Lettera a babbo natale da Luis Sepulveda
Scritto da Administrator
Venerdì 24 Dicembre 2010 18:02
Stimato Santa Claus, Papá Noël, Viejo Pascuero, Papà Natale, o come vuole chiamarsi o essere chiamato: confesso che mi ha sempre suscitato simpatia perchè in generale mi piace la Scandinavia, il suo vestito rosso mi risulta premonitore e perchè dietro a questa barba ho sempre creduto di riconoscere un filosofo tedesco, che ogni giorno ha sempre più ragione in quello che afferma in vari libri, molto citati, ma poco letti.
Non tema per il tenore di questa lettera.
Non sono più il bambino cileno che diversi anni fa le scrisse: “Vecchio caprone, l’anno scorso ti ho mandato una lettera, raccontandoti che nonostante andassi a scuola senza scarpe e senza colazione avevo avuto le note migliori e che l’unico regalo che desideravo era una bicicletta; in nessun caso nuova e non doveva essere per niente una mountain bike, o per correre il Tour de France.Volevo una semplice bicicletta, senza cambi, per aiutare mia madre nel reparto della biancheria degli altri, che lava e stira in casa. Era tutto: una cazzo di bicicletta, ma venne Natale e ricevetti una stupida cornetta di plastica, giocattolo che ho conservato e ti invio con questa lettera, perchè te la metta in culo e ti auguro il Sida, vecchio figlio di puttana”.
Sono stati i suoi elfi i responsabili di un così mostruoso sbaglio? Bene, stimato Santa Claus, sicuramente quest’anno riceverà numerose petizioni di biciclette perchè l’unico avvenire dei ragazzi del mondo sarà fare i messaggeri, senza contratto di lavoro, condannati a lavorare e ripartire pacchetti sino a 67 anni.
Io non le chiedo una bicicletta, e in cambio le domando uno sforzo pedagogico, che ponga i suoi elfi e le sue renne a scrivere milioni di lettere, spiegando chi sono e dove sono i mercati.
Come lei sa bene, ci hanno rovinato la vita, diminuito lo stipendio, ridotto le pensioni ritirato il sussidio di sciopero e condannato a lavorare perpetuamente per tranquillizzare i mercati.
I Mercati hanno nomi e visi di persone, sono un gruppo integrato da meno dell’1 per cento dell’umanità e sono nello stesso tempo i padroni
del 99% della ricchezza.
I mercati sono gli integranti del consiglio degli azionisti e gli stessi azionisti di - per esempio – un laboratorio che non rinuncia alle Royalties di una serie di medicinali che, se fossero generici, salverebbero milioni di vite. Non lo fanno perchè la vita non è redditizia, ma la morte sì che lo è, e molto.
I mercati sono gli azionisti delle industrie che invasano succo d’arancia e che hanno aspettato sino a che l’Unione Europea ha annunciato leggi restrittive per i lavoratori non comunitari, che saranno obbligati a lavorare in Spagna o in un altro paese dell’Unione Europea secondo i regolamenti del lavoro e le condizioni salariali dei loro paesi d’origine.
Appena questo è avvenuto, nelle borse europee i prezzi del prossimo raccolto d’arance sono andati alle stelle.
Per i mercati, per tutti e per ognuno di questi azionisti, la giustizia sociale non è redditizia, ma la schiavitù sì, e molto.
I mercati sono gli azionisti di una banca che toglie la casa ad una donna con un figlio invalido.
Per tutti e per ognuno di questi azionisti, gerenti e direttori di dipartimenti le ragioni umanitarie non sono redditizie, ma lo sfruttamento e l’espulsione dalla povertà nella miseria sì che lo è, e molto.
Per i truffatori della speranza, siano di destra o di destra, perchè non esiste altra opzione tra i difensori del sistema responsabile della crisi, causata dagli stessi mercati, spogliare della casa questa anziana è stato un segnale per tranquillizzare i mercati.
In Inghilterra il criminale rincaro delle tariffe universitarie è stato fatto per tranquillizzare i mercati; lo scontento sociale creerà inevitabili azioni per la sopravvivenza e i mercati chiederanno sangue e morte per tranquillizzare il loro appetito insaziabile.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino dettagliatamente, nel mezzo di questa crisi economica generata dalla voracità speculativa dei mercati e per la rinuncia dello Stato a controllare il va e vieni del denaro, nessuna banca ha smesso di guadagnar,e nessuna società multinazionale ha smesso di guadagnare ed anche gli economisti più ortodossi della teoria di mercato concordano che il principale sintomo della crisi è che le banche e le imprese multinazionali guadagnano meno, ma in nessun caso hanno smesso di guadagnare.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino sino alla sazietà che è il mercato quello che si è opposto a qualsiasi controllo statale e alle speculazioni, ma che adesso impone che lo Stato castighi i cittadini per la diminuzione dei suoi guadagni.
E, alla fine, mi permetta di chiederle qualcosa di più: migliaia, milioni di bandiere da combattimento, forti barricate, sanpietrini massicci, maschere antigas, e che la stella di Betlemme si trasformi in una serie di mete incandescenti come un bersaglio fisso.
Le borse che ardano dalle fondamenta, perchè i falò di cento bellissimi incendi ci daranno, anche se temporaneamente, un’indimenticabile notte di pace.
Fraternamente.
Luis Sepulveda
Lettera a babbo natale da Luis Sepulveda
Scritto da Administrator
Venerdì 24 Dicembre 2010 18:02
Stimato Santa Claus, Papá Noël, Viejo Pascuero, Papà Natale, o come vuole chiamarsi o essere chiamato: confesso che mi ha sempre suscitato simpatia perchè in generale mi piace la Scandinavia, il suo vestito rosso mi risulta premonitore e perchè dietro a questa barba ho sempre creduto di riconoscere un filosofo tedesco, che ogni giorno ha sempre più ragione in quello che afferma in vari libri, molto citati, ma poco letti.
Non tema per il tenore di questa lettera.
Non sono più il bambino cileno che diversi anni fa le scrisse: “Vecchio caprone, l’anno scorso ti ho mandato una lettera, raccontandoti che nonostante andassi a scuola senza scarpe e senza colazione avevo avuto le note migliori e che l’unico regalo che desideravo era una bicicletta; in nessun caso nuova e non doveva essere per niente una mountain bike, o per correre il Tour de France.Volevo una semplice bicicletta, senza cambi, per aiutare mia madre nel reparto della biancheria degli altri, che lava e stira in casa. Era tutto: una cazzo di bicicletta, ma venne Natale e ricevetti una stupida cornetta di plastica, giocattolo che ho conservato e ti invio con questa lettera, perchè te la metta in culo e ti auguro il Sida, vecchio figlio di puttana”.
Sono stati i suoi elfi i responsabili di un così mostruoso sbaglio? Bene, stimato Santa Claus, sicuramente quest’anno riceverà numerose petizioni di biciclette perchè l’unico avvenire dei ragazzi del mondo sarà fare i messaggeri, senza contratto di lavoro, condannati a lavorare e ripartire pacchetti sino a 67 anni.
Io non le chiedo una bicicletta, e in cambio le domando uno sforzo pedagogico, che ponga i suoi elfi e le sue renne a scrivere milioni di lettere, spiegando chi sono e dove sono i mercati.
Come lei sa bene, ci hanno rovinato la vita, diminuito lo stipendio, ridotto le pensioni ritirato il sussidio di sciopero e condannato a lavorare perpetuamente per tranquillizzare i mercati.
I Mercati hanno nomi e visi di persone, sono un gruppo integrato da meno dell’1 per cento dell’umanità e sono nello stesso tempo i padroni
del 99% della ricchezza.
I mercati sono gli integranti del consiglio degli azionisti e gli stessi azionisti di - per esempio – un laboratorio che non rinuncia alle Royalties di una serie di medicinali che, se fossero generici, salverebbero milioni di vite. Non lo fanno perchè la vita non è redditizia, ma la morte sì che lo è, e molto.
I mercati sono gli azionisti delle industrie che invasano succo d’arancia e che hanno aspettato sino a che l’Unione Europea ha annunciato leggi restrittive per i lavoratori non comunitari, che saranno obbligati a lavorare in Spagna o in un altro paese dell’Unione Europea secondo i regolamenti del lavoro e le condizioni salariali dei loro paesi d’origine.
Appena questo è avvenuto, nelle borse europee i prezzi del prossimo raccolto d’arance sono andati alle stelle.
Per i mercati, per tutti e per ognuno di questi azionisti, la giustizia sociale non è redditizia, ma la schiavitù sì, e molto.
I mercati sono gli azionisti di una banca che toglie la casa ad una donna con un figlio invalido.
Per tutti e per ognuno di questi azionisti, gerenti e direttori di dipartimenti le ragioni umanitarie non sono redditizie, ma lo sfruttamento e l’espulsione dalla povertà nella miseria sì che lo è, e molto.
Per i truffatori della speranza, siano di destra o di destra, perchè non esiste altra opzione tra i difensori del sistema responsabile della crisi, causata dagli stessi mercati, spogliare della casa questa anziana è stato un segnale per tranquillizzare i mercati.
In Inghilterra il criminale rincaro delle tariffe universitarie è stato fatto per tranquillizzare i mercati; lo scontento sociale creerà inevitabili azioni per la sopravvivenza e i mercati chiederanno sangue e morte per tranquillizzare il loro appetito insaziabile.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino dettagliatamente, nel mezzo di questa crisi economica generata dalla voracità speculativa dei mercati e per la rinuncia dello Stato a controllare il va e vieni del denaro, nessuna banca ha smesso di guadagnar,e nessuna società multinazionale ha smesso di guadagnare ed anche gli economisti più ortodossi della teoria di mercato concordano che il principale sintomo della crisi è che le banche e le imprese multinazionali guadagnano meno, ma in nessun caso hanno smesso di guadagnare.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino sino alla sazietà che è il mercato quello che si è opposto a qualsiasi controllo statale e alle speculazioni, ma che adesso impone che lo Stato castighi i cittadini per la diminuzione dei suoi guadagni.
E, alla fine, mi permetta di chiederle qualcosa di più: migliaia, milioni di bandiere da combattimento, forti barricate, sanpietrini massicci, maschere antigas, e che la stella di Betlemme si trasformi in una serie di mete incandescenti come un bersaglio fisso.
Le borse che ardano dalle fondamenta, perchè i falò di cento bellissimi incendi ci daranno, anche se temporaneamente, un’indimenticabile notte di pace.
Fraternamente.
Luis Sepulveda
Lettera a babbo natale da Luis Sepulveda
Scritto da Administrator
Venerdì 24 Dicembre 2010 18:02
Stimato Santa Claus, Papá Noël, Viejo Pascuero, Papà Natale, o come vuole chiamarsi o essere chiamato: confesso che mi ha sempre suscitato simpatia perchè in generale mi piace la Scandinavia, il suo vestito rosso mi risulta premonitore e perchè dietro a questa barba ho sempre creduto di riconoscere un filosofo tedesco, che ogni giorno ha sempre più ragione in quello che afferma in vari libri, molto citati, ma poco letti.
Non tema per il tenore di questa lettera.
Non sono più il bambino cileno che diversi anni fa le scrisse: “Vecchio caprone, l’anno scorso ti ho mandato una lettera, raccontandoti che nonostante andassi a scuola senza scarpe e senza colazione avevo avuto le note migliori e che l’unico regalo che desideravo era una bicicletta; in nessun caso nuova e non doveva essere per niente una mountain bike, o per correre il Tour de France.Volevo una semplice bicicletta, senza cambi, per aiutare mia madre nel reparto della biancheria degli altri, che lava e stira in casa. Era tutto: una cazzo di bicicletta, ma venne Natale e ricevetti una stupida cornetta di plastica, giocattolo che ho conservato e ti invio con questa lettera, perchè te la metta in culo e ti auguro il Sida, vecchio figlio di puttana”.
Sono stati i suoi elfi i responsabili di un così mostruoso sbaglio? Bene, stimato Santa Claus, sicuramente quest’anno riceverà numerose petizioni di biciclette perchè l’unico avvenire dei ragazzi del mondo sarà fare i messaggeri, senza contratto di lavoro, condannati a lavorare e ripartire pacchetti sino a 67 anni.
Io non le chiedo una bicicletta, e in cambio le domando uno sforzo pedagogico, che ponga i suoi elfi e le sue renne a scrivere milioni di lettere, spiegando chi sono e dove sono i mercati.
Come lei sa bene, ci hanno rovinato la vita, diminuito lo stipendio, ridotto le pensioni ritirato il sussidio di sciopero e condannato a lavorare perpetuamente per tranquillizzare i mercati.
I Mercati hanno nomi e visi di persone, sono un gruppo integrato da meno dell’1 per cento dell’umanità e sono nello stesso tempo i padroni
del 99% della ricchezza.
I mercati sono gli integranti del consiglio degli azionisti e gli stessi azionisti di - per esempio – un laboratorio che non rinuncia alle Royalties di una serie di medicinali che, se fossero generici, salverebbero milioni di vite. Non lo fanno perchè la vita non è redditizia, ma la morte sì che lo è, e molto.
I mercati sono gli azionisti delle industrie che invasano succo d’arancia e che hanno aspettato sino a che l’Unione Europea ha annunciato leggi restrittive per i lavoratori non comunitari, che saranno obbligati a lavorare in Spagna o in un altro paese dell’Unione Europea secondo i regolamenti del lavoro e le condizioni salariali dei loro paesi d’origine.
Appena questo è avvenuto, nelle borse europee i prezzi del prossimo raccolto d’arance sono andati alle stelle.
Per i mercati, per tutti e per ognuno di questi azionisti, la giustizia sociale non è redditizia, ma la schiavitù sì, e molto.
I mercati sono gli azionisti di una banca che toglie la casa ad una donna con un figlio invalido.
Per tutti e per ognuno di questi azionisti, gerenti e direttori di dipartimenti le ragioni umanitarie non sono redditizie, ma lo sfruttamento e l’espulsione dalla povertà nella miseria sì che lo è, e molto.
Per i truffatori della speranza, siano di destra o di destra, perchè non esiste altra opzione tra i difensori del sistema responsabile della crisi, causata dagli stessi mercati, spogliare della casa questa anziana è stato un segnale per tranquillizzare i mercati.
In Inghilterra il criminale rincaro delle tariffe universitarie è stato fatto per tranquillizzare i mercati; lo scontento sociale creerà inevitabili azioni per la sopravvivenza e i mercati chiederanno sangue e morte per tranquillizzare il loro appetito insaziabile.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino dettagliatamente, nel mezzo di questa crisi economica generata dalla voracità speculativa dei mercati e per la rinuncia dello Stato a controllare il va e vieni del denaro, nessuna banca ha smesso di guadagnar,e nessuna società multinazionale ha smesso di guadagnare ed anche gli economisti più ortodossi della teoria di mercato concordano che il principale sintomo della crisi è che le banche e le imprese multinazionali guadagnano meno, ma in nessun caso hanno smesso di guadagnare.
Che i suoi elfi e le sue renne spieghino sino alla sazietà che è il mercato quello che si è opposto a qualsiasi controllo statale e alle speculazioni, ma che adesso impone che lo Stato castighi i cittadini per la diminuzione dei suoi guadagni.
E, alla fine, mi permetta di chiederle qualcosa di più: migliaia, milioni di bandiere da combattimento, forti barricate, sanpietrini massicci, maschere antigas, e che la stella di Betlemme si trasformi in una serie di mete incandescenti come un bersaglio fisso.
Le borse che ardano dalle fondamenta, perchè i falò di cento bellissimi incendi ci daranno, anche se temporaneamente, un’indimenticabile notte di pace.
Fraternamente.
Luis Sepulveda