Mercoledì 26 gennaio'011
@ Vag61 in via Paolo Fabbri 110
Proiezione del documentario "107 SECONDI - OPERAI DEL SUD"
Spettacolo di teatro e musica "LA BALLATA DELLA FIAT"
Alla vigilia della mobilitazione dei metalmeccanici e dello sciopero
metropolitano del 27 gennaio, doppio appuntamento a Vag61 insieme a
Bartleby e Utopia. Alle 19 proiezione del documentario "107 secondi –
Operai del Sud”, di Bruno Federico, che racconta la storia dei tre
operai licenziati dalla Fiat di Melfi. A seguire, dopo la cena, la
Compagnia del Tinello propone una versione aggiornata dello spettacolo
“La ballata della Fiat”: una lunga “love story” sul Lingotto vista
dalla parte degli operai, da piazza Statuto 1962 a Mirafiori 2011.
Link:
http://vag61.noblogs.org/post/2011/01/21/107-secondi-operai-del-sud-la-ballata-della-fiat/
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MARK YONNE: CHE DUE MAGLIONI!
da Detroit: fuck off!
da Brampton: vais te faire foutre!
da Belo Horizonte: foda-se!
da Tichy : vipierdalaj!
da Mirafiori: fottiti!
Il giorno prima dello sciopero della FIOM e del corteo metropolitano,
a Vag61 un’intensa serata dalla parte degli operai della FIAT.
Mercoledì 26 gennaio
Via Paolo Fabbri 110 (Bologna)
- Ore 19,00 proiezione del documentario “107 secondi – Operai del
Sud”, di Bruno Federico, che racconta la storia dei tre operai
licenziati dalla FIAT di Melfi.
- Ore 20,15 pausa mensa (da noi è rimasta), con un piatto della
Brigata Cucinieri della Cirenaiaca
- Ore 21,30 si alza il sipario e va in scena lo spettacolo di teatro e musica:
LA BALLATA DELLA FIAT
La Compagnia del Tinello si mette la tuta blu per sfidare il
maglioncino nero di Sergio Marchionne.
Una lunga love story sul Lingotto vista dalla parte degli operai. Da
Piazza Statuto 1962 a Corso Traiano 1969, a Pomigliano 2010, a
Mirafiori 2011: cinquant’anni di lotte operaie che si incrociano con
le scelte dei “manager-canaglia” (Valletta, Annibaldi, Ghidella,
Romiti, Franco, Montezemolo, Marchionne).
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* 107 SECONDI – OPERAI DEL SUD *
107 secondi è il tempo massimo che Marco aveva a disposizione per
effettuare le operazioni a lui assegnate sulla catena di montaggio
nello stabilimento Sata di Melfi.
Dal luglio 2010 Marco non può più entrare in fabbrica perchè dopo il
licenziamento, nonostante il reintegro predisposto dal tribunale del
lavoro di Melfi, la Fiat lo ha bandito dal proprio stabilimento in
quanto colpevole di aver aderito ad uno sciopero. Con lui anche
Giovanni e Antonio, delegati sindacali della Fiom sullo stesso turno,
hanno subito lo stesso trattamento per aver cercato di difenderlo di
fronte alle accuse di sabotaggio da parte del preposto aziendale della
Fiat.
Da quel momento i tre operai di Melfi hanno deciso di dire basta ai
soprusi (persino legali) della Fiat. Hanno intrapreso un viaggio
attraverso gli stabilimenti del Sud Italia per rivendicare i propri
diritti di lavoratori e per ricostruire quello spirito unitario e
combattivo che sembrava avesse ormai abbandonato la classe operaia.
Da Melfi a Foggia, passando da Cassino e Pomigliano per concludere il
loro itinerario a Roma in un sit-in sotto il Ministero della
Giustizia, Giovanni Antonio e Marco hanno potuto constatare che il
livello di pressione e di coercizione da parte della Fiat verso gli
operai è il medesimo in tutti gli stabilimenti.
“107 secondi Operai del Sud” è il racconto di come la classe operaia
italiana abbia iniziato a risvegliarsi dal suo torpore per condurre
una nuova battaglia a difesa non solo dei propri diritti ma della sua
stessa esistenza.
Un documentario di Bruno Federico
Prodotto da: La Danza Inmovil e Suttvuess
Con Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli e gli operai
degli stabilimenti Fiat di Melfi, Foggia, Cassino e Pomigliano.
Voce narrante: Luigi Lorusso
Immagini archivio: Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
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* LA BALLATA DELLA FIAT *
Compagnia del Tinello (teatro-musica)
Sinossi dello spettacolo:
PIAZZA STATUTO 7 LUGLIO 1962
Il sette luglio 1962 era stato indetto lo sciopero generale, ma pochi
giorni prima la Uil e il Sida (il sindacato giallo filo-padronale
degli Agnelli) avevano firmato il nuovo contratto con un accordo
separato. Si trattava di una vera e propria capitolazione… la mattina
del 7 luglio gruppi di operai si radunarono sotto la sede della Uil,
in piazza Statuto, per far sentire la loro voce… ne scoppiò una
rivolta.
CORSO TRAIANO 3 LUGLIO 1969
Il 3 luglio 1969 ancora Torino… ancora la FIAT.
Dopo alcuni mesi di lotte spontanee interne alla fabbrica le nuove
avanguardie operaie, insieme agli studenti, provarono a organizzare un
corteo esterno per coinvolgere la città, durante uno sciopero contro
il caro-vita. La polizia caricò subito davanti alla porta 2 di
Mirafiori, i manifestanti risposero. Ci furono scontri che cessarono
solo all’una di notte gli scontri cessarono… stava iniziando l’autunno
caldo.
9 OTTOBRE 1979: 61 LICENZIAMENTI POLITICI
La lotta per il contratto nazionale dei metalmeccanici del 1979 era
stata particolarmente accesa, a Torino si era fatto ricorso a blocchi
stradali e forme di lotta quali l’autoriduzione della produzione.
Il 9 ottobre del 1979, al termine di un’inchiesta interna, le
direzioni di stabilimento consegnarono a 61 dipendenti Fiat una
lettera di licenziamento. Il capo del personale che aveva stilato la
lista, disse: “Avevamo già preparato da tempo un elenco di persone
contigue ai collettivi operai della Fiat”.
OTTOBRE 1980: LA LOTTA DEI 35 GIORNI
Quando il 10 settembre 1980 la Fiat annunciò 14.469 licenziamenti in
fabbrica fu subito chiara la portata della posta in gioco.
Le liste degli “esuberi”, risultarono essere lunghi elenchi di
proscrizione: comprendevano la maggior parte dei delegati e degli
operai più attivi, una grande quantità di donne, e tutti i lavoratori
invalidi e quelli considerati inidonei.
Nei giorni successivi, partirono cortei, presidi davanti ai cancelli,
i muri esterni alla fabbrica si coprirono di immagini, di bandiere, di
segni di una testarda solidarietà. I piazzali divennero gli spazi
della vita quotidiana degli operai.
Ad un certo punto, la direzione Fiat decise di scendere direttamente
in campo organizzando capi, intermedi e impiegati. Il 14 ottobre c’è
la “marcia dei 40 mila”. Subito dopo, arrivò la notizia che molti
temevano: era stata raggiunta un’ipotesi di accordo che prevedeva un
periodo di 36 mesi di Cassa integrazione per 24 mila lavoratori, al
termine del quale, per un numero imprecisato ci sarebbe stata la
mobilità esterna. .
LA FABBRICA NORMALIZZATA
Negli anni successivi, la restaurazione sfoltì ampiamente la presenza
in fabbrica, il nuovo operaio che ne venne fuori era sedato e
ricattato.
Invece, per le migliaia di persone che, da un giorno all’altro, si
trovarono ad essere “esuberi”, espulsi dai luoghi di lavoro, ci fu
una realtà di emarginazione sociale. Negli anni ’80, a Torino, si sono
suicidati tanti (troppi) lavoratori Fiat in cassintegrazione.
MELFI, MAGGIO 2004
Alla Fiat Sata di Melfi, la “fabbrica modello” della produzione just
in time toyotista e della nuova metrica del lavoro, nel maggio 2004,
dopo 11 anni di pace sociale (seguiti alla sua apertura), scoppiò la
rivolta dei lavoratori.
TERMINI IMERESE 2009
Il 18 giugno 2009 Sergio Marchionne annunciava, a un incontro coi
sindacati e il governo, che lo stabilimento Fiat di Termini Imerese
non averbbe prodotto più auto a partire dal 2012.
Nei giorni successivi sono iniziate lotte e scioperi.
Il 19 gennaio 2010 diciotto operai sono saliti sul tetto di un
capannone della della Fiat a Termini Imerese dopo aver ricevuto le
lettere di licenziamento.
POMIGLIANO D’ARCO 2010
Il 14 giugno 2010 viene firmato l’accordo tra la Fiat e Fim-Cisl,
Uilm, Ugl e Fismic per lo stabilimento di Pomigliano.
Il bidone che i “sindacati complici” hanno fatto passare è colossale.
All’intesa non ha aderito la Fiom
Il 22 giugno i lavoratori di Pomigliano, vengono consultati con
referendum sindacale, il sì vince ma non sfonda: solo il 62,2% ha dato
il proprio consenso
La scelta era impossibile: o perdere il lavoro oppure accettare un
accordo che pochi anni fa nessuno si sarebbe mai azzardato anche
soltanto di proporre.
I 3 LICENZIATI di MELFI
A metà luglio 2010 sono stati licenziati tre operai della Fiat di
Melfi (due dei quali delegati Fiom). L’azienda li ha accusati di aver
bloccato, durante un corteo interno, un carrello robotizzato che
portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente. Il
giudice del lavoro ha riscontrato l’antisindacabilità del
provvedimento e ha deciso il loro reintegro. Nonostante la sentenza,
la Fiat “non intende avvalersi delle loro prestazioni”.
MIRAFIORI 2011
La storia della Fiat degli ultimi decenni è quella di una
multinazionale che chiude gli stabilimenti in Italia e li apre in
paesi dove la manodopera costa meno e con il ricatto della “fuga
all’estero” attacca i diritti degli operai italiani. Nello spettacolo
è stato inserito (in tempo reale) il racconto della giornate di
Mirafiori di questo terribile gennaio.
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