Autore: fernanda la camera Data: To: forumgenova Oggetto: [NuovoLab] la protesta dei giovani
Contromano di Curzio Maltese dal Venerdì di Repubblica
L'Italia è un paese per vecchi. Ma il linciaggio
mediatico che ha accompagnato il movimento delle
università, con le calunnie vomitate dai soliti
cani da guardia contro una protesta pacifica,
creativa, intelligente, beh, questo è davvero
preoccupante. Significa che il paese invecchia
molto male, nel rancore e nell'egoismo, proprio
come l'uomo che si è scelto per farsi condurre alla tomba.
L'Italia è vecchia nell'età, 43 anni in media,
contro i 26 del resto del mondo; nella classe
dirigente, la più longeva del Pianeta;
nell'industria, ancora basata sulla
manifattura a basso livello di tecnologia.
Decrepita nella cultura e nella formazione, con
la metà degli investimenti su ricerca e
università e meno delle metà dei laureati sulla
media europea, cioè un terzo nel confronto con
Germania e Francia, e indici di lettura africani.
In Italia è vecchia anche la maggioranza dei
giovani, cresciuti in mezzo alla pattumiera
televisiva, rassegnati al familismo come stile di
vita e a campare di paghetta fino a quarant'anni,
fra le forfore della nonna. Ora, se in questo
Stato la nostra meglio gioventù scende in piazza
e ci costringe a parlare di argomenti seri,
bisogna far festa, abbraciarli uno a uno.
Reclamano un diritto da cittadini democratici, il
diritto allo studio. Non si lamentano senza far
nulla, come la maggioranza dei sudditi di questo ridicolo regno.
Qualche volta esagerano, d'accordo. Ma esagerano
meno della polizia e molto meno di quanto abbiano
esagerato con loro le generazioni passate. Gli
abbiamo lasciato un mondo del lavoro senza
speranze e una montagna di debiti da pagare. Il
debito pubblico è questo, fottere il futuro dei
figli. Non sono poveri, non ancora. Hanno il
telefonino, il computer. Ma saranno poveri, nella logica del declino.
Dopo il Rinascimento c'è voluto quasi un secolo
per ridurre l'Italia alla miseria, ma i tempi cambiano e questi sono veloci.
Nel giro di una generazione finiranno a fare i
camerieri dei coetanei cinesi o tedeschi. Non per
colpa degli immigrati, che ci salvano dalla
bancarotta di Stato e dalla recessione
permanente. Per la responsabilità,
l'irresponsabilità anzi, e l'egoismo di padri e nonni.
Che cos'hanno da perdere nella protesta? Che cosa
ci fanno perdere? Il futuro italiano è una bomba
a orologeria e questi ragazzi stanno cercando di
disinnescare il timer. Si può dire soltanto: grazie