posto che ogni genere di considerazione politica sarà fatta durante il
programma (es: solo i posti corrotti dove manca la trasparenza, le
verità di wikileaks fanno male), quello che c'è da spiegare a mio avviso
puo' essere:
1) wikileaks era un gruppo di volontari mantenuti dalle donazioni, i
loro costi erano estremamente contenuti, e qualunque gruppo di persone
motivate e competenti potrebbe metterlo su senza finanziamenti.
2) le possibilità di assicurare una comunicazione anonima e non
censurabile sono moltissime. se dovessero essere realizzate delle leggi
che cercano di arginare la diffusione di notizie scomode, non si sarebbe
arrivati comunque ad una soluzione del problema, ma solo ad un nuovo
strumento lesivo per la libertà di parola.
3) l'unica pecca dell'operazione è stata la visibilità di julian
assange, che diventando portavoce e parafulmine, è stato attaccato in
ogni modo. quando wikileaks era nata, era un'associazione anonima e
senza un'identità attaccabile dal punto di vista
sociale/morale/comunicativo. purtroppo (ha spiegato al Guardian
rispondendo ai lettori) la mancanza di autorevolezza che aveva
un'associazione anonima l'ha fatto optare per mostrarsi in prima persona.
4) non esiste un modo per ostacolare "questo genere di iniziative"
perché sfruttano le potenzialità della rete, coordinando ed aggregando
persone, dati e punti di divulgazioni sparsi per il globo, molteplici e
non fermabili. Quello che seguirà in futuro, è che persone con in mano
dei dati sensibili, se vorranno, potranno darle a entità terze (quelle
che sostituiranno wikileaks, se dovesse finire la sua esperienza) e
l'effetto di trasparenza sarà totale e inevitabile. l'unico aspetto per
cui saranno attaccabili queste realtà sarà presumer l'assenza di
autorevolezza, e sebbene queste prove non saranno legamente rilevanti,
la loro importanza pubblica l'avranno tutta.
finale) se vuoi far venire il pubblico, paragona julian al "saviano del
mondo" = ha reso visibile alla massa quello che prima era noto solo
nell'ambiente, evidenziando il nemico, che ora gli da la caccia.