Szerző: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO Dátum: Címzett: forum, assemblea Tárgy: [autorgstudbo] “NON ERANO SGUARDI PIEGATI” - 11 MARZO: UNA CANZONE PER FRANCESCO
*“NON ERANO SGUARDI PIEGATI”
11 MARZO: UNA CANZONE PER FRANCESCO*
*Venerdì 11 marzo ’11, dalle ore 19,30*
A Vag 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna
*Reading-concerto, video, mostre fotografiche*
Ore 19,30 *mostra sul movimento ’77*, con foto di Enrico Scuro e Camera
Chiara
Ore 20.15 *cena di autofinanziamento *per il sito del *Centro di
documentazione dei movimenti “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”*
Ore 21,15 proiezione del video *“Le giornate di marzo”*
Ore 21,30 Reading-concerto
- *Elio Perrone*, accompagnato dalla chitarra di *Ettore Lupidi*, reciterà
una poesia di *Roberto Roversi*, dedicata a Francesco Lorusso
- *Mavi Gianni* recita una poesia visiva di *Gilberto Centi* *(“…arriveranno
gli ultimi, antagonisti del nostro tempo e senza confini anagrafici di
riconoscimento…”)*
- *STEFANO TASSINARI* leggerà brani sul movimento del ‘77
- *HAIDI GIULIANI* sarà della serata
*Suoneranno e canteranno:*
- *AlmaØClan:* un gruppo di giovani musicisti, composto da due voci, una
chitarra, un violino e percussioni, che proporrà un repertorio di canzoni
partigiane e di lotta.
- *BALOTTA CONTINUA*: si definiscono una “ska cover band, militante,
resistente, antifascista… a prescindere!” (voce, trombone, sax contralto,
chitarra, basso e batteria), ma soprattutto cantano e suonano perchè sono
convinti che “NON C’È LOTTA SENZA (la) BALOTTA!”.
- *TINELLO BAND feat. STEFANO SAVIOTTI*: il gruppo musicale della Compagnia
del Tinello, proporrà canzoni di rivolte urbane, una jacquerie musicale che
vedrà la partecipazione di Stefano Saviotti, con la sua *“In un antico
palazzo”*. La canzone fu scritta nel carcere di San Giovanni in Monte e
venne cantata in pubblico una sola volta, durante il concerto in piazza
dell’Unità per il convegno contro la repressione del settembre 1977. La band
che allora lo accompagnò era il mitico Centro d’Urlo Metropolitano,
diventato famoso per “Mamma dammi la benza”.
Per la serata la Tinello Band presenterà una canzone inedita dedicata a
Francesco Lorusso (*“11 marzo, per Francesco”*). Il brano è liberamente
tratto da un testo della poetessa Carla Castelli.
Chiara, una delle voci della Tinello Band, nel marzo ’77 aveva due mesi e
mezzo, ma quelle giornate della rivolta bolognese hanno segnato la sua vita:
*“Mi piace molto il ritornello della canzone per Francesco “No, non erano
sguardi piegati… Dava forza la forza dei sogni… Quella storia non si è mai
interrotta… Continuiamo compagni la lotta”. Dice con la retorica “positiva”
della musica che ricordare non è un esercizio di nostalgia. Che commemorare
non è un modo laico per creare martiri e santi. Ricordare è raccontare… E il
migliore, il più semplice, il più diretto dei linguaggi è la musica. Il filo
che lega passato e presente, il linguaggio comune tra le generazioni. I
componenti del nostro gruppo ne sono un calzante esempio.
Questo è il modo che abbiamo scelto per ricordare Francesco, e le lotte di
quegli anni. Per non dimenticare e soprattutto per continuare… “quella
storia non si è mai interrotta, continuiamo compagni la lotta!”"*
*ECCOLO IL “PROGRAMMA MINIMO”*
Non crediamo che siano sufficienti le decine di riviste, giornali,
volantini, le centinaia di foto che abbiamo “archiviato” in questi anni al
primo piano di Vag61 per ricucire il caro filo rosso della memoria che tanto
piaceva alla sinistra, a cavallo tra gli anni ’60 e i primi ’70. Del resto,
il movimento del ’77 non aveva mai voluto saperne di “padri”, di “fratelli
maggiori”, di “tradizioni storiche”, di “esperienze comuni”. Aveva lasciato
giusto una piccola nicchia agli inguaribili nostalgici che, anche allora,
dibattevano, con orgogliosi sensi di appartenenza, sugli album di famiglia
del movimento comunista o sugli alberi genealogici della tradizione
marxista.
All’interno degli immensi “serpentoni” o dei “grandi draghi” multicolori,
aveva avuto più fortuna chi si dilettava a teorizzare la rottura con il
passato o la distruzione della linearità e l’interruzione della continuità,
dell’insieme “passato-presente-futuro”.
Nessuno se lo ricorderà più, ma il Movimento del Settantasette elaborò una
sua originale “riforma istituzionale”, proponendo una rettifica essenziale
della carta costituzionale: “La Repubblica Italiana è una repubblica fondata
sulla fine del lavoro salariato”.
C’era anche un programma minimo:
- Riduzione generale del tempo di lavoro salariato nel corso della vita. E
non rinvio dell’età pensionistica a centocinquant’anni.
- Libera circolazione delle idee, delle tecnologie e delle sostanze
psicoattive. E non proibizionismo e carcere per chi fa quello che gli pare
con il suo proprio corpo.
- Comporsi e ricomporsi della comunità (o della singolarità) desiderante,
libera circolazione del piacere e rispetto della sofferenza. E non
santificazione della “zombie-famiglia”.
- Proliferazione di circuiti connettivi di comunicazione orizzontale. E non
potere del danaro e della pubblicità sulla comunicazione.
- Nomadismo virtuale e fisico, abolizione di ogni barriera nazionale al
libero movimento degli uomini e delle donne.
*C’è qualcuno ancora su questa lunghezza d’onda,
o saremo costretti aspettare il 2017?*
*
“Chi in questo paese non ha desiderato l’insurrezione, è un’anima morta che
nulla ha vissuto delle passioni della storia”.*
*(da un volantino del 1977)*