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Aihe: [autorgstudbo] Vag61 ancora sotto tiro, ma l'anomalia non si arrende!
VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE!
LO SPAZIO LIBERO AUTOGESTITO DI VIA PAOLO FABBRI 110 NON SI TOCCA!
Assemblea cittadina mercoledì 1 dicembre'010 alle 21

Ci risiamo. Ancora una volta chi amministra questa città, in questo
caso un commissario figlio delle disgrazie del centrosinistra e
nominato direttamente dal ministro leghista Maroni, vuole cancellare
l'anomalia che, nel cuore di Bologna e della Cirenaica, prende il nome
di Vag61. Il Comune infatti non intende rinnovare la convenzione per
l'uso degli spazi di via Paolo Fabbri 110, dove svolgiamo le nostre
attività da sei anni. Palazzo D'Accursio ha proposto altri due spazi,
ma sono entrambi difficilmente raggiungibili e del tutto inadatti alle
attività di Vag61. Domani, martedì 30 novembre, scade l'ultimatum dato
dall'amministrazione per accettare questa proposta: rispondiamo
pubblicamente che non possiamo accettare una soluzione che di fatto
significa porre fine alla nostra esperienza di autogestione. Vag61
continuerà a riempire di iniziative i locali di via Paolo Fabbri 110
perchè, come si può leggere nel nostro documento, l'anomalia non si
arrende e Vag61 non si tocca!

Alleghiamo il documento che spiega con maggiori dettagli la
situazione, un comunicato firmato da Vag61 con gli altri spazi
autogestiti di Bologna (Bartleby, Tpo, Xm24, Atlantide, Crash!,
Circolo Berneri, Lazzaretto, Livello 57, Circolo Iqbal Masih, Nuova
Casa del popolo di Ponticelli) e le prese di posizione delle realtà
che vivono e sostengono le attività di Vag61 (Coordinamento dei
precari della scuola, Coordinamento degli studenti medi bolognesi,
GasBo, Società Dolce, associazione Campi Aperti, collettivo Mujeres
Libres, collettivo Mashi - Orme in Palestina, associazione culturale
SempreVerdi Associati e Progetto EVA - EcoVillaggioAutocostruito a
Pescomaggiore - L'Aquila). E questa è solo una parte di quella città
che crede nella produzione indipendente di socialità e cultura ed è
pronta a difendere l'esperienza di Vag61 perchè sa bene che lo spazio
libero e autogestito di via Paolo Fabbri rappresenta una ricchezza,
radicata in quartiere e non solo: nei prossimo giorni, ad esempio,
presenteremo pubblicamente una petizione con cui centinaia e centinaia
di cittadini chiedono al Comune di consentire la prosecuzione delle
attività di Vag61 nell'attuale sede.

Invitiamo tutte e tutti ad un'assemblea cittadina, mercoledì 1
dicembre alle 21 in via Paolo Fabbri 110, per decidere insieme le
prossime iniziative di mobilitazione. Per dire a voce alta che Vag61
non si tocca!

L'assemblea di Vag61

Per materiali e info:
www.vag61.info
infovag61@???

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VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE

Ci risiamo. Ancora una volta chi amministra questa città, in questo
caso un commissario figlio delle disgrazie del centrosinistra e
nominato direttamente dal ministro leghista Maroni, vuole cancellare
l'anomalia che, nel cuore di Bologna e della Cirenaica, prende il nome
di Vag61. Diranno che non è vero, che scadendo la convenzione vogliono
soltanto "spostare" il nostro spazio libero e autogestito da via Paolo
Fabbri: spostarlo lontano dal centro, naturalmente, così da aggiungere
un altro tassello al processo di normalizzazione che ormai da anni sta
cercando di svuotare questo quadrante della città da ogni traccia di
libera socialità, cultura autoprodotta, dissenso politico, vita. In
tempi in cui si parla tanto di come far fronte ai tagli feroci che
colpiscono la cultura ed il sociale, non si trova di meglio da fare
che tentare di soffocare chi delle risposte le mette in campo e non da
oggi. Però lo diciamo subito, forte e chiaro: l'anomalia Vag61 non si
arrende. L'anomalia Vag61 sa che ai pretesti dell'amministrazione
risponde un'esperienza radicata nella città e nel quartiere, con tanti
progetti alle spalle ed altrettanti davanti.

VIVI NEL QUARTIERE E CON IL QUARTIERE

Cos'è Vag61 questa città lo sa bene. Però, visto che ci sono occhi che
non vogliono vedere, ripercorriamo la nostra storia ed il nostro
presente in fondo a questo documento: solidarietà, cultura,
cooperazione, socialità, informazione, memoria, scambio costante con
una miriade di realtà ed associazioni. Gli occhi che non vogliono
vedere sono quelli delle amministrazioni, di qualche partito in crisi
e dei sedicenti comitati che già in passato hanno tentato di ridurre
Vag61 ad una discoteca qualsiasi, buona solo a produrre disagio per i
vicini, agitando lo spettro di un quartiere che -a detta loro-
vivrebbe Vag61 come un corpo estraneo. Niente di più falso. Vag61 è
parte della Cirenaica e la Cirenaica è parte di Vag61: lo dimostra la
storia quotidiana di questo spazio, la frequentazione delle
iniziative, le centinaia di firme di solidarietà che hanno sommerso le
striminzite e mai rese pubbliche petizioni di protesta. Eppure questo
non ci basta, tanto che di recente abbiamo promosso un appello (anche
questo è consultabile sul sito) che invita gli abitanti di questa zona
a "pensare e costruire insieme un po' di futuro", cercando proposte e
suggerimenti, perchè ci piacerebbe "che le attività messe in campo
finora fossero non solo a disposizione di tutti, ma nelle mani di
tutti" e "se ad altre non abbiamo ancora pensato, pensiamoci insieme".

Se dicono che vogliono spostare Vag61 perchè disturberebbe chi abita
vicino, mentono sapendo di mentire. Del resto, tra le proposte di
trasferimento avanzate in queste settimane figurano spazi inseriti in
contesti più residenziali di quello attuale: in un caso, tanto per
fare un esempio, lo spazio che l'amministrazione sarebbe disposta a
darci in gestione ha una parete addirittura in comune con alcuni
appartamenti. Qualcosa, evidentemente, non torna.

A questo proposito, c'è qualche informazione che vale la pena rendere
pubblica. L'ultima amministrazione di centrosinistra, dopo averci già
ridotto l'affitto quasi di un terzo riconoscendo la valenza sociale
delle nostre attività, avvicinandosi la scadenza della convenzione
aveva dato il via a trattative nell'ambito delle quali la prosecuzione
dell'esperienza di Vag61, e la sua permanenza in via Paolo Fabbri 110,
non sono mai state messe in discussione: al punto che
l'amministrazione centrale, per definire in concreto le modalità della
nuova intesa, aveva delegato il quartiere San Vitale. Quando il
sindaco si è dimesso, quelle trattative per forza di cose si sono
interrotte. Le ha riprese la Giunta del commissario ma anche in questo
caso, per mesi, l'ipotesi di non rinnovare la convenzione oppure di
spostare Vag non è mai emersa: anzi, il nodo da sciogliere era sul
come migliorare la precedente convenzione. Poi, improvvisamente, la
decisione di allontanarci dal centro con vaghi pretesti. E no,
qualcosa proprio non torna.

CONTI ALLA MANO

Per realizzare le centinaia di iniziative messe a disposizione della
città in questi anni, è bene chiarirlo, non abbiamo effettuato un
investimento "solamente" sociale e volontario. In sei anni, infatti,
abbiamo versato oltre 70.000 euro di affitto al Comune di Bologna e
speso altri 40.000 euro in lavori di ristrutturazione e
ammodernamento: valorizzando, di fatto, un pezzetto di patrimonio
pubblico altrimenti consegnato all'abbandono, come accade per
un'infinità di immobili in città (mentre in altri casi, vedi
PalaDozza, i soldi pubblici escono a milioni dalle casse comunali).
Anche questo aspetto, evidentemente, c'è chi pensa di cancellarlo con
un colpo di spugna.

E LA "POLITICA"?

Ci piacerebbe dunque sapere cosa ne pensa di tutto questo la
"politica", quella momentaneamente messa da parte dalla parentesi del
commissario ma che sarà chiamata, a breve, a riprendere in mano
l'amministrazione di questa città. Che ne pensa del fatto che sia una
Giunta per definizione provvisoria a prendere decisioni che niente
hanno di urgente e niente hanno di burocratico, perchè riguardano
uncapitolo della storia recente di questa città? Che ne pensa la
"politica" dei progetti in corso, alcuni dei quali perfino sostenuti
dagli stessi enti pubblici, che rischiano di non poter proseguire?

COSA E' E COSA CONTINUERA' AD ESSERE VAG61

Chi abita in questa zona da prima dell’arrivo di Vag61, ricorda bene
cosa fosse lo spazio di via Paolo Fabbri 110. Un luogo chiuso, spento,
morto. Con le nostre attività gli abbiamo ridato vita, sottraendolo al
degrado (quello vero) e allo spaccio. Oggi in via Paolo Fabbri 110 si
immagina, pratica e difende una città diversa. Da 2003 Vag61 è uno
spazio libero, pubblico a autogestito, aperto alle proposte che
arrivano da associazioni e singoli, in cui si susseguono quasi
quotidianamente iniziative e incontri su tematiche di attualità
politica e sociale e sulla storia dei movimenti (con il Centro di
documentazione “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”), oltre a serate
dedicate al cinema indipendente, alla poesia, alla musica,
all’espressione artistica e culturale in genere. Un media center in
cui si produce informazione indipendente, con il quotidiano on line
Zic.it, produzioni video (Occhio Vago) e la carta stampata, in un
continuo processo di elaborazione e confronto collettivo. Un luogo di
dibattito politico sulla realtà della nostra città, un luogo di
crescita di nuove soggettività e di produzione di conflitto sociale,
un luogo dove si lavora “dal basso” alla costruzione di nuovi modelli
di società. Uno spazio che promuove un progetto di sostegno ai
lavoratori colpiti dalla crisi (progetto "InCassati") ed ospita il
Coordinamento dei precari della scuola, corsi di formazione (anche in
collaborazione con Provincia e Comune) e di lingua (con l'associazione
Italia-Nicaragua), un mercatino biologico frequentatissimo dalle
famiglie della zona (con Campi Aperti), feste di vicinato, gruppi di
acquisto solidale (GasBo), attività per i bambini, autoproduzione
musicale (con un vero e proprio studio di registrazione), una
compagnia teatrale (il Tinello), una Brigata di cucinieri solidali. Un
centro di aggregazione giovanile che offre i propri spazi e i propri
strumenti a numerosi cosiddetti “adolescenti a rischio” della
Cirenaica e del Pilastro, togliendoli dalla strada, attivando inoltre
percorsi di collaborazione con il vicino dormitorio pubblico Beltrame
ed il servizio Drop In per tossicodipendenti (quest'ultimo, di
recente, è stato improvvisamente chiuso mentre noi raccogliamo in giro
siringhe usate). Un luogo dove gli studenti dell’università hanno
modo, attraverso stage e tirocini, di crescere culturalmente e
professionalmente. Uno spazio per iniziative di solidarietà in
collaborazione con chi solo in spazi come questi riesce ad avere
visibilità e sostegno, come nel caso delle cene di raccolta fondi per
i lavoratori, dei collettivi migranti o di progetti internazionali in
Palestina o in altri luoghi lontani che sentiamo vicini.

Sul nostro sito web (www.vag61.info) si può visionare un archivio con
tutte le centinaia di iniziative realizzate. Per sintesi riportiamo
solo alcune tra quelle messe in campo nelle ultime settimane o in
calendario: una serata di raccolta fondi per i terremotati de
L'Aquila, una giornata della rassegna "Porte aperte" con il dormitorio
pubblico Beltrame, cene di autofinanziamento per il Coordinamento
migranti, per il Coordinamento dei precari della scuola, per la
manifestazione nazionale della Fiom e per quella in difesa dell'acqua
pubblica, iniziative contro la violenza sulle donne, incontri sulla
Palestina, seminari del Coordinamento degli studenti medi, la
presentazione di libri e documentari sulla situazione carceraria,
sulla "Uno bianca" e sulla strage del 2 agosto 1980, su Federico
Aldrovandi, la proiezione di un documentario sul popolo Roma Bologna
(prodotto anche da Vag61), uno spettacolo teatrale sui lavoratori
della Fiat, le prime lezioni dei corsi su alimentazione consapevole,
realizzazione di orti urbani, comunicazione, informazione sulle
sostanze psicotrope e prevenzione dei rischi...

QUINDI...

Quel che è certo, lo ripetiamo, è che l'anomalia Vag61 non si arrende.
Se dietro l'atteggiamento dell'amministrazione c'è una rigidità
prefettizia e poliziesca, una spinta governativa fatta di
autoritarismo e bavagli (forse le tante denunce pubblicate su Zic
danno fastidio?), le trame politiche di chi magari approfitta del
commissariamento per non metterci la faccia oppure semplicemente il
fatto che qualcuno che su via Paolo Fabbri 110 ci ha messo gli occhi
sopra, per noi la conclusione è sempre la stessa: l'anomalia non ci
pensa proprio a farsi schiacciare.

Le teste, i volti e i cuori di Vag61

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TRACCIANDO MAPPE DI LIBERTA'
Appunti su una città che torna indietro, solidali perchè autogestione
è resistenza e trasformazione

Cambia il protagonista, non la trama. Dallo sceriffo al commissario,
al cinema Bologna va in scena il solito vecchio film. Il Comune ha
deciso che l'esistenza dello spazio libero autogestito Vag61, da sei
anni in via Paolo Fabbri 110, ancora una volta debba essere messa in
discussione. Film già visto, questa volta tocca a Vag61 ma come sempre
nel mirino non c'è solo questa o quell'altra esperienza: c'è un'idea
e una pratica, una realtà ed un orizzonte. Per uno spazio che
quotidianamente produce cultura, libera socialità, elaborazione
politica ed informazione in questa città non c'è posto. O così
vorrebbero gli occhi bendati di chi l'amministra, naturalmente. Chi la
vive, invece, sa che Vag61 e gli altri spazi autogestiti rappresentano
una ricchezza, una via di fuga, una freccia all'arco del mutamento.

Sullo schermo scorrono scene già viste. Normalizzazione di tutto ciò
che in città sfugge alla triste macchina del dominio, della
speculazione, dello sfruttamento. Espulsione, soprattutto dal salotto
buono del centro, di tutto ciò che sabota gli ingranaggi della
governance costituita e dissente dall'asfissia del pensiero unico.

Altre scene, in parte nuove, si aggiungono in questo periodo di tagli
indiscriminati alla cultura e ai servizi sociali. Dal Governo
all'amministrazione comunale si declina un disegno tanto semplice
quanto devastante: far pagare la crisi, fino all'ultimo euro e
all'ultima lacrima, a chi è più esposto e debole.

Sul piano della cultura, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
L'impoverimento e l'appiattimento, a suon di decurtazioni e grandi
non-eventi, avanzano. Di fronte a questa realtà, ciò che gli spazi
autogestiti mettono in campo offre un porto franco che, pur restando
spesso giù dal palco dell'ufficialità, ricama un tessuto
insostituibile di produzioni, sperimentazioni, contaminazioni. Dentro
le mura degli spazi ma anche fuori, carburante di qualcosa di più che
alternativo.

Per accorgersi delle rovine che stanno prendendo il posto dei servizi
socio-assistenziali, invece, bisogna addentrarsi tra le pieghe della
città perchè tutto sembra avvenire sotto una cortina di pura omertà.
Il decentramento dei servizi e la gestione affidata alle Asp si sono
rivelati un fallimento, mentre proprio attorno a Vag61 si può
registrare cosa avviene quando i tagli passano dai freddi calcoli di
palazzo alla realtà quotidiana: chiude il Drop In di via Fabbri e si
stravolge la funzione del dormitorio di via Sabatucci, tanto per fare
due esempi. Discutere sui giornali del "piano freddo", una volta
all'anno, proprio non basta.

A fare da set è una città che continuano ad alimentare di paura. Tanto
dal centrodestra, che ripropone su scala locale il razzismo e
l'autoritarismo su cui costruisce le proprie basi il Governo. Tanto
dal centrosinistra, che dopo aver brandito selvaggiamente la clava
della legalità si è trovato con un sindaco inquisito ma prosegue sulla
strada della "fermezza" nascondendo tutto sotto un tappeto di primarie
e campagne elettorali. Non a caso ieri come oggi questa è la città in
cui si protrae all'infinito la triste commedia della campagna
antigraffiti e si ripropongono le crociate contro i lavavetri, la
città del carcere più sovraffollato d'Italia e dei migranti prima
sfruttati e poi gettati in un Cie, degli sgomberi, del centro vietato
alle manifestazioni e della criminalizzazione del dissenso. La città,
allo stesso tempo, degli eserciti di precari e dei licenziamenti, dei
posti di lavoro che svaniscono e del welfare tradizionale che mostra
tutta la propria inattualità, delle migliaia di famiglie sotto sfratto
e degli immobili lasciati vuoti.

Navigando in queste acque agitate gli spazi autogestiti affiancano
alla promozione del conflitto sociale, leva indispensabile per
un'indispensabile trasformazione dell'esistente, la proposta di
progetti per sostenere i lavoratori colpiti dalla crisi, scuole di
italiano per migranti, corsi di formazione, palestre
popolari,sportelli o altre forme di autotutela, socialità
demercificata ed iniziative di solidarietà.

E' questo ciò che si vorrebbe colpire. E' questo che ancora una volta
sfuggirà alla trappola senza sottrarsi alla sfida.

Vag61
Bartleby
Tpo
Xm24
Atlantide
Crash!
Circolo Berneri
Lazzaretto
Livello 57
Circolo Iqbal Masih
Nuova Casa del popolo di Ponticelli

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Il Coordinamento dei precari della scuola con Vag61

Il Coordinamento Precari della scuola bolognese è stato spontaneamente
costituito da un gruppo di insegnanti nel settembre del 2009,
immediatamente dopo la ratifica dei primi micidiali tagli del Miur al
personale della scuola primaria e secondaria. Tale atto di nascita,
nell’ansia di giovani e meno giovani insegnanti plurilaureati e
specializzati che di colpo si ritrovavano disoccupati, avveniva
proprio negli spazi del Vag61 di Via Paolo Fabbri. Qui,
ininterrottamente per un anno, decine di docenti di ogni ordine di
scuola hanno avuto l’opportunità di ritrovarsi settimanalmente in
assemblee aperte, utili all’analisi degli atti normativi, alla
condivisione dei disagi sofferti da alunni/e e famiglie,
all’elaborazione di proposte di mobilitazioni e sensibilizzazione
dell’opinione pubblica. Sempre nell’ambito delle nostre attività,
grazie alla collaborazione con il Vag61, abbiamo promosso due convegni
Cesp su temi di rilevante interesse sociale – la precarizzazione del
lavoro (17 novembre ’09) e la scuola dell’intercultura (12 aprile‘10).
E ancora, da ottobre a gennaio, sempre presso Vag61, abbiamo tenuto un
seminario autogestito, gratuito e aperto a tutti, su diritti e doveri
del personale della scuola.

Abbiamo potuto contare sugli amici e le amiche del Vag61 anche nella
risoluzione delle piccole necessità economiche del nostro
Coordinamento: abbiamo organizzato serate di autofinanziamento con
presentazione di libri e concerti di giovani gruppi musicali della
provincia, fermo restando il rigoroso rispetto del vicinato e delle
norme in materia.
Ci preme testimoniare come lo spazio Vag61 sia stato anche per noi
(oltre che per tante altre associazioni attive in via Paolo Fabbri)
uno spazio concretamente libero in cui fare sana socialità,
cittadinanza attiva, cultura. Per noi lavoratori precari della scuola,
dare una casa – il Vag61 – al nostro desiderio di comunità ha fatto sì
che tante donne e tanti uomini alle prese con le proprie personali
frustrazioni lavorative, si smarcassero da sterili individualismi e
investissero energie e idealità a salvaguardia di un valore
collettivo, di vera democrazia e costituzionalmente garantito qual è
la scuola pubblica statale, di qualità, libera, aperta e gratuita per
tutti.

In un tempo in cui le istituzioni locali, progressivamente private dal
potere centrale di fondamentali risorse per l’amministrazione della
Cosa pubblica, dimostrano di avere sempre più bisogno del contributo -
intellettuale e materiale - dei loro cittadini, è quanto mai
preoccupante che dei pubblici amministratori possano mettere in
discussione la funzione sociale e la legittimità ad esistere di spazi
in cui si lavora al miglioramento della società di tutti.

Ci auguriamo perciò che nel rispetto delle legittime necessità di
tutti le componenti della comunità, e superando ogni pregiudizio, gli
enti locali rassicurino il Vag61 e ne garantiscano la piena esistenza
e attività. Nel far ciò contribuiranno, come è nella loro missione, al
benessere dell’intera cittadinanza.

Coordinamento Precari Scuola Bologna

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Gli studenti medi sostengono Vag61

Il coordinamento degli studenti medi bolognesi da oramai diversi mesi
si riunisce presso il centro sociale libero ed autogestito Vag61, che
offre loro spazi e mezzi al fine di creare un valido progetto di
crescita collettiva studentesca.

Per questo, e per il fatto che gli studenti bolognesi credono in una
realtà come Vag61, che da anni costruisce una reale alternativa
sociale con i suoi percorsi di auto-formazione e le sue attività
socio- culturali, riteniamo che la presenza del centro all'interno del
tessuto urbano, nella sua sede in Via Paolo Fabbri 110, sia più che
legittima.

I centri sociali come Vag61, costituiscono a nostro parere il vero
motore della Bologna che vuole crescere e cambiare, chiuderli
significa volere privare la nostra città di quell'ossigeno che a noi
tutti/e serve per respirare un'aria migliore.

Coordinamento Studenti Medi Bolognesi

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Il GasBo con Vag61

Apprendiamo che il centro sociale Vag61, attivo in Via Paolo Fabbri
110 e in convenzione con il Comune di Bologna dal 2004, teme di non
vedere rinnovata la propria convenzione dall'attuale Commissario
straordinario Annamaria Cancellieri.

Il GASBO - GRUPPO D'ACQUISTO SOLIDALE DI BOLOGNA, che da quasi una
decina d'anni sperimenta forme di consumo consapevole e raccoglie un
numero sempre crescente di famiglie bolognesi unite dalla comune
attenzione ai temi della solidarieta' sociale e della sostenibilità
ambientale dei consumi, ha stabilito una collaborazione con il centro
sociale VAG61 che dura ormai da diversi anni.

La sensibilita' degli attivisti di Vag61 rispetto ai temi che ci
caratterizzano e la collocazione del centro sociale a cavallo tra i
quartieri San Vitale, San Donato e il centro citta', hanno fatto di
Vag61 un punto di riferimento importante per i nostri associati che,
in buona parte, abitano in quella zona.

Le famiglie associate nel GASBO frequentano il centro sociale Vag61
come luogo di informazione e discussione, come spazio delle attivita'
del gruppo d'acquisto solidale e come sede del mercatino settimanale
dei produttori biologici organizzato dall'Associazione CampiAperti e,
percio', lo ritengono uno spazio di socialita' attiva essenziale alla
vita cittadina.

Come cittadini, ci stupisce che un'esperienza cosi' ricca, nella quale
convivono esperienze e persone assai differenti tra loro, non trovi
adeguato riconoscimento nelle istituzioni che attualmente governano la
città. E soprattutto, ci allarma la notizia che il Commissario
straordinario - insediatosi a Bologna da qualche mese e che presto
cedera' i suoi poteri ad un nuovo Consiglio comunale democraticamente
eletto dai bolognesi - intenda sottrarre alla nostra citta' uno dei
luoghi di aggregazione e discussione piu' interessanti e vivaci del
panorama cittadino.

Confidiamo che cio' non accada e che lo spazio di Via Paolo Fabbri 110
continui ad essere animato dalle attivita' di Vag61.

Il gruppo di coordinamento del GASBO

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Dichiarazione della Società Dolce sulla collaborazione con Vag61

Con la presente siamo a confermare ed attestare la buona
collaborazione avvenuta tra la Società Dolce e la vostra Associazione.

Collaborazione nata e sviluppatasi a settembre 2009 durante "Porte
Aperte... un Ponte sulla città", iniziativa prewiev della nuova
programmazione 2009-2010 di "Naufragi: Festival delle fragilità
metropolitane".

Non escludiamo, inoltre, possibili ed ulteriori collaborazioni
soprattutto tenendo conto del ritorno del Centro di Accoglienza "G.
Beltrame", temporaneamente spostato a Villa Aldini, presso la naturale
sede sita in via Sabatucci, 2.

Luciano Serio
(Coordinatore Servizi Complessi Integrazione Adulti)

Carla Ferrero
(Responsabile Area Integrazione Adulti)

N.B. La lettera della Società Dolce è di marzo 2010. Successivamente,
nel novembre 2010, Vag61 ha nuovamente collaborato alla realizzazione
di una delle iniziative di "Porte Aperte 2010".

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L'associazione Campi Aperti con Vag61

L'associazione per la sovranità alimentare CampiAperti, nata a Bologna
nel 2007, gestisce tre mercati biologici di vendita diretta a Bologna.
Uno in via Fioravanti 24, uno in via Paolo Fabbri 112 e uno in via
Udine, nel cortile della scuola di pace. Il mercato di via Paolo
Fabbri è nato nel 2007, da una proposta del collettivo di Vag61.
L'associazione ha costruito rapporti con l'officina dei media
indipendenti e ha iniziato con essa un percorso politico sul consumo
critico. Il mercato all'inizio della collaborazione era nel cortile di
Vag61, in via paolo Fabbri 110. Si tiene ancora, come allora, ogni
martedì sera, dalle 17 alle 21. I produttori vendono direttamente
formaggi, verdura, frutta, miele, vino, farina, cereali, pasta, olio.
Offrendo così l'opportunità, a tutti gli abitanti del quartiere e ai
cittadini di Bologna, di fare una spesa giusta nei confronti di chi
produce e giusta verso la terra e la salute dell'uomo. Nel
2008,essendo più alta sia la domanda (l'affluenza dei cittadini) che
l'offerta (il numero di produttori) il mercato si trovava ormai
stretto nel cortile di Vag61.

Così è iniziato un percorso di dialogo con il quartiere, che fino ad
allora autorizzava il mercato come manifestazione temporanea. Con il
quartiere e il patrimonio del Comune di Bologna nel dicembre 2008
CampiAperti ha firmato una convenzione per la concessione dell'area di
parcheggio di via Paolo Fabbri 112. Nonostante il cambio di sito, il
mercato di CampiAperti rimane tuttora legato nello spirito e nelle
motivazioni politiche all'officina dei media indipendenti Vag61, con
la quale porta avanti iniziative di sensibilizzazione sul mondo
dell'agricoltura e della sostenibilità. Nella primavera del 2009 Vag61
è stato teatro di una rassegna di documentari sull'agroindustria,
nonché ha ospitato quest'anno l'associazione Wirycocha di produttori
agricoli del Sud America. Vag61 dà la disponibilità dei suoi servizi
igienici per gli utenti del mercato (produttori e consumatori), offre
tavoli espositivi ai produttori che non lo hanno, offre le sue sale
riscaldate per ospitare le assemblee generali dell'associazione (due
volte all'anno), assemblee che raccolgono una cinquantina di persone,
essendo soci sia produttori che consumatori critici. Assemblee che
altrimenti non sapremmo dove tenere, avendo l'associazione una sede
troppo piccola.

Per questo, se Vag61 venisse spostato fuori Bologna, per CampiAperti
sarebbe una grave perdita. Di condivisione di progetti politici e di
appoggio fisico indispensabile per la gestione del mercato. Così come
sarebbe una grave perdita per tutte le persone che i martedì scelgono
il mercato e Vag61 come luogo di socialità e di scambio di idee,
aperto a tutti e nel rispetto di tutti.

Associazione Campi Aperti

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Il collettivo Mujeres Libres con Vag61

Noi siamo un collettivo femminista che opera nel panorama bolognese,il
nostro nome è Mujeres Libres.

Abbiamo fatto molte delle nostre iniziative al centro sociale Vag61 in
quanto luogo non sessista e predisposto a farsi attraversare da
diversi associazioni e collettivi e singoli con intenti
comunicativi/informativi di tipo sociale e culturale.

Le persone che si impegnano a far vivere Vag61 ci hanno sempre
dimostrato massima disponibilità e trasparenza.

Noi come Mujeres Libres,all'interno di questo spazio,abbiamo
organizzato iniziative di diverso tipo:proiezioni di film,spettacoli
teatrali,dibattiti e feste pomeridiane coinvolgendo i bambini del
quartiere sempre con l'obiettivo di sensibilizzare tutte e tutti alle
tematiche di genere.

Noi abbiamo scelto appositamente la realtà di Vag61 proprio perchè è
un luogo ben integrato dove le madri si sentono sicure di poter
portare i loro bambini per un pomeriggio di giochi.

Per tutti questi motivi noi diamo il nostro pieno sostegno e la nostra
solidarietà affinchè Vag61 possa continuare ad essere un modello di
integrazione tra realtà urbana e spazi sociali.

Mujeres Libres Bologna

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Il Collettivo Mashi - Orme in Palestina con Vag61

Abbiamo appreso con stupore che il Commissario Straordinario Anna
Maria Cancellieri non intende rinnovare la convenzione con
l'associazione Vag61 per l'utilizzo dei locali di via Paolo Fabbri
110.

In questi anni Vag61 e' stato un luogo di dibattito pubblico nel quale
si sono sviluppati percorsi di conoscenza e solidarietà che non
trovano spazio altrove.

Il Collettivo Mashi - Orme in Palestina opera da alcuni anni
all'interno della rete del Commercio Equo e propone momenti di
conoscenza sul conflitto israelo-palestinese e sui progetti di
solidarietà con la popolazione palestinese. Le serate di presentazione
di libri, video e dibattiti promosse da Mashi hanno trovato, presso
Vag61, un folto pubblico interessato, nonche' le attrezzature
multimediali e le competenze tecniche per la realizzazione di
collegamenti internet e interviste a distanza con testimoni diretti
della vita nei territori palestinesi, quali giornalisti, studiosi e
volontari di associazioni e Ong che operano in quell'area.

Riteniamo uno spazio come Vag61, aperto anche alle proposte di gruppi
piccoli e informali come il nostro, sia un elemento indispensabile
all'interno del tessuto cittadino bolognese e del quartiere in cui
opera e rappresenti una delle rare strutture cittadine che offrano la
possibilita' di elaborare, produrre e scambiare cultura ed
informazione, creando nel contempo momenti di socialita' che appaiono,
anch'essi, sempre piu' necessari.

Invitiamo l'Amministrazione ad una piu' attenta valutazione del
problema, pensando a cio' che e' bene per la collettivita'.

Collettivo Mashi - Orme in Palestina

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L' associazione culturale SempreVerdi Associati con Vag61

L'associazione culturale SempreVerdi Associati da più di un anno sta
portando avanti una campagna per il potenziamento del trasporto
pubblico notturno. Abbiamo trovato ospitalità a Vag61 per la nostra
raccolta di firme.

Siamo inoltre a titolo personale, acquirenti al mercato dei produttori
locali che si tiene ogni martedì in collaborazione con Vag61. Il
mercato dei piccoli produttori rappresenta una realtà unica a Bologna
che permette di rifornirsi di cibo di qualità a prezzi accessibili e a
chilometro zero.

Vag61 inoltre organizza frequenti cene di finanziamento in solidarietà
a precari, terremotati e tante altre realtà in difficoltà o in lotta
per i loro diritti. Attua una politica alimentare attenta al consumo
di cibi equi e solidali. Consente a tante persone a basso e bassissimo
reddito di tutte le età di aggregarsi attorno a una tavola e cenare
in compagnia con cibi di qualità.

Il Vag61 organizza corsi, spettacoli, mostre fotografiche e dà voce a
chi altrimenti non avrebbe voce.

E' pertanto un luogo di cultura necessario per la città, specie in una
zona, la Cirenaica, senza altri punti di riferimento. Inoltre per la
sua posizione rappresenta un ideale ponte tra il centro e la
periferia. Auspichiamo pertanto che l'amministrazione riveda la sua
decisione e permetta a Vag61 di continuare ad esistere nell'edificio
che da anni lo ospita. Senza Vag61 la città perderebbe un altro pezzo
della sua identità.

Associazione SempreVerdi Associati

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L'EcoVillaggioAutocostruito di Pescomaggiore (L'Aquila) con Vag61

LA SCOPERTA DEL VAG

Sabato pomeriggio ore 15.50, io e Dario dovremmo già essere partiti
per Bologna, perché andiamo in un posto a fare un intervento su
Pescomaggiore. In questi giorni ho sentito Silvia che mi ha dato la
notizia delle notizie: è incinta, sono anni che vorrei andarla a
trovare, ma non ho mai tempo, nella faticosa ricerca di un lavoro
prendo impegni a destra e a manca e le giornate si consumano così...
Dunque mi viene in mente di chiamarla e invitarla in questo posto:
“Come hai detto che si chiama, Dario?”. Medita un secondo: “E' il
Vag61, in via Paolo Fabbri 110”. Spedisco il messaggio a Silvia e le
do appuntamento lì... Il viaggio va benissimo, noi portavamo un
ritardo di un'ora... A L'Aquila quando esci di casa anche solo per
fare una fotocopia non sai mai quanto ti ci vorrà realmente, se si
aggiunge il viaggio da una parte all'altra della città con i mezzi
pubblici ci si può impiegare davvero anche mezza giornata...Tuttavia
l'autostrada è liberissima e riusciamo a realizzare una performance
niente male a livello automobilistico... Ad un certo punto mi
incuriosisco: “Ma perché dobbiamo arrivare entro le 19.30?”, Dario:
“Dobbiamo portare il nostro farro perché lo cucinano per la cena
sociale...”. Cerco di approfondire: “Ma allora stiamo andando in un
centro sociale?”. Risponde lui: “Si tratta di uno spazio libero
autogestito....”. (…) La gentilezza e l'accoglienza che ci riservano a
Vag61 si manifesta in ogni gesto e ogni attenzione: le persone si
fermano a chiacchierare con me, mi chiedono della situazione
all'Aquila, qualcuno mi aiuta a preparare la bancarella, si fermano
incuriositi per sapere dei prodotti e arrivo a fine serata che ho
venduto tutto il farro, la farina di grano solina e quasi tutto lo
zafferano, penso a quanto saranno contenti a casa, in fondo si tratta
della massima produzione che siamo riusciti a realizzare quest'anno.
La serata va avanti, un clima piacevole, le persone sono sedute sulle
panche all'aperto, chiacchierando e mangiando il farro cucinato in due
diversi modi, ce n'è una versione con pomodoro e una con verdure, di
cui chiaramente sono stata accuratamente rifornita, dovendo rimanere
durante la vendita degli oggetti e degli alimenti al banchetto. (...)
Questo è uno spazio in cui le persone si incontrano e cooperano
insieme per fini sociali, ambientali, economici, di un'eticità che
nella società oggi è un po' passata di moda, e lo fanno con la tenacia
della formica e l'allegria della cicala! Per presentare l'esperienza
dell'ecovillaggio, in molti posti sono stati gentili e carini, ma da
nessuna parte abbiamo ricevuto l'impegno, l'attenzione e il calore che
abbiamo incontrato a Vag61. Cercare di chiuderlo significherebbe
ingaggiare una lotta assurda per smantellare una realtà che raramente
ho conosciuto con questa freschezza e questa genuinità. Per non
parlare del quantitativo di donazione che hanno raccolto in questa
occasione, ce ne fossero di posti così!

Il comune di Bologna dovrebbe pensare e valorizzarlo, non a chiuderlo.

Emanuela Cossetti
Progetto EVA EcoVillaggioAutocostruito di Pescomaggiore - L'Aquila