[Intergas] Fwd: Re: [gascittastudi] Fwd: una lettera al gove…

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Auteur: Ileana
Date:  
À: Lista del coordinamento dei GAS milanesi
CC: Giuliano Gavazzi
Sujet: [Intergas] Fwd: Re: [gascittastudi] Fwd: una lettera al governo per salvare il sostegno al fotovoltaico
Ciao, vi giro le osservazioni di Giuliano, gasista del mio gas.
Qualcuno è in grado di rispondere alle sue domande?
Ileana

-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     Re: [gascittastudi] Fwd: [Intergas] una lettera al governo per 
salvare il sostegno al fotovoltaico
Data:     Wed, 2 Mar 2011 14:37:30 +0100
Mittente:     Giuliano Gavazzi <milanogas@???>
A:     Ileana <ileana.faidutti@???>
CC:     'gas citta studi' <gascittastudi@???>




Attenzione, io esaminerei la questione con un po' di freddezza, perché ho letto delle cose proprio ieri e non mi piace che si passino certe posizioni come ambientaliste (se questo significa "rispetto per l'ambiente") senza una analisi onesta dei tre punti qui sotto:

1) si tirano in ballo decine, centinaia di migliaia di posti di lavoro. Lo stesso argomento potrebbe, ed è stato usato, per combattere contro la dismissione di raffinerie. I posti di lavoro sono importanti, ma non mi pare che dobbiamo essere obbligati a stare in scelte sbagliate.

2) Perché si finanzia il fotovoltaico? Per finanziarne la ricerca? Ho il sospetto di sì.
Può per favore qualcuno esperto del settore dirmi se l'energia usata nella produzione di una cella viene da questa generata durante la vita della stessa (ovviamente se installata e alla luce...) e di quanto superata? O se il bilancio energetico è ancora negativo come per le celle di qualche anno fa? Se così fosse, preferirei onestà, e la richiesta di finanziamenti (con denaro pubblico) per la ricerca, piuttosto che inquinare di più per ingannare il pubblico, arricchire qualche produttore e come by-product stimolare la ricerca.

3) tra le cose che cambierebbero nella nuova legislazione e che a quanto pare vedono "ambientalisti" opposti al governo, ci sono limitazioni più restrittive all'uso di aree agricole per l'installazione di centrali fotovoltaiche.
Qui ci vorrei proprio veder più chiaro. Anche alla luce della risposta al punto 2.

Giuliano



On 2 Mar, 2011, at 1:33 PM, Ileana wrote:

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>  -------- Messaggio originale --------
>  Oggetto:    [Intergas] una lettera al governo per salvare il sostegno al fotovoltaico
>  Data:    Wed, 2 Mar 2011 13:09:19 +0100
>  Mittente:    Alessandra Cangemi<sandra.cangemi@???>
>  A:    clnsm@???, intergas@???, babygas@???, riccardo@???

>
>
> Il governo sta per inoltrare un decreto che di fatto porrebbe fine allo sviluppo del fotovoltaico in Italia. Il Comitato Energia Felice (quello che sta facendo la campagna per il referendum contro il nucleare e che ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per sostenere le energie rinnovabili e bloccare il nucleare) propone di spedire questa lettera.
> Se siete d'accordo, mandate e fare girare
> ciao
> Sandra
>
> segreteria.presidente@???, Segreteria.ministro@???, Saglia.segreteria@???,Segreteria.capogabinetto@???, Ufficio.legislativo@???, segreteria.ministro@???,atelli.massimiliano@???, Lucarelli.paola@???, Degiorgi.marco@???, segreteriaMinistroSacconi@???
>
> in cc andrebbe messo il seguente indirizzo:
>
> info@???
>
> On. Presidente del Consiglio dei Ministri
> On. Ministro dello Sviluppo Economico
> On. Ministro dell’ambiente, della tutela della natura e del mare
> On. Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali
>
> In questi giorni, si decide la morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000 persone sarà colpito. E’ un prezzo altissimo, in termini sociali ed economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e famiglie. E’ quello che succederà se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili nella versione che circola in questi giorni all’interno del Parlamento e su cui si leggono anticipazioni di stampa.
>
> Dopo pochi mesi dalla (lungamente attesa) approvazione, nel mese di agosto dello scorso anno, della legge sul nuovo conto energia, lo scorso 31 gennaio la Commissione europea ha adottato, come noto, una raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza sul mercato e di congelamento degli investimenti.
>
> A dispetto di queste premesse, nelle bozze del decreto legislativo rinnovabili leggiamo la previsione di introdurre retroattivamente un limite vincolante di 8.000 MW. Stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione. Stop a molti cantieri in corso. Un vero e proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania. È questa la prospettiva che annienterebbe il settore fotovoltaico a partire dalla prossima settimana con l’eventuale approvazione in Consiglio dei Ministri. A farne immediatamente le spese saranno circa 150.000 lavoratori impiegati direttamente e indirettamente nel fotovoltaico.
>
> In queste condizioni un’industria nascente è condannata a morte prima ancora di essere diventata pienamente adulta. Se nell’arco di pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese. Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo quello degli anni Ottanta.
>
> Siamo sbigottiti, è incomprensibile. Non è abbastanza promuovere l’ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire l’opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le rinnovabili? Prima l’eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie opportunità di sviluppo?
>
> Nonostante il parere positivo in sede di Commissioni Parlamentari (per cui lo schema di decreto attuativo della direttiva 2009/28 sull’energia da fonti rinnovabili si inserisce nel quadro della politica energetica europea volta a ridurre la dipendenza dalle fonti combustibili fossili e le emissioni di CO2) il dibattito in corso, specie per le notizie di stampa spesso espressione di interessi non necessariamente palesi e esplicati in sede politica e sociale, sembra preludere ad un intervento legislativo che andrà, si teme, in senso diametralmente opposto a quello, voluto dalla Commissione, di incoraggiamento delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili.
>
> La realtà è diversa. A fronte di una crisi che non smette di mordere il tessuto produttivo, è vero che il settore delle rinnovabili si muove in netta controtendenza. Gli incentivi (che, ricordiamo, non gravano sul bilancio dello Stato ma nemmeno su quello delle famiglie, come invece si è letto in questi giorni) hanno creato un volano virtuoso che ha consentito al Paese di riavvicinarsi al gruppo dei paesi leader nel campo dell’innovazione e della capacità produttiva. Il fotovoltaico, in un contesto così difficile come quello che abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, rappresenta un settore in crescita occupazionale e di fatturato, oltre che un settore tecnologicamente in evoluzione.
>
> Confidiamo nell’equilibrio e nella saggezza del Governo e del Parlamento affinché si voglia intervenire per evitare che un altro tassello della nostra economia cada vittima di contrapposti interessi e di battaglie ideologiche. Confidiamo che saprete dare un futuro alle nostre famiglie e ai nostri figli che si trovano oggi incolpevoli nella precarietà e nell’incertezza.”
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> ATTENZIONE!!!
> SE SI UTILIZZA LA FUNZIONE "RISPONDI" O "REPLY" LA RISPOSTA SARA' INVIATA AL SOLO MITTENTE DELLA MAIL E NON AL GRUPPO.
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