[NuovoLab] IL POPOLO DEI GIOVANI

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Autor: ugo
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IL POPOLO DEI GIOVANI

Valentino Parlato

Quest'inverno si sta riscaldando. Mai come in questi
mesi lo stato generale di quest'Italia è stato così deprimente. La
disoccupazione cresce, anche i sindacati non stanno tanto bene e la
politica è un disastro. I partiti che una volta avevano un nome (Dc,
Pci, Psi, Pri, etc) adesso hanno sigle prive di identità: nomina sunt
essentia rerum. Nessun nome preciso e, quindi, disponibile a tutto e al
contrario di tutto.
L'attuale governo, dopo aver ottenuto la
maggioranza di soli tre voti, conferma il detto secondo il quale al
peggio non c'è fine. Il presidente del consiglio minaccia di scendere in
piazza se la Corte Costituzionale impedirà l'approvazione del legittimo
impedimento, che ove non fosse approvato porterebbe Berlusconi da
Palazzo Chigi a Regina Coeli. E so di esagerare. E intanto si è dimessa
la ministra Prestigiacomo. Manca ancora la notizia di un messaggio di
congratulazioni del nostro presidente all'amico Lukashenko. Siamo a un
caos agonico della Repubblica italiana fondata sul lavoro e non sui
disoccupati, i precari e quant'altro.
In questa palude velenosa e
micidiale lo scatto di vita c'è venuto dai giovani, dagli studenti,
dalle università e dalle scuole tutte. È da settimane che i giovani
manifestano, esprimono la loro rabbia, anche disperazione e soprattutto
volontà di cambiare, di procedere e far procedere il paese su un binario
liberatorio. A Roma, a Palermo, a Torino, a Milano e in tutte le sedi
universitarie questo movimento è sceso in piazza a chiedere una svolta. E
quando c'è un popolo di giovani che protesta e chiede di cambiar strada
poco valgono gli strilli di denunzia contro qualche inevitabile
episodio di violenza. Il fiume è in piena. E ben lo ha capito il
presidente della Repubblica che ieri ha ricevuto una delegazione di
questi studenti. Bene farebbe la Cgil ad accettare la richiesta degli
studenti e della Fiom di uno sciopero generale.
Dobbiamo, anche
perché un po' più anziani (anche molto) stare vicini a questo movimento:
«uniti contro la crisi» è un'affermazione di volontà e di realismo. Il
manifesto nella sua ormai quarantennale storia è stato sempre con i
giovani, solidale e anche critico. Il manifesto è ancora con questa
fiduciosa realtà giovanile. Ma forse anche per questo il manifesto è
diventato un obiettivo di questo governo, che prima ha abolito il
diritto soggettivo a un contributo statale all'editoria libera e poi,
adesso, minaccia di far bella figura togliendo i soldi destinati
all'editoria per darli al 5 per mille. E qui, anche in polemica con gli
amici de il Fatto, ribadiamo che il contributo pubblico all'editoria
senza padroni non è un'elemosina, ma un dovuto contributo alla cultura e
alla libertà. Ove queste minacce diventassero realtà, sappiano i nostri
potenti nemici, ma anche i giovani del movimento, che non molleremo.
Non
molleremo perché siamo in una crisi e in uno scontro sociale (direi di
classe) che non consente ritirate. Non torneremo a casa quando nello
stato delle cose presenti il pericolo è di una deriva verso il peggio.
Peggio anche dell'attuale peggio berlusconiano.

Da " il manifesto" del 23/12/2010



Ugo Beiso











Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal