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Da: PRC- SE TOSCANA <prcsetoscanarifondazione@???>
Date: 18 marzo 2011 16:13
Oggetto: Non passa la mozione Pd per accorpare amministrative e referendum.
Manca il voto di un radicale. Ma sono dieci i democratici assenti.
«Opposizione dura» ????????? il voto del radicale Beltrandi salva la
maggioranza
A: federazionedellasinistratoscana1@???,
rifondazionecomunistatoscana@???
Election day perso per uno
*Non passa la mozione Pd per accorpare amministrative e referendum. Manca il
voto di un radicale. Ma sono dieci i democratici assenti. «Opposizione dura»
*
di Daniela Preziosi
ROMA
L'hanno «auspicata», «chiesta», «invocata», qualcuno nel Pd l'ha persino
«pretesa». Ma arrivate a un passo dall'ottenerla, almeno sulla carta, ieri
le opposizioni hanno rovinosamente mancato l'approvazione della mozione
sull'accorpamento di amministrative e referendum.
Ieri pomeriggio a Montecitorio, dopo una pesca miracolosa (in mattinata la
maggioranza va sotto due volte, poi con voto bipartisan passa una blanda
mozione per l'energia rinnovabile), il Pd e l'Idv ci credono e quasi quasi
puntano alla 'spallata'. Che poi tutta questa spallata non sarebbe:
tecnicamente una mozione impegna il governo, ma solo a parole. Comunque le
condizioni ci sono: i 'responsabili' imbufaliti con Berlusconi per non aver
ottenuto il rimpasto sono pronti a fargliela pagare, nel Pdl le assenze sono
ben visibili. E invece niente, la votazione per l'election day finisce 275 a
276. Per un punto, come il monaco Martin la cappa. Per un voto, quello dello
spericolato Marco Beltrandi, il radicale che si è fatto votare dal Pdl della
Vigilanza il regolamento ammazza-talk-show. In aula Rosy Bindi è inveisce:
«Siete una banda di...». L'insulto si perde, il senso no. Beltrandi stavolta
infila addirittura un doppio dissenso: dal Pd ma anche dal resto della
delegazione radicale nel Pd. Per le opposizioni è una figuraccia.
Fuori da Montecitorio i comitati referendari, verdi e Prc parlano di voto
«vergognoso», «indecente», di «sperpero delle risorse pubbliche». Dentro, il
capogruppo Pd Dario Franceschini (il meno cordiale, per così dire, con
quelli di Torre Argentina, da quando Pannella gli schioccò in diretta su
Ballarò un "hai la faccia come il culo...") è furioso. «Non è stato un no
qualsiasi. Con l'election day si sarebbe votato su legittimo impedimento,
nucleare e acqua. È inaccettabile, convocherò ufficio di presidenza.
Ragioneremo».
«Il mio è un no per ragioni politiche», si difende Bertrandi, «sono per
l'abolizione del quorum, ma finché il quorum c'è l'abbinamento fra
referendum e altri voti è solo un escamotage». E però un escamotage che i
suoi compagni radicali in aula hanno votato. E che fra i radicali va per la
maggiore, come ieri ha confermato Emma Bonino al manifesto. «E però nel 2000
Pannella disse no all'accorpamento che gli proponeva il ministro dell'epoca
(Bianco, ndr)», replica Bertrandi. «E comunque, prima di prendersela con me,
il Pd pensi ai suoi assenti. Per non dire dei 22 che sono passati in un
altro gruppo dall'inizio della legislatura. Tra cui non c'è nessun
radicale».
«Siamo il gruppo con il 95 per cento delle presenze e chi oggi non era in
aula era per ragioni di malattia o per impegni giustificati», rivendica
Franceschini. Ma in effetti quel 5 per cento fa dieci deputati. Per carità,
tutti giustificati, spiegano: Madia aspetta un bimbo, D'Antona operata, Fedi
malato da tempo, Mastromauro e Samperi malate nell'occasione. Gozi dice di
aver annuciato da mesi di dover comparire in un processo. Mancano anche un
paio di deputati Idv e ben otto Fli (Fabio Granata parla di assenze «della
lobby nuclearista», non è chiaro se ce l'ha con i suoi). Ma le assenze
democratiche sono quelle che pesano: sapendo del dissenso del radicale,
bastava poco per mettere in sicurezza il voto.
E qui c'è un mezzo giallo: il Pd sapeva del dissenso di Bertrandi? I suoi
compagni lo da una riunione di lunedì. Il Pd giura di no. Perché in questo
caso avrebbe dovuto tenere i conti il segretario d'aula: un altro radicale,
Roberto Giachetti. Una papera in famiglia, insomma. Ma poi è un giallo solo
per dire: nelle ultime votazioni i democratici, che pure fanno ampie
professioni di opposizione dura, hanno già mancato l'obiettivo per poco.
Così è andata sulle pregiudiziali di costituzionalità al milleproroghe:
bocciato per 15 voti. Con 3 assenze Udc, 7 Fli e 8 Pd.
Election day, il voto del radicale Beltrandi salva la maggioranza
[image: Immagine rimossa dal mittente.]
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