Autore: marcantonio lunardi Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] Fukushima: la danza macabra dei nuclearisti sul
Titanic energetico
Fukushima: la danza macabra dei nuclearisti sul Titanic energetico
Ha proprio ragione Oscar Giannino a scrivere sul Messaggero di oggi
che il terremoto giapponese è la prova del nove sul nucleare (e sulla
sua credibilità professionale). Quell’artata fideistica certezza che
pone sulla sicurezza del nucleare si scontra infatti con tutte le
agenzie che stavano e stanno arrivando anche sulla sua scrivania e che
invece ignora. Quelle agenzie ci indicano che siamo purtroppo
sull’orlo del meltdown dell’enorme centrale di Fukushima. Quantunque,
come chiunque si augura, una nuova e forse peggior Chernobyl dovesse
essere evitata, la prova del nove risulterebbe comunque fallita
rispetto ad ogni principio di precauzione.
di Gennaro Carotenuto
Quell’editoriale di Giannino strillato in prima pagina, quelle parole
supponenti e rancorose (ma anche vili e perfino stupide nel loro
glissare sulle fughe radioattive ammesse pubblicamente fin da ieri dal
governo giapponese), dimostrano non solo la scarsa avvedutezza (e
onestà intellettuale) di Giannino, ma testimoniano il suo ruolo di
pedone sulla scacchiera della propaganda nuclearista ideata da Chicco
Testa (il compagno Chicco Testa, sic, che costruì la sua carriera con
la presidenza di Legambiente e che fu per due legislature parlamentare
comunista). Questo è colui che, oltre ad aver ideato una recente
campagna pronucleare di successo (il Forum nucleare italiano, con la
sua partita a scacchi) e a tenere i cordoni della borsa della
propaganda nuclearista, ha pubblicamente minacciato di “spaccare la
faccia” al geologo Mario Tozzi proprio per aver osato rivelare gli
enormi interessi economici e il traballante rapporto costi benefici
che si cela dietro il ritorno al nucleare italiano.
Così hanno un fare sinistro, impeccabili nei loro doppiopetti, quei
presunti esperti mandati in tutta fretta a rappresentare gli interessi
nuclearisti in ogni singola trasmissione radio e tivù che si sia
dedicata in queste ore alla tragedia giapponese. Stavano lì,
rassicuranti nel loro aspetto signorile, a spargere fiducia a piene
mani nonostante le notizie sempre più allarmanti. Non solo non possono
rassicurarci negando l’evidenza ma quei doppiopetti vanno denunciati
come un pericolo non tanto o non solo per la sicurezza quanto per lo
sviluppo stesso del paese. Sono infatti loro i veri inquinatori dei
nostri tempi come quei presunti scienziati pagati dal governo di
George Bush 5.000 dollari ad articolo per contrapporre agli studi sul
cambiamento climatico altri pseudostudi che li confutassero inondando
i media con menzogne che confondessero l’opinione pubblica negando
l’evidenza.
In Italia è di questi giorni, passata in quarto piano dai grandi
media, la vittoria dei nuclearisti che nel decreto mille proroghe
hanno inferto un colpo mortale al solare e all’eolico. E’ stato quasi
un golpe che è bene ricordare nei termini: stop agli incentivi del
Conto Energia per il fotovoltaico una volta raggiunto il tetto
(vicinissimo) stabilito. Lo stesso Conto Energia abrogato del tutto
dal 1° gennaio 2014. Divieto di fotovoltaico a terra oltre 1 MW.
Taglio retroattivo del 30% agli incentivi per l’eolico. Ciò per non
dimenticare altre disincentivazione al risparmio energetico decise
nell’ultima finanziaria, spalmate su 10 anni. La conseguenza del mille
proroghe è 7.000 posti di lavoro in fumo oggi e fino a centomila nel
decennio. La perdita di posti di lavoro è solo una parte del bilancio
della manovra pronucleare voluta dal “ministro per il sottosviluppo”
Paolo Romani proprio per spostare la ridotta capacità d’incentivazione
del bilancio italiano dalle rinnovabili al nucleare. Mentre Germania
si triplicano gli incentivi e in Francia si attraversano campi nei
quali convivono pale eoliche, pannelli solari e centrali nucleari in
Italia non sembra esserci posto per entrambi e il governo sceglie di
colpire gli uni per favorire altri, che non a caso corrispondono con
poteri e interessi fortissimi.
Eccoci così al dunque: quei propagandisti strapagati del nucleare,
pronti a negare perfino l’evidenza giapponese, si saldano con
frammenti di fondamentalismo ambientalista contro l’antiestetico (sic)
eolico e solare. “Occhio non vede, cuore non duole” per tanti comitati
civici per i quali sembrano più astratti e meno pericolosi i colossali
interessi nuclearisti piuttosto che la piccola imprenditoria che sta
dando un po’ di benessere a piccole e medie imprese sia tecnologiche
che agricole seguendo il virtuoso esempio tedesco. Nimby (not in my
back yard, non nel mio cortile) sembra una massima che in italiano si
traduce con che l’erba del vicino non debba essere più pulita. Nel
loro back yard non vogliono nulla, né sporco né pulito.
Addirittura per alcuni è occasione di bocciare l’eolico il fatto che
il PdL ci abbia sguazzato con scandali che hanno coinvolto tra gli
altri il presidente sardo Ugo Cappellacci e il coordinatore Denis
Verdini. Ma nel rifiuto all’eolico e al solare esprimono una
concezione irragionevole di un paesaggio inerte e immodificabile.
Forse diranno “né né” quei talebani dei comitati civici anti-solare e
anti-eolico sorti un po’ ovunque lasciando l’Italia ancor più indietro
di quanto non vogliano gli stessi nuclearisti e facendo
definitivamente abortire la speranza di seguire le direttive europee e
arrivare entro il decennio al 20% di rinnovabili.
Tuttavia proprio il dramma giapponese che si sta palesando sotto i
nostri occhi può essere un’occasione di riflessione e riscatto per
quelli che pensano che non c’è alternativa alle rinnovabili e che è
invece necessario essere prudenti e vederci chiaro sul nucleare. Il 12
giugno ci sarà il referendum. Da ieri abbiamo un motivo
importantissimo per convincere tanta gente intorno a noi a non far
mancare, come invece vuole il governo, per l’ennesima volta il quorum.