[NuovoLab] I: Fw: La LIBYA a Perugia

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著者: ugo
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To: aderentiretecontrog8, forumgenova
題目: [NuovoLab] I: Fw: La LIBYA a Perugia



----Messaggio originale----
Da: haidi.gaggio@???
Data: 31/03/2011 15.19
A: "Ugo Beiso"<alfredo.beiso@???>
Ogg: Fw: La LIBYA a Perugia


-->
Inoltri tu?
grazie

H


----- Original Message -----
From: Francesco Guastarazze
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Thursday, March 31, 2011 3:10 PM
Subject: La LIBYA a Perugia


La LIBYA a Perugia


Sono una cinquantina, con i libri sottobraccio, facce pulite, vestiti e calzati con modestia e decoro.
Portano cartelli spiegazzati e scritti in fretta: “no alle bombe umanitarie”, “se ci fossero caramelle invece che petrolio?”, “we love Libya”…
Sono alcuni dei tanti libici iscritti alle nostre Università, sia in base ad accordi stipulati col Governo Berlusconi, sia con borse di studio autonome della Libya (1600 euro al mese, 2200 se lo studente si porta moglie e figlio, oltre a gratuità testi di studio e assistenza sanitaria).
E’ un’occasione per sentire da loro, protagonisti e direttamente colpiti dai fatti d’oggi, opinioni, testimonianze, versioni che ovviamente sarebbe sciocco valutare come indiscutibili… ben più mistificatorio è però ignorare una diversa visione (che è invece regola per i nostri falsi-media).


Dunque registriamo quel che dicono:




lo scontro con le forze dell’ordine del 17 febbraio, a Bengasi, viene acceso nella commemorazione di un altro scontro, quello del 2006, quando una manifestazione di protesta davanti al Consolato italiano per la famosa maglietta offensiva del sig.Calderoli, venne stoppata lasciando 14 morti. Negli scontri con la polizia i manifestanti cominciano a cercare armi;

le condizioni sociali in Libya non hanno niente in comune con i Paesi vicini, Tunisia, Egitto…: in Libya è povero chi non ha l’auto, non esiste la fame, anche chi è disoccupato ha un sussidio (viene dal petrolio), neanche conviene lavorare. La Lbya è un Paese che riceve l’immigrazione da tutto il continente africano

il Ministro della Giustizia mandato a Bengasi dal Governo per calmare la ribellione, se ne è messo alla testa

in quindici giorni di scontri armati, prima dell’intervento straniero, si è sempre continuato a cercare il dialogo, se si fosse usata tutta la forza a disposizione del Gevorno la ribellione sarebbe stata domata

i libici fuoriusciti, soprattutto negli USA, in rete tramite internet, agiscono come lobby soprattutto sulla Francia, che vede nella Libya il modo di rientrare da potenza coloniale in un continente da cui era scomparsa




Poi la preghiera, commovente nella sua ingenuità: parlate col vostro Governo, parlate con la vostra gente, smettete di bombardarci.


Ultima arriva la domanda terribile: signora, come crede che andrà a finire? E non so evitare di essere impietosa e disperante, il deserto, faranno il deserto.
Il giovane laureato che mi sta davanti risponde: no, noi speriamo.
A.S.B.
Perugia, 30 marzo 2011