mah... io penso che è giusto che ognuno sopravvive come può... però. Però Ghioni è stato implicato in una brutta storia e... lo
sapeva.
Io ho letto il suo libro. E il libro di Fabio Ghioni, Hacker Republic, è brutto. Ed è anche una pessima operazione editoriale. A
metterci in allarme doveva essere la storia personale del Ghioni e la quasi totale assenza di una bibliografia degna di questo nome
(solo 5 titoli). Appoggiandosi alla sua dubbia fama, Ghioni glissa su 40 anni di storia dell'hacking e si butta a capofitto in una
assai discutibile generalizzazione della figura romanzesca dell'hacker della trilogia Millenium, Lisbeth Salander, per affrontare
una serie di tematiche: il social engineering, la crittografia e il phishing di cui abbiamo scritto, letto e parlato - molto più
diffusamente e con maggiore precisione - sui quotidiani degli ultimi dieci anni.
A parte qualche svarione sulla nascita della figura dell'hacker e circa le origini della crittografia, il libro contiene una serie
di consigli pratici per chi pensa che Internet sia solo Facebook e posta elettronica e non ha mai visitato un campus universitario
nè mai visto un sistema operativo diverso dal Mac-OS o da Windows.
Ha un pregio, è scritto con un vocabolario limitato, una sintassi semplice e senza una nota: un perfetto manuale "hacker" for
dummies.
La copertina è bellissima. Ma solo quella.
