Autor: Alessandra Cangemi Data: A: clnsm, intergas, babygas, riccardo Assumpte: [Intergas] una lettera al governo per salvare il sostegno al
fotovoltaico
Il governo sta per inoltrare un decreto che di fatto porrebbe fine
allo sviluppo del fotovoltaico in Italia. Il Comitato Energia Felice
(quello che sta facendo la campagna per il referendum contro il
nucleare e che ha presentato una proposta di legge di iniziativa
popolare per sostenere le energie rinnovabili e bloccare il nucleare)
propone di spedire questa lettera.
Se siete d'accordo, mandate e fare girare
ciao
Sandra
On. Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Ministro dello Sviluppo Economico
On. Ministro dell’ambiente, della tutela della natura e del mare
On. Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali
In questi giorni, si decide la morte per decreto delle energie
rinnovabili in Italia. Quindicimila famiglie rischiano di perdere in
pochi mesi il posto di lavoro, un indotto che occupa altre 100.000
persone sarà colpito. E’ un prezzo altissimo, in termini sociali ed
economici, che verrà pagato da uno dei pochissimi settori produttivi
non colpiti dalla crisi e da un numero importante di lavoratori e
famiglie. E’ quello che succederà se il Consiglio dei Ministri
approverà il decreto sulle rinnovabili nella versione che circola in
questi giorni all’interno del Parlamento e su cui si leggono
anticipazioni di stampa.
Dopo pochi mesi dalla (lungamente attesa) approvazione, nel mese di
agosto dello scorso anno, della legge sul nuovo conto energia, lo
scorso 31 gennaio la Commissione europea ha adottato, come noto, una
raccomandazione in cui invita gli Stati membri ad incoraggiare le
politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili, scoraggiando
esplicitamente strumenti normativi retroattivi, causa di incertezza
sul mercato e di congelamento degli investimenti.
A dispetto di queste premesse, nelle bozze del decreto legislativo
rinnovabili leggiamo la previsione di introdurre retroattivamente un
limite vincolante di 8.000 MW. Stop ai progetti autorizzati e in
corso di autorizzazione. Stop a molti cantieri in corso. Un vero e
proprio tetto al fotovoltaico, più di 6 volte inferiore a quello
fissato dalla Germania. È questa la prospettiva che annienterebbe il
settore fotovoltaico a partire dalla prossima settimana con
l’eventuale approvazione in Consiglio dei Ministri. A farne
immediatamente le spese saranno circa 150.000 lavoratori impiegati
direttamente e indirettamente nel fotovoltaico.
In queste condizioni un’industria nascente è condannata a morte
prima ancora di essere diventata pienamente adulta. Se nell’arco di
pochi giorni non si riuscirà a introdurre dei correttivi, il
fotovoltaico rischia una Caporetto, con ripercussioni molto pesanti
sia in termini occupazionali che di credibilità del sistema Paese.
Mentre gli Stati Uniti di Obama, pur in presenza di un taglio delle
spese pubbliche molto robusto, mantengono saldo il timone verso lo
sviluppo delle rinnovabili, l’Italia rischia un nuovo tracollo dopo
quello degli anni Ottanta.
Siamo sbigottiti, è incomprensibile. Non è abbastanza promuovere
l’ambiente e la salute di noi tutti, generare ricchezza e dare lavoro
a oltre 15.000 addetti diretti e fino a 100.000 indiretti, offrire
l’opportunità a oltre 160.000 famiglie di diventare indipendenti
energeticamente? Quali interessi si vogliono davvero tutelare? Chi
sono i poteri forti che stanno eliminando ad una ad una tutte le
rinnovabili? Prima l’eolico, oggi il fotovoltaico. Che destino
attende un paese che distrugge sistematicamente le proprie
opportunità di sviluppo?
Nonostante il parere positivo in sede di Commissioni Parlamentari
(per cui lo schema di decreto attuativo della direttiva 2009/28
sull’energia da fonti rinnovabili si inserisce nel quadro della
politica energetica europea volta a ridurre la dipendenza dalle fonti
combustibili fossili e le emissioni di CO2) il dibattito in corso,
specie per le notizie di stampa spesso espressione di interessi non
necessariamente palesi e esplicati in sede politica e sociale, sembra
preludere ad un intervento legislativo che andrà, si teme, in senso
diametralmente opposto a quello, voluto dalla Commissione, di
incoraggiamento delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili.
La realtà è diversa. A fronte di una crisi che non smette di mordere
il tessuto produttivo, è vero che il settore delle rinnovabili si
muove in netta controtendenza. Gli incentivi (che, ricordiamo, non
gravano sul bilancio dello Stato ma nemmeno su quello delle famiglie,
come invece si è letto in questi giorni) hanno creato un volano
virtuoso che ha consentito al Paese di riavvicinarsi al gruppo dei
paesi leader nel campo dell’innovazione e della capacità produttiva.
Il fotovoltaico, in un contesto così difficile come quello che
abbiamo visto delinearsi negli ultimi anni, rappresenta un settore in
crescita occupazionale e di fatturato, oltre che un settore
tecnologicamente in evoluzione.
Confidiamo nell’equilibrio e nella saggezza del Governo e del
Parlamento affinché si voglia intervenire per evitare che un altro
tassello della nostra economia cada vittima di contrapposti interessi
e di battaglie ideologiche. Confidiamo che saprete dare un futuro
alle nostre famiglie e ai nostri figli che si trovano oggi
incolpevoli nella precarietà e nell’incertezza.”