riparare ciò che puoi rimediare.

Non
riparare ciò che non vuoi comprare.

Non
riparare gli attrezzi rotti cercando di ripararli con attrezzi già rotti (Regressio ad Infinitum).

Non
comprare ciò che non vuoi riparare, sapendolo rubato.

Non
comprare ciò che, benché rubato con poco, è rotto.

Non comprare (…)

Hai
portato da mangiare?



Ripara
con/per gli altri (con/per il Popolo), ma ¡Attenzione! Lo spazio è limitato. Se
stai leggendo stai già in mezzo.

Ripara:
è ecologicamente sostenibile?

Lo
userai di nuovo?

E’
ancora tuo?

Il
futuro ti chiederà manutenzione. Per
te è magia nera?

Inizia
a riparare. Finirai? Hai realmente iniziato? Quando? Dove? Quanti pezzi
lascerai in giro? In che dis-ordine? Quanti pezzi/attrezzi/compagni andranno
dispersi nell’operazione? Quanti compariranno dal nulla (Creatio Ex Nihilo)?



Nel
processo limita le perdite:

del
Chi; dell’Erlebnis; del tuo Pathos; dell’Areté; del tuo Prana; della Birra;



Qualunque
cosa sia: è lungo abbastanza?

Quanta
Entropia stai generando?

……