著者: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO 日付: To: forum, autorgstudbo, espress 題目: [autorgstudbo] 24-26 marzo - Against Financial Capitalism! Take the
future!
Against Financial Capitalism!
Take the future!
Giovedì 24 marzo h21 @ Vag61, via Paolo Fabbri 110
Assemblea pubblica
"Austerity europea e welfare municipale: apriamo spazi di conflitto e
riappropriazione"
Sabato 26 marzo h17 @ piazza San Francesco
TAKE THE FUTURE PARADE!
I terreni dell'università e della formazione sono stati in questi mesi
attraversati da molteplici conflitti sia in Italia sia nel resto d'Europa.
Le rivolte che hanno riempito le strade e le piazze hanno saputo porre, a
partire dall'opposizione radicale ai processi di ristrutturazione del
sistema universitario, questioni che vanno ben al di là del mondo
formazione. Nei documenti che hanno animato il dibattito di questi mesi
emerge chiaramente un orizzonte di lotta strettamente intrecciato con le
questioni della crisi, del welfare e dei dilaganti processi di
finanziarizzazione e precarizzazione. Grazie alla deregolamentazione e alla
privatizzazione crescente dei beni pubblici, la finanziarizzazione ha
trasformato sempre più valori d'uso in beni (titoli) finanziari soggetti a
speculazione. Le politiche di austerity imposte dai governi tanto
sull'università quanto sul welfare rappresentano da una parte il tentativo
di socializzare i costi di una crisi che diventa sistemica e dall'altra di
rilanciare l'accumulazione privatizzando i beni comuni, dal sapere alla
salute solo per fare due esempi. Sono i mercati finanziari che ogni giorno
di più si
sostituiscono agli stati nel ruolo di assicurazione sociale. Fondi
pensione, privatizzazione della sanità, copertura dei rischi attraverso le
assicurazioni, indebitamento per accedere alla casa e all'istruzione, sono
esempi di un diffuso spostamento del rischio sul debito privato. Sono i
soggetti che devono assumersi i propri rischi di vita facendoli
contemporaneamente diventare fonte di valore per il capitalismo finanziario.
Questi processi ridefiniscono il nocciolo del rapporto tra lavoro, welfare e
cittadinanza e di conseguenza incidono sulle modalità di accesso alla
proprietà sociale. Il welfare storico
si articolava sulla base della definizione e distinzione di alcuni beni
pubblici, l’accesso ai quali era da considerarsi come patrimonio di base
della cittadinanza. Era la loro natura di beni comuni e non la posizione dei
destinatari che ne giustificava l’erogazione. Ora
questa logica sembra sempre più venir meno. E' infatti evidente come
l’Unione europea, oltre ad agire sul piano del controllo dei conti pubblici
dei singoli stati membri, stia contemporaneamente dispiegando una retorica
sul welfare che reintroduce la responsabilità individuale rispetto alla
propria condizione, producendo così una moralizzazione del discorso che
soggettivizza le problematiche e depoliticizza la questione della povertà
così come quella del lavoro.
Anche a Bologna è in atto ormai da anni un processo di progressivo
smantellamento del sistema pubblico di garanzie e di protezioni sociali,
accompagnato da un micidiale mix fatto di un degradato parapubblico (come le
Asp, le Aziende di servizi alle persone che
hanno preso il posto delle ex Opere pie), di cattiva imprenditorialità
(cooperative e imprese sociali) a cui è stata affidata l’esternalizzazione
dei servizi sociali e di fondazioni bancarie nel ruolo di enti filantropici
che diventano veri e propri forzieri che condizionano le scelte di governo
dei territori. A pagarne le spese sono anche i lavoratori del sociale che
vivono una condizione lavorativa fatta di precarietà e assenza di diritti,
schiacciati tra la figura di lavoratore e quella di socio delle cooperative.
Precarizzazione da un lato e politiche di workfare dall'altro disegnano uno
scenario in cui rischio (di malattia, di povertà) e responsabilità
individuale vanno di pari passo. La disoccupazione passa dell’essere un
problema macroeconomico per assumere i contorni
di una lacuna personale, da affrontare mobilitando e aggiornando il proprio
“capitale umano”, in una competizione senza fine che produce nuove, ma come
sempre fittizie, gerarchie nella composizione del lavoro.
La lotta dei precari e degli studenti ci parla anche di questo ed è a
partire da questo che si può immaginare una ricomposizione delle lotte sul
terreno della riappropriazione dei diritti e della ricchezza socialmente
prodotta, ma anche di riappropriazione del potere di azione e di scelta.
Dalla tre giorni europea di lotta (24/26 marzo) contro banche e austerità
verso lo sciopero del 6 maggio, convocato con tempi tardivi e modalità
insufficienti che rendono indispensabile una sua generalizzazione e
radicalizzazione.
Against Financial Capitalism!
Take the future!
Giovedì 24 marzo h21 @ Vag61, via Paolo Fabbri 110
Assemblea pubblica
"Austerity europea e welfare municipale: apriamo spazi di conflitto e
riappropriazione"
Sabato 26 marzo h17 @ piazza San Francesco
TAKE THE FUTURE PARADE!