[Hackmeeting] Fwd: Controllo del WEB

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Autor: Marco A. Calamari
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To: hackmeeting Maillist
Betreff: [Hackmeeting] Fwd: Controllo del WEB
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CONTROLLO DEL WEB

La legge sul web voluta dal governo italiano (la cosiddetta legge
Romani) «sembra essere scritta per dare all'esecutivo margine di manovra
per bloccare o censurare i contenuti internet»: lo si legge in un
dispaccio siglato dall'ambasciatore Usa a Roma, David Thorne, il 3
febbraio 2010 (http://www.wikileaks.ch/cable/2010/02/10ROME125.html) e
pubblicato da uno dei media partner di Wikileaks, El Pais. «Questa legge
rappresenterebbe un precedente per nazioni come la Cina, che
copierebbero o citerebbero questa "giustificazione" per il giro di vite
sulla libertà di parola» si legge nel documento pubblicato dal
quotidiano spagnolo (Il Sole 24 Ore).

Particolare attenzione viene dedicata a Sky: «Funzionari di Sky ci hanno
detto che il viceministro Romani sta guidando gli sforzi all'interno del
governo italiano per aiutare Mediaset di Berlusconi e per mettere Sky in
svantaggio. Questo è uno schema familiare: Berlusconi e Mediaset hanno
usato il potere di governo in questo modo, sin dai tempi di Bettino
Craxi». «Nonostante le reazioni negative dell'opposizione e degli
operatori del settore, la questione non ha conquistato le prime pagine e
non c'è stata una forte reazione dell'opinione pubblica», si legge nel
cable. L'ambasciatore Thorne nota che «le élite tradizionali italiane di
entrambi gli schieramenti si sentono a disagio» nei confronti di
Internet, che insidia i media convenzionali «controllati da loro». «il
controllo del web può essere usato come precedente da Paesi come la
Cina» (La Stampa).

Secondo un "cable" dell'ambasciata Usa a Roma, per il direttore delle
relazioni istituzionali di Confindustria per i Servizi innovativi e
tecnologici Antonello Busetto, «se approvata, la legge Romani
rappresenterebbe la morte di internet in Italia». E intanto emerge anche
una precisazione di Romano Prodi a proposito di South Stream, dopo che
il premier Silvio Berlusconi aveva detto che a firmare l'intesa era
stato Prodi: «Sia chiaro che durante il mio governo l'Eni ha firmato per
rifornimenti che erano indispensabili all'Europa dopo la crisi Ucraina,
su cui tutti erano d'accordo e non c'era nessun intermediario vicino a
me: quindi una cosa è fare l'interesse del paese, una cosa è fare altre
cose» (Il sole 24 Ore).


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