Autore: marcantonio lunardi Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] IL PD: LA LEGA CI RUBA LE RIFORME
IL PD: LA LEGA CI RUBA LE RIFORME da repubblica di oggi
WikiLeaks, il capitolo Bossi
"Ruba voti agli ex Pci, è xenofobo"
È il 17 febbraio 2010, manca poco più di un mese alle amministrative e
il console generale di Milano, Carol Z. Perez, per studiare da vicino
il fenomeno leghista va in Veneto. Data per scontata la futura
vittoria del padano Luca Zaia, chiede ai massimi dirigenti del Pd
locale di spiegarle il segreto del successo leghista. Una domanda da
un milione di dollari che sta a cuore all'alleato a stelle e strisce,
visto che i risultati delle regionali - scriverà la Perez nel file poi
inviato a Washington - "possono cambiare il bilanciamento dei poteri
tra Lega e Pdl" a livello nazionale. Ovvero al governo. Così parla con
i protagonisti di quella che ritiene una "opposizione debole e
disorganizzata". Un dirigente dei democratici veneti ammette che il
suo partito "non è capace di articolare una piattaforma e soffre la
mancanza di organizzazione". La Perez constata che il problema non è
la qualità degli amministratori del Pd, sensazione che le viene
confermata da un dirigente del partito di Verona. "Non siamo stati in
grado di comunicare i successi dei nostri sindaci e di trasformarli in
voti. Il partito ha anche fallito nello spiegare se stesso ai
cittadini". Tanto che, confida, la Lega si è potuta impossessare anche
del cavallo di battaglia democratico, ovvero le riforme. Pure
guardando al futuro i democratici sono pessimisti, consapevoli che la
Lega si sta impossessando dei "giovani elettori". Conclude la console:
"Il Pd ha fallito nel mantenere la struttura del Pci o della Dc e dopo
una serie di fallimenti a livello nazionale e regionale non riesce
nemmeno a mettere nuove radici".
padani leader della comunicazione
Insomma, la Lega ha in mano il Veneto e il resto del Nord "grazie alla
presenza sul territorio e di una retorica a volte rozza". E alla
strategia di Bossi, che è riuscito ad affiancare la battaglia per il
federalismo a "sicurezza e protezione dalle minacce esterne,
associando l'aumento dell'immigrazione con il crimine, la
disoccupazione e un generale degrado dell'identità culturale". Tutti
temi che, a quanto risulta da un cablogramma già pubblicato, per gli
americani sono solo propaganda slegata dalla realtà dei fatti. Ma
tant'è, grazie a questa retorica bollata come "xenofoba" il Carroccio
riesce ad allargare la sua storica base elettorale, i piccoli
imprenditori, a quella della sinistra: "I lavoratori". Una logica che
"l'opposizione rifiuta", anche contestando l'efficacia delle misure
estreme proposte dalla Lega. Anche se gli stessi democratici
confessano che "sulla sicurezza i leghisti sono i re" della
comunicazione. Sconsolato un uomo del Pd di Treviso racconta che
nonostante il vero tema sia l'insicurezza economica, la Lega ha
imposto (e fatto fruttare) il tema della sicurezza fisica, "che è più
facile da spiegare agli elettori".
Eredi del PD. Insomma, per gli americani "la Lega in Veneto "pesca
pesantemente dalla vecchia tradizione comunista" ed è "l'unico partito
di massa". Il segreto è il territorio. Ma alla Perez non sfugge che
"la reputazione leghista di amministrare bene" comuni e province, in
realtà nasce da altro, ovvero dalla "accessibilità e visibilità" dei
suoi uomini. Un esempio? "La Lega si espande grazie a numerosi e
accessibili uffici di partito" sempre aperti. E ancora, "sindaci e
consiglieri sono sempre in giro, parlano con la gente e mantengono i
rapporti personali", "grazie alla forte presenza politica catturano il
voto dei giovani". Il tutto mentre il Pd dal territorio è fisicamente
assente.