[NuovoLab] RICHIESTA CAMBIO INDIRIZZO

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Autore: lab genetica manduca
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Vecchi argomenti: [NuovoLab] Servizi segreti e rifiuti tossici, un documento riapre il caso
Oggetto: [NuovoLab] RICHIESTA CAMBIO INDIRIZZO
Pottete togliemi dalla lista con questo indirizzo e mettermi con
paolamanduca@???

grazie mille
pm
Il giorno 07/gen/11, alle ore 19:43, Antonio Bruno ha scritto:

> Servizi segreti e rifiuti tossici, un documento riapre il caso
> Fonte: Andrea Palladino - il manifesto
> Venerdì 07 Gennaio 2011 08:48 -
> La carta in mano alla commissione Pecorella sarebbe stata
> protocollata il giorno prima della
> strana morte del capitano De Grazia, che indagava sulle navi dei
> veleni Finanziamento dal
> governo Dini al Sismi per gestire un traffico di scorie nucleari e
> di armi. La rivelazione in un
> dossier secretato del dicembre 1995
> È un'aria strana quella che tira dalle parti di palazzo San Macuto.
> Via del Seminario, in piena
> Roma barocca, è sempre stata la sede dei misteri italiani. Qui passò
> Nilde Iotti, quando
> presiedeva la commissione sulla P2. Qui si affacciava Carlo
> Taormina, quando preparava la
> vergognosa relazione finale sulla morte di Ilaria Alpi e Miran
> Hrovatin. E qui la commissione
> bicamerale sui rifiuti, presieduta da un altro avvocato celebre,
> Gaetano Pecorella, prepara oggi
> la fase finale del dossier sulle navi dei veleni.
> La testimonianza di Francesco Fonti e la vicenda del cargo Cunski
> sembrano ormai archiviate,
> sepolte. Manca una spiegazione decente su questa vicenda, qualcuno
> che racconti perché per
> cinque anni si è dato credito alla storia dell'ex collaboratore di
> giustizia che oggi tutti giudicano
> inattendibile. O è un folle, oppure le sue parole nascondevano - e
> nascondono - qualcos'altro.
> C'è una pista che preme particolarmente alla commissione. Un filo
> che riporta al 1995, ai mesi
> che hanno preceduto la morte del capitano De Grazia, l'ufficiale
> della marina - medaglia d'oro
> alla memoria - che stava ricostruendo le rotte della navi a perdere,
> delle carrette cariche di
> scorie affondate nel mar Mediterraneo. Indagini che sono morte
> insieme a lui, che nessun altro
> uomo della nostra Marina Militare ha avuto il coraggio e la forza di
> riprendere.
> Nei mesi scorsi sono entrati in gioco i servizi di sicurezza, vero
> enzima dei segreti italiani. Tra
> le carte della commissione Pecorella c'è un documento che promette
> rivelazioni scottanti. È
> datato 11 dicembre 1995, e dimostrerebbe - secondo alcune
> indiscrezioni - un finanziamento
> proveniente dal governo Dini ai servizi italiani per la gestione di
> un traffico di rifiuti nucleari e di
> armi. Il documento sarebbe ancora secretato, e non ne conosciamo la
> provenienza, che, in
> questi casi, non è un fattore secondario. Ma è la data del documento
> a colpire, a ricollegarsi -
> in una incredibile coincidenza temporale - con la morte del capitano
> di corvetta Natale De
> Grazia.
> Nome in codice Pinocchio
> È il 13 maggio 1995. Davanti agli uomini della forestale guidati dal
> colonnello Rino Martini si
> presenta una fonte confidenziale. Viene ascoltato con il patto di
> non rivelare la sua identità,
> utilizzando un articolo del codice di procedura penale specifico,
> che serve a tutelare i
> confidenti. Il suo racconto punta il dito su un personaggio chiave
> del mondo delle scorie
> pericolose, Orazio Duvia. È un imprenditore di La Spezia, a capo
> della mega discarica di
> Pitelli, una vera e propria piattaforma logistica dei rifiuti
> tossici. Il confidente - che si fa
> chiamare, con una certa ironia, Pinocchio - spiega quali sono i
> presunti legami di Duvia con il
> mondo delle fabbriche di armi e con quel groviglio di poteri che
> ancora oggi dominano la città
> di La Spezia. Alla fine della sua lunga deposizione parla di una
> nave, affondata al largo delle
> coste ioniche - a capo Spartivento - la Rigel. Un cargo che, secondo
> "Pinocchio", era pieno di
> «materiale nucleare (uranio additivato)».
> La testimonianza è fondamentale. È la prima volta che nell'inchiesta
> allora condotta dalle
> Procure di Reggio Calabria - Francesco Neri - e di Matera - Nicola
> Maria Pace - appare la pista
> della nave Rigel. Quel verbale è un vero punto di svolta.
> «Affondamenti sospetti»
> Il periodo tra il maggio e il dicembre del 1995 è frenetico. Natale
> De Grazia è la persona del
> gruppo che si dedica alla ricostruzione delle rotte delle navi a
> perdere, a partire dalla Rigel.
> Vengono acquisiti gli atti del processo contro gli armatori e i
> caricatori della nave, già accusati
> di truffa all'assicurazione e affondamento doloso dalla Procura di
> La Spezia. Un processo
> terminato con una condanna fino al terzo grado per il reato di
> affondamento doloso, mentre
> l'ipotesi dell'associazione per delinquere è caduta nel corso del
> processo.
> Rileggere oggi quelle carte conservate negli archivi del Tribunale
> di La Spezia è però
> fondamentale per capire il contesto dell'affondamento della nave
> Rigel, sospettata di aver
> trasportato uranio additivato. Nell'ordinanza di rinvio a giudizio
> degli imputati, il giudice
> istruttore di La Spezia parla non di un singolo affondamento, ma di
> tante navi affondate in
> maniera dolosa e sospetta. L'ipotesi era che esistesse
> «un'associazione criminosa avente lo
> scopo di commettere più reati di naufragio doloso e truffe aggravate
> ai danni di varie società di
> assicurazione». Più naufragi, non solo la Rigel. Ed era questa la
> pista seguita da Natale De
> Grazia e la prima, solida conferma giudiziaria dell'esistenza di
> diverse navi disperse nelle
> acque del Mediterraneo. Cosa trasportavano? Chi ha organizzato
> l'affondamento?
> Una questione di Stato
> I magistrati si rendono subito conto che quell'indagine è esplosiva.
> Pensare a traffico di rifiuti
> nucleari, gestiti da gruppi massonici e criminali, per poi essere
> gettati in mare, faceva tremare i
> polsi anche ad investigatori testardi come De Grazia. Perché era
> evidente che un traffico del
> genere non poteva avvenire senza la copertura di parti importanti
> dello stato. Pensando, poi,
> al centro della rete, la città di La Spezia, sede di basi Nato,
> della Marina Militare, del centro di
> addestramento dei reparti speciali, di fabbriche di armi, era
> evidente che far uscire una nave
> carica di uranio non poteva essere un gioco per semplici truffatori.
> E così i magistrati in quei mesi scrissero al Presidente della
> Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro.
> Lo ricorda Francesco Neri, nella sua testimonianza del 1997 durante
> l'inchiesta per la morte di
> Natale De Grazia: «Ricordo che unitamente al collega Pace della
> Procura circondariale di
> Matera comunicammo al Capo dello Stato che le indagini potevano
> coinvolgere la sicurezza
> nazionale, inoltre poiché fatti di questo tipo potevano essere a
> conoscenza del Sismi ancor
> prima dell'ingresso del capitano De Grazia nelle indagini chiesi al
> direttore del servizio di
> trasmettermi copia di tutti gli atti che potevano riguardare il
> traffico clandestino di rifiuti
> radioattivi con navi». Informative dei servizi poi realmente
> confluite negli incartamenti
> dell'inchiesta. Dunque, l'intelligence italiana conosceva
> sicuramente l'indagine sulle navi.
> Un tragico dicembre
> Natale De Grazia era sul punto di chiudere le indagini. Aveva già
> programmato di utilizzare le
> festività di fine anno per preparare un rapporto finale, con le
> conclusioni della lunga inchiesta. Il sei dicembre a Reggio Calabria
> viene sentito - per la seconda volta - il teste "alfa alfa", ovvero
> Aldo Anghessa. Oscuro trafficante, fortemente sospettato di agire
> spesso per interessi non
> chiari o come agente provocatore, due giorni prima del ponte
> dell'immacolata depone davanti a
> Natale De Grazia. E introduce un nuovo nome, che sarà fondamentale
> per l'inchiesta sulla
> morte di Ilaria Alpi, Giampiero Sebri. «È disposto a collaborare»,
> spiega Anghessa. Sebri
> qualche anno più tardi - nel 1997 - deporrà a lungo davanti ai
> magistrati della Dda di Milano,
> raccontando di una organizzazione internazionale specializzata nel
> traffico dei rifiuti nucleari.
> Indicherà anche Giancarlo Marocchino e l'ufficiale del Sisde
> presente in Somalia nel marzo del
> 1994, Luca Rajola Pescarini, come personaggi coinvolti, a suo dire,
> nel traffico. Per quelle
> dichiarazioni venne condannato per calunnia, condanna penale poi
> revocata qualche mese fa
> dalla Corte di Cassazione.
> Quattro giorni dopo l'interrogatorio Natale De Grazia, insieme al
> maresciallo dei carabinieri
> Nicolò Moschitta, riceve sei deleghe dal procuratore Neri, per
> compiere indagini a La Spezia e a Como. Chi doveva incontrare De
> Grazia non lo sappiamo. Il 12 dicembre parte e a
> mezzanotte viene stroncato da un arresto cardiaco, in circostanze
> mai chiarite.
> I servizi segreti
> Il documento arrivato nei mesi scorsi negli uffici della commissione
> Pecorella che
> dimostrerebbe l'erogazione di fondi ai servizi segreti per la
> gestione dei rifiuti nucleari e di armi
> ha la data - secondo quanto riportato dal quotidiano Terra - dell'11
> dicembre 1995, ovvero il
> giorno prima del viaggio di De Grazia. Il capitano di corvetta
> sentiva il pericolo come vicino,
> vicinissimo. Lo raccontava al cognato, mentre da qualche mese - dopo
> una perquisizione
> decisamente anomala a Roma - aveva il timore di entrare in contrasto
> con pezzi importanti
> dello stato. Sapeva di essere vicino alla verità, e questo lo
> preoccupava. Quello che
> probabilmente non sapeva era che quello stesso stato che gli pagava
> lo stipendio per bloccare
> i traffici criminali di rifiuti e di armi, finanziava - segretamente
> - chi quei traffici li copriva o, addirittura, li organizzava.
>
> --
> antonio bruno.
> capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova
> 00393666756779
> Moderiamoci: no html, risposte private in privato: il reply e' alla
> lista,
> e viene letto da tutti gli iscritti.
> L'iscrizione alla lista e' aperto a tutt*, ma consigliato solo alle
> persone
> che agiscono localmente per iniziative "di movimento" a
> Genova.
> Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, vai su: :
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Prof. Paola Manduca
Lab. di Genetica, DIBIO
Università di genova
26, Corso Europa
16132 Genova
Italia
tel: 0103538240
fax: 0103538240
cell: 3472540531