[Sexyshock] Proposta di cittadinanza onoraria della città di…

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Author: Maurizio Cecconi
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Subject: [Sexyshock] Proposta di cittadinanza onoraria della città di Bologna a Beppino Englaro
Sent to you by Maurizio Cecconi via Google Reader: Proposta di
cittadinanza onoraria della città di Bologna a Beppino Englaro via Rete
Laica Bologna by Rete Laica Bologna on 07/12/10

Bologna,
07 Dicembre 2010.

Nell’ultimo secolo e mezzo, la città di Bologna è stata attraversata e
abitata da persone che, col loro impegno, con la loro tenacia e, per
alcune, anche col loro sacrificio, hanno segnato l’approdo da un paese
diviso e ancorato allo Stato Pontificio a un’Italia finalmente unita e,
in seguito, repubblicana e costituzionalmente laica.

La storia di Bologna è, dunque, anche “storia di grandi laici e
laiche”, grazie ai quali siamo oggi donne e uomini più liberi.

Ricordiamo Laura Bassi, che con le sue dissertazioni filosofiche,
matematiche e fisiche contribuì ad affermare il diritto allo studio per
le donne. Fu la prima in Europa, nell’epoca dei Lumi, a diventare
docente universitario, sconfiggendo il maschilismo imperante nel mondo
accademico.

Ricordiamo Alessandro Gavazzi, predicatore evangelico e cappellano di
Garibaldi, incarcerato per ordine del Cardinal legato di Bologna, a
causa della sua strenua difesa dell’Italia unita risorgimentale.

Ricordiamo Giuseppe Barilli detto Quirico Filopanti, matematico e
filosofo, ma soprattutto padre costituente della Repubblica Romana,
primo e breve tentativo di abbattere la feroce dittatura dello Stato
Pontificio.

Ricordiamo Amilcare Zamorani, giornalista ebreo, che comprò e trasformò
il “Il Resto del Carlino” in quotidiano, collocato nell’area politica
dei radicali, repubblicani e socialisti legalitari, e facendone la voce
dell’informazione più importante della città.

Ricordiamo Augusto Murri, medico e innovatore, il cui sforzo allontanò
la medicina, così importante per la salute degli esseri umani, dalle
superstizioni anti-scientifiche. Fu deputato al Parlamento nel 1891,
repubblicano convinto e dichiaratamente anticlericale.

Ricordiamo Olindo Guerrini, poeta, direttore della Biblioteca
Universitaria e consigliere provinciale nel 1889. Querelato dal vescovo
di Faenza per un articolo critico sul suo operato, fu prima condannato
e poi assolto. Vivace anticlericale, credeva che la cultura fosse uno
strumento di emancipazione e di liberazione.

Ricordiamo Enrico Golinelli, che col suo fraterno amico Aurelio Saffi
fondò l’Associazione Democratica. Fu sindaco dal 1902 al 1904 e, come
avvocato, difese in più occasioni gli operai.

Ricordiamo Francesco Zanardi, primo sindaco socialista della nostra
città, eletto col motto “Pane e alfabeto”, a sottolineare tanto
l’importanza del miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori,
quanto la necessità della diffusione della cultura. Fu più volte
aggredito e picchiato dai fascisti. Dopo il confino, fu padre
costituente della Repubblica Italiana e nominato senatore a vita.

Ricordiamo Genuzio Bentini, chiamato “l’avvocato dei poveri”, per la
sua ininterrotta difesa dei diritti umani e degli ultimi della società.
Fu deputato al Parlamento dal 1904 e in seguito consigliere comunale a
Bologna e presidente del Consiglio Provinciale.

Ricordiamo Giuseppe Dozza, il “sindaco della ricostruzione” successiva
alla Seconda Guerra Mondiale, per l’impegno nel realizzare i consultori
sanitari, gli asili e le scuole comunali, oggi sotto il duplice attacco
dei tagli e della progressiva equiparazione tra scuola pubblica e
scuola privata.

Ricordiamo Aurelia Zama, prima donna socialista eletta il Consiglio
Comunale dopo la Liberazione. Fondò la rivista clandestina “Compagna”,
diffusa durante il fascimo, che anticipò i temi e le lotte che, qualche
anno dopo, avrebbero visto impegnate le donne di tutta Italia.

Ricordiamo Liliana Alvisi, ginecologa e consigliera comunale dal 1951,
che assistette, a Bologna e provincia, migliaia di donne, obbligate
dall’illegalità dell’aborto a operazioni clandestine e pericolose per
la loro salute, tanto da condannarne decine a una morte altrimenti
evitabile.

Ricordiamo Maria Adele Crocioni Michelini, che a Bologna, negli anni
’50, insieme a poche altre avanguardiste, costituì il “Comitato per
l’affermazione dei diritti della donna” e diede vita, ancor prima che
la battaglia per il divorzio diventasse nazionale, a iniziative
fondamentali per riformare l’opprimente diritto di famiglia.

Ricordiamo Vittorina Dal Monte, nata poverissima in una famiglia di
braccianti, fu partigiana e comunista, prima consigliera provinciale e
successivamente assessore all’istruzione e alla maternità. Non
abbandonò mai le sue attività in difesa dei diritti delle donne e
divenne dirigente nazionale dell’Unione Donne Italiane.

Ricordiamo Diana Franceschi, partigiana, comunista e segretaria
dell’UDI. Nel 1975 fu eletta in Consiglio Comunale e nominata assessore
ai problemi delle donne. Grazie a lei le problematiche femminili
vennero, per la prima volta, affrontate con impegno dalle Istituzioni.

Ricordiamo Nicola Matteucci, pensatore liberale e fondatore della
rivista e della casa editrice Il Mulino e dell’Istituto Cattaneo. A lui
dobbiamo la teoria secondo cui “la Costituzione è il quadro entro il
quale si rende possibile lo sviluppo delle libertà individuali”.

Ricordiamo Renzo Imbeni, sindaco comunista, che sostenne con fermezza i
diritti delle donne e delle persone omosessuali, secondo il principio
per cui “la democrazia deve fondarsi sulle differenze e sulla pluralità
di voci”.

Ricordiamo Carla Battaglia, che fu consigliera comunale dal 1995 e che,
insieme all’inseparabile marito Gianni Selleri, lottò per i diritti
delle persone disabili.

Ricordiamo Stefano Casagrande, attivista gay, poliedrico performer,
indimenticabile direttore artistico del Circolo Arcigay Il Cassero e
promotore di The Italian Miss Alternative, evento di beneficenza per
raccogliere fondi utili alla lotta e alla prevenzione dell’AIDS.

Ricordiamo Marcella Di Folco, attore, fondatrice e presidente del
Movimento Identità Transessuale e consigliera comunale dal 1995; fu la
prima trans al mondo ad essere eletta a questa carica. Instancabile
animatrice del movimento per i diritti individuali e civili per le
persone omosessuali, bisessuali e trans.

***

A questo elenco di illustri cittadini, la Rete Laica Bologna – formata
da sedici organizzazioni fra associazioni e comunità di fedeli –
propone oggi che se ne aggiunga uno onorario: Beppino Englaro.

In questi anni Beppino Englaro è divenuto un simbolo, forse suo
malgrado.

Il simbolo migliore di un Paese che fatica a ritrovare il senso dello
stato di diritto; il simbolo chiaro di un Paese che soffre eppure non
si arrende; il simbolo dell’Italia che crede alla laicità, alla
libertà, all’autodeterminazione degli individui.

Beppino Englaro è divenuto il simbolo di un Paese che crede al rispetto
e che disprezza l’arroganza dei potenti sui deboli, sugli ultimi, sui
semplici cittadini.

Non pensiamo che Beppino sia un eroe, bensì un uomo perbene, la cui
rettitudine è un esempio di civiltà. Mentre finalmente le volontà di
sua figlia venivano rispettate, dopo un cammino lungo diciasette anni
(e non riusciamo nemmeno ad immaginare le durissime difficoltà che
hanno dovuto superare), tutto intorno una classe politica crudele e
cinica ha dimenticato di chiedere scusa a questa famiglia così provata.
Scusa per averla insultata, offesa, violata nei sentimenti più profondi
e personali.

Non per questo chiediamo che Beppino Englaro diventi cittadino onorario
di Bologna. Lo proponiamo perché crediamo che una città debba essere
orgogliosa di persone come lui: ogni città del mondo merita di avere
tra i propri figli un uomo che si è battuto per la libertà di una
scelta e per il rispetto di una volontà.

Lo proponiamo perché Beppino Englaro ha fatto della propria dolorosa
storia personale una battaglia in difesa della legalità. Lo proponiamo
perché ancora oggi l’attività di Beppino Englaro è un grande stimolo
culturale e politico a far sì che l’Italia si doti, finalmente, di una
legge sul fine-vita. Una legge rispettosa della Costituzione e della
dignità degli individui, nel momento in cui più facile è calpestare i
loro diritti.

Proponiamo la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro perché,
attraverso questo atto prestigioso, si possa sostenere con maggior
forza l’articolo 32 della Costituzione, laddove i padri e le madri
costituenti hanno voluto scrivere inequivocabilmente che “la legge non
può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona
umana”.

***

Noi cittadini di Bologna – atei, agnostici, credenti in diverse
confessioni religiose eppure uniti dal comune intento di difendere la
laicità delle Istituzioni – presentiamo questa proposta a tutte le
forze politiche che siederanno in Consiglio Comunale e a loro chiediamo
di unirsi a questa richiesta e di attuarla.

La titolarità di questa proposta è di quanti e quante – singoli e
singole, associazioni e movimenti – vorranno aiutarci nel sostenerla.

Rete Laica Bologna

Beppino Englaro e un ritratto della figlia Eluana

[Scarica la proposta di cittadinanza onoraria]

[Beppino Englaro sarà a Bologna giovedì 9 Dicembre]


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