著者: Antonio Bruno 日付: To: versogenovaluglio2011, forumsege, fori-sociali, forumgenova, forumsociale-ponge 題目: [NuovoLab] «La strada per Genova passa per la vittoria referendaria»
«La strada per Genova passa per la vittoria referendaria». Corrado Oddi guarda il mare dal finestrone della Sala della Chiamata, la palazzina dei camalli ai piedi della Lanterna, e riconosce le radici della sua battaglia nella chiamata genovese di dieci anni prima. Oddi, per conto della Fp Cgil, è una delle voci del forum dei movimenti dell'acqua che, per la prima volta, si incontrarono al primo social forum europeo grazie alla spinta del luglio 2001 sull'immaginario e sulle pratiche. Ora, se c'è da rintracciare lo "spirito di Genova" niente di più facile che specchiarsi nella battaglia sull'acqua bene comune, nel radicamento territoriale dei movimenti, nella loro capacità di cogliere un paradigma liberista globale e di volerlo rovesciare. Ecco perché uno dei protagonisti del decennale del luglio 2001 sarà il movimento per la ripubblicizzazione dell'acqua assieme alle reti che, da allora, non hanno smesso di mobilitarsi contro le grandi opere, gli inceneritori, il nucleare o contro lo smantellamento dei diritti e della democrazia (anche dieci anni fa la Fiom era in prima linea contro un attacco al contratto nazionale).
Bisogna dire che l'aria di Dakar, dove s'è appena concluso il social forum mondiale, ha fatto abbastanza bene alla delegazione italiana che ieri era alla Chiamata per l'assemblea nazionale del percorso "Verso Genova 2011". Tant'è che qualcuno coltiva l'idea di ospitare il prossimo Fsm nell'anniversario di Firenze. Per dirla con l'arcista Raffaella Bolini, «la dimensione internazionale affollata» riscoperta di nuovo in Africa e le testimonianze dirette delle rivolte maghrebine hanno consentito di chiarire molte cose all'ombra della Lanterna. «Dakar ci ha fatto alzare lo sguardo - conferma Vittorio Agnoletto, oggi nel consiglio di Flare e dieci anni fa portavoce del Gsf - in Europa (dove l'altermondialismo è in una fase di stanca, ndr) abbiamo bisogno di quei movimenti».
La dimensione internazionale della scia di eventi del decennale sarà evidente fin dall'apertura delle manifestazioni - il palco sarà delle donne e delle lotte dell'altra riva del Mediterraneo, come suggerito, tra gli altri, da Alessandra Mecozzi della Fiom e dalla genovese Rita Lavaggi - e fino all'assemblea internazionale anch'essa, che chiuderà la kermesse all'indomani di un grande corteo unitario. «Una delle domande che ci dobbiamo porre come movimenti europei è perché da questa parte del Mediterraneo non vinciamo mai - dice a Liberazione Alfio Nicotra della direzione nazionale Prc (l'unico partito riconosciuto dal Fsm) e all'epoca tra i portavoce del Gsf - eppure ci sono state lotte importantissime in Francia, Grecia, da noi. Interessante la riflessione tra le reti francesi (il loro paese ospiterà a giugno il G8 e a novembre il G20, ndr) sui limiti dell'assedio alle zone rosse».
Se è vero che in agguato potrebbero esserci autoreferenzialità, reducismo, istituzionalismo (limiti segnalati nell'intervento di Aurelio Macciò di Sinistra critica) al termine dell'assemblea c'è stata convergenza reale sul carattere della nuova chiamata a Genova e sulle cose da fare. Unanime la consapevolezza che la memoria o serve alle lotte di oggi o è reducismo e allora fa solo danni. Unanime anche la scelta del formato: sarà un forum e dovrà avere un cuore pulsante, una cittadella (che Walter Massa, Arci Liguria, individua proprio in questa palazzina) dove consentire la contaminazione, il confronto. Sarà uno spazio libero, inclusivo, senza velleità rappresentative ma con un «ruolo di cucitura», segnala Ciro Pesacane del Forum ambientalista. «Quello che serve è una regia logistica collettiva e quello che non può non esserci è un grande corteo e una plenaria finale», avverte Matteo Jade, una "new entry". Infatti, il percorso di Uniticontrolacrisi (che a Genova vive un'esperienza locale più avanzata che altrove) era sembrato distratto dalla preparazione del decennale fino all'annuncio di Marghera di un ritorno al Carlini. La loro presenza - ma continuano a esserci assenze significative - testimonia che "Verso Genova 2011" sta mantenendo le promesse di inclusività e apertura.
Sarà un mese di iniziative, con una grande mostra al Ducale dal suggestivo titolo di "Cassandre", che culminerà nell'ultima settimana con un crescendo di iniziative autogestite e altre condivise. Riassume i titoli Antonio Bruno, oggi consigliere comunale Prc, all'epoca attivo nella Rete contro il G8: «La memoria e l'attualità della repressione, i diritti negati, le mutazioni delle dinamiche della globalizzazione - conta ancora il G8? E il Wto? Lo sai che anche l'India ha delle multinazionali? - la guerra e il neocolonialismo, il nodo tra lavoro e ambiente, l'urgenza della riconversione». I genovesi, da settimane, sono impegnati nella ricerca di spazi e fondi. Ora dovranno costruire la desiderabilità dell'evento nella loro città così come quel che resta del Gsf in Italia dovrà trovare un modo per farsi ascoltare dalle generazioni che dieci anni fa non c'erano. La via dell'acqua, ora, pare la più percorribile.