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Auteur: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
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Sujet: [autorgstudbo] 27/02 Fermiamo il massacro in Libia: Gheddafi vattene!
Domenica 27 febbraio'011 h16,30
Piazza Ravegnana (sotto le Due torri)

Fermiamo il massacro in Libia: Gheddafi vattene!

Verso il primo marzo contro il regime dei confini dell'Unione Europea,
libertà di movimento per tutt@!

In questi giorni stiamo assistendo ad un susseguirsi di notizie
tragiche dalla Libia dove Gheddafi sta reprimendo nel sangue chi
legittimamente si oppone ad una dittatura che dura da 42 anni.
Sono fatti di grande potenza e di grande dolore allo stesso tempo che
arrivano fino a noi con tutta la loro forza e che non possono
lasciarci indifferenti.
Sulla scia di quanto avvenuto negli altri paesi del Maghreb e non
solo, come la Tunisia e l'Egitto, il popolo libico ha deciso di
scendere nelle piazze per rivendicare il proprio diritto
all'autodeterminazione, alla democrazia, alla libertà.
Il governo libico risponde a tutto questo con una violenta
repressione: da mercoledì si parla di 10000 morti e di decina di
migliaia di feriti. Il numero delle vittime è in continuo aumento, la
gente viene assassinata dai cecchini o nei raid aerei mentre sta
manifestando: è di stamattina la notizia del bombardamento della città
di Zawia.
Gheddafi sta utilizzando l'esercito nazionale e mercenari assoldati a
cottimo, ovvero pagati per ogni persona uccisa, pur di provare a
conservare il suo oramai traballante potere. Fino a ieri, nel suo
discorso televisivo, ha sottolineato che intende ripulire la Libia
casa per casa se le proteste continueranno, definendo chi si ribella
un "ratto".
Cosa ne pensa l'Italia? Sappiamo tutti benissimo che Gheddafi è sempre
stato il principale partner del nostro governo nel Mediterraneo.
Ricordiamo tutti l'aberrante trattato di amicizia e cooperazione fra
l'Italia e la Libia siglato nel 2008, un accordo con il quale si sono
poste le basi per una forte collaborazione fra i due paesi sia in
campo economico (vedi Unicredit che perde il 6% in borsa a causa delle
rivolte in Libia) che in campo politico, prospettando una gestione
comune della repressione dei flussi migratori che attraversano
"irregolarmente" il Mediterraneo. Nei fatti, questo trattato significa
fra le altre cose il finanziamento di centri di permanenza temporanea
in Libia, i respingimenti in mare, la deportazione di migliaia di
migranti nel deserto fra la Libia e l'Algeria.
In questi giorni abbiamo visto come il governo Berlusconi fino alla
fine abbia tentato di non interferire né condannare l'operato di
Gheddafi. Chissà perchè ci viene da chiederci...come se fosse mistero
che la Libia di Gheddafi è uno fra i maggiori partner finanziari
dell'Italia e che molte grandi aziende italiane da Finmeccanica
all'Eni hanno concentrato ingenti investimenti economici in Libia. Non
ultime, alcune aziende riconducibili a Fininvest e quindi di proprietà
del presidente del consiglio. E' evidente che di fronte a questa
terribile complicità politica e economica con un regime sanguinario
come quello di Gheddafi, non è sufficiente raccattare qualche parola
pure mal espressa, all'ultimo momento, per provare a salvare in calcio
d'angolo la vergognosa immagine che il governo italiano sta dando del
nostro paese. Oppure fare come fa Frattini, il nostro ministro degli
esteri, che è più preoccupato “dell'emergenza clandestini” e di
chiedere fondi all'Unione Europea per gestirla, che delle migliaia di
morti in Libia.
In effetti, l'unica risposta politica che questo governo sta dando è
dichiarare lo stato di emergenza-immigrazione per giustificare
rimpatri forzati e continue violazioni del diritto d'asilo.
Non vogliamo sentirci complici di un governo che ha pesantissime
responsabilità politiche rispetto a quello sta accadendo anzi, lo
condanniamo apertamente esprimendo la nostra complicità e solidarietà
a chi in Libia si ribella. Scendiamo in piazza per gridare a gran voce
la nostra solidarietà al popolo libico in lotta per la democrazia e
per urlare altrettanto a gran voce vergogna al governo libico e a
quello italiano! Quello che i popoli del Maghreb e del medioriente
stanno facendo è una grande lezione per tutt@: la dignità, il coraggio
e la forza di chi si riprende il proprio futuro! Domenica saremo in
piazza per dire che Gheddafi deve andarsene e per chiedere la
sospensione immediata del trattato di amicizia Italia-Libia!

E il primo marzo saremo nuovamente in piazza, a sostegno dei migranti
e dei popoli in lotta del Nord-Africa ma anche per ribadire che la
nostra Europa non è di certo questa Europa, un luogo dove ancora si
muore di confine, dove il controllo delle frontiere e con esso i corpi
dei migranti sono merce di scambio economico fra i governi, dove i
diritti umani sono carta straccia ben incarnata nelle mura dei centri
di detenzione permanente. La nostra Europa è al fianco delle lotte per
la democrazia e per la libertà di movimento garantita a tutti e tutte!

TROVIAMOCI DOMENICA 27 FEBBRAIO ORE 16,30 sotto le due torri per
manifestare al fianco del popolo libico

Bartleby / Vag 61 / Collettivo studenti medi Utopia / Coordinamento
migranti Bologna