Ci troviamo come al solito in braghe di tela, specie su una questione di 
politica internazionale come questa. Dalla prima guerra del Golfo, di 
acqua sotto i ponti ne è passata: D'Alema nel '99  per i Balcani, non 
aspettò neppure la risoluzione ONU ma supportò le decisioni della NATO e 
la guerra contro la Serbia, poi l'Afghanistan e nuovamente l'Iraq: ormai 
l'articolo 11 della Costituzione è passato in giudicato.
Il problema dell'Italia è che ha i legami economici - politici migliori 
di tutto l'Occidente rispetto alla Libia; il colonnello nel '69 ha 
scacciato via tutti gli ex coloni italiani ma contemporaneamente ha dato 
agli italiani, ai governi italiani, le commesse petrolifere che prima 
erano in mano agli inglesi e interessi economici che prima erano in mano 
ai francesi. Ora francesi e inglesi hanno finalmente trovato il modo e i 
mezzi per mettere in ginocchio il regime libico e l'Italia, con tutti 
gli accordi fatti in precedenza, deve fare buon viso a cattivo gioco 
perchè qualsiasi cosa accada non avrà mai più gli stessi privilegi 
acquisiti in quaranta anni e dopo l'accordo di Berlusconi e Maroni.
Offriamo le basi obtorto collo sapendo che ogni missile che colpisce 
Gheddafi, colpisce anche i nostri interessi e privilegi in Libia, siamo 
il terzo partner del colonnello senza i mezzi e la potenza degli altri 
due Cina e Russia. Le basi italiane devono servire al nostro governo 
come apporto alla discussione sul nuovo scenario libico, il suo gas e il 
suo petrolio. Del popolo libico non importa un bel niente a nessuno se 
non come pretesto di crisi per cambiare a proprio vantaggio la situazione.
Credo che per affrontare una discussione bisogna tenere ben presente 
questa realtà, l'Italia partecipa a una compagnia di "volonterosi" per 
pararsi il ...
Evidentemente sono contro anche questa guerra, ma ciò che scatena e 
mette in campo è sempre peggio da una parte la Lega che ha paura di 
qualsiasi modifica dello status quo, il PDL che naviga a vista  e 
dall'altra il PD che non riesce ad articolare un discorso di largo respiro.
Sono contro l'attacco militare alla Libia, con tanti se e tanti ma, e 
vorrei una discussione che dai principi riuscisse a catturare anche 
delle prospettive realizzabili.
annamaria
Il 20/03/2011 16:19, Aldo Zanchetta ha scritto:
> Ricevo dai fiurmatari indicati e volentieri giro
>
> Aldo
>
> No all'intervento militare contro uno stato sovrano
> di Massimo Fini - Maurizio Pallante - Giulietto Chiesa - 19/03/2011
>
> Fonte: petitions
>
>
>
> Dopo il voto, inaccettabile, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni 
> Unite che ha autorizzato, insieme alla no-fly zone, il ricorso a 
> "tutte le misure necessarie" (di fatto il via libera ai 
> bombardamenti), si moltiplicano le notizie di un imminente intervento 
> militare anglo-francese (con una misera foglia di fico araba) sulla 
> Libia.
>
> Noi, che siamo cittadini di un paese che porta grandi responsabilità 
> per la situazione che storicamente si è creata in quel paese, ci 
> dichiariamo disponibili a sostenere ogni azione legittima che 
> contribuisca a fermare lo spargimento di sangue e a trovare una 
> soluzione politica alla crisi, mentre dichiariamo la nostra ferma 
> contrarietà a ogni azione bellica condotta dall'esterno contro un 
> paese sovrano. Quale che sia il regime, quale l'ordinamento che lo 
> regge, la Libia resta un paese sovrano. Un paese diviso, in preda a 
> una guerra civile assai grave, che ha già prodotto migliaia di 
> vittime, ma non vi sono tribunali esterni, tanto meno armati, che 
> potranno sciogliere legittimamente i nodi che vi si sono 
> aggrovigliati. Non c'è alcuna legittimità in questa impresa, se verrà 
> tentata.
>
> L'obiettivo è consegnare la Libia a un partner affidabile in qualità 
> di fornitore di materie prime energetiche. Sappiamo già che la no-fly 
> zone sarà presa come pretesto per bombardamenti, come al solito 
> "chirurgici", di cui altri morti, militari e civili, saranno il prezzo 
> che il popolo libico dovrà pagare. Ironia della sorte, toccherà di 
> nuovo a Francia e Inghilterra il ruolo infausto che assunsero nella 
> lontana crisi di Suez. Allora agirono apertamente nel loro interesse. 
> Oggi fingono di farlo per "ragioni umanitarie".
>
> Marino Badiale
> Maria Bonafede
> Gennaro Carotenuto
> Angelo Del Boca
> Tommaso Di Francesco
> Giulietto Chiesa
> Massimo Fini
> Maurizio Pallante
> Fernando Rossi
> Alex Zanotelli
>
> Firma la petizione di "Uniti e Diversi" contro l'intervento militare 
> in Libia.
>
>
> Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it
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