[NuovoLab] Un nuovo tipo di terrore

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Nuovi sottomarini Usa in LibiaUn nuovo tipo di terroreAlto rischio di scenari nucleari nel Mediterraneo, con l'Italia e il porto di Napoli in prima linea2 aprile 2011 - Phil Rushton





Il 19 marzo, al lancio di missili contro la rete della contraerea
libica, ha partecipato un nuovo mezzo di terrore nell'arsenale
statunitense. Si tratta della USS Florida, classe "Ohio", il tipo più
grande di tutta la flotta di sommergibili degli Stati Uniti, che il 19
marzo alle 08,00 del mattino è stato utilizzato per la prima volta in
un’operazione bellica. La Florida è una “SSGN”, ossia una piattaforma
lanciamissili galleggiante, capace di lanciare fino a 154 missili di
crociera "Tomahawk" da tubi verticali ubicati nel dorso del natante. Dal
2002 in poi, quattro sommergibili della classe "Ohio", la Florida e la
Georgia nella flotta atlantica, e la Michigan e la Ohio nella flotta
pacifica, sono stati convertiti da "SSBN" in "SSGN". Gli "SSBN" sono
lanciatori di missili ballistici, intercontinentali con testate
nucleari. Minacciavano e minacciano ancora il mondo con un armageddon
nucleare, anche se fino ad ora non sono mai stati utilizzati in guerra.
La conversione di quattro di questi mezzi in "SSGN", invece, ha creato
una piattaforma di lancio con potenza notevolmente superiore, che può
essere utilizzato davvero in conflitto, e anche se non portano più
testate nucleari, i loro missili "Tomahawk" sono dotati di uranio
impoverito, che all'impatto con il bersaglio crea e sparge una polvere
radioattiva che risulta micidiale se entra nel corpo tramite la
respirazione. Questo nuovo "guided missile submarine" dispone di un
potere 12 volte maggiore dei vecchi sommergibili d'attacco della classe
"Los Angeles", e di gran lunga superiore perfino agli incrociatori
lanciamissili con il loro carico di 127 missili Tomahawk. Si dice che da
solo possiede il potere distruttivo di un intero gruppo di battaglia.
In qualsiasi momento almeno due sono in giro per il mondo. Nei primi
giorni dell'attacco “Odyssey Dawn”, sono caduti sul territorio libico
162 missili da crociera, il che vuol dire che gran parte di questi
ultimi potevano essere lanciati dalla sola USS Florida.

In più, i nuovi sommergibili “SSGN” sono veri i propri centri di
coordinamento per attacchi contro paesi nemici. Oltre ai marinai che
fanno funzionare il natante, dispongono di un complemento di 60 militari
SEAL delle forze speciali, specializzati in operazioni di incursioni
segrete, sabotaggio e intelligence, che dispongono dei propri mezzi
sommergibili per arrivare al bersaglio, il cui riparo/garage è visibile
sul dorso della Florida nella foto. Tale complemento si aggiunge a un
sistema di comunicazione di ultima generazione con delle antenne
chiamate “High Data Rate” che permettono ai natanti della classe “Ohio”
di trasformarsi in avamposto e centro di comando per coordinare
l’attaccio di più mezzi, organizzati intorno al concetto militare di
“Small Combatant Joint Command Center”, ossia piccolo centro combattente
di comando congiunto. La nuova pratica di fornire il mezzo con due
equipaggi, uno “blu”, l’altro “oro” che raggiungono il sommergibili con
trasporto aereo anziché aspettare il suo ritorno al porto statunitense
permette alle autorità militari di mantenere la presenza del natante nel
teatro di guerra, potenziale o reale che sia.

Un dato da aggiungere e che forse è stato “dimenticato” è che
l’Italia si trova immersa nella minaccia che questi nuovi e
pericolosissimi armamenti possono scatenare. Infatti , tra il 3 e il 4
marzo, la USS Florida galleggiava nelle acque del porto di Napoli mentre
veniva preparata per la sua partenza verso la guerra. Pronta per
l’attacco, il 19 marzo ha cominciato a lanciare il suo carico di missili
verso la Libia assieme alla USS Providence e la USS Scranton,
sommergibili d'attacco classe "Los Angeles", di cui la Scranton tra
l’altro era da poco salpata dal porto di Augusta, in Sicilia. Non è la
prima volta che il porto di Napoli ha ospitato un sommergibile SSGN
della classe "Ohio": già ad agosto del 2009 ci era passata la USS
Georgia; ma è la prima volta che uno di questi mezzi ha usato Napoli
come scalo sulla rotta per la zona di lancio in azione bellica. Il sito
“Warships: International Fleet Review” ha commentato che il Golfo di
Napoli è stato utilizzato per un atto di “grandstanding”, ossia come
anfiteatro per mettere in mostra i mezzi di terrore che poi vengono
scatenati nella guerra. Prima di affondare la sciabola, gli Stati Uniti
l’hanno sventolata, mettendo il natante in posa davanti a Vesuvio, e
diffondendo le foto in internet tramite i buoni uffici del “mass
communications specialist”, l’addetto ufficiale alla pubblicità. Di
conseguenza non è sbagliato affermare che ormai Napoli si è convertita
in un vero e proprio porto di guerra.

Come se non bastasse oltre a questi mezzi, da qui a poco, sarà in
rotta verso la nostra zona del Mediterraneo una portaerei nucleare nuova
di zecca, la USS H.W. Bush, lunga tre campi di calcio e carica di aerei
e armamenti, nel suo primo viaggio da portatore di guerra. Si
aggiungerà alla USS Enterprise, che fino al 22 marzo pattugliava il Mar
Rosso, e la USS Carl Vinson che gìà si trovava nel Golfo Persico, per
sorvegliare le rivoluzioni arabe come Tunisia e Egitto, intimidire nuovi
focolai di rivolta con ulteriori operazioni di “grandstanding” e, ove
viene giudicato necessario per interessi di strategia economica e
politica, guidare e coordinare bombardamenti contro il nemico del
momento. fonte : http://www.peacelink.it/disarmo/a/33724.html












Ugo Beiso











Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal