Autor: a.dicorinto Datum: To: hackmeeting Betreff: Re: [Hackmeeting] Il mio primo libro :) (Caparossa)
Capa--
interpreto le ultime mail in cui mi citi come un invito al dialogo, perciò ti rispondo e ti premetto che non ho neppure letto la tua
risposta al nostro ultimo flame perchè so che mi sarei incazzato e avremmo fatto a botte al prossimo hackmeeting.
Riprovo a spiegarmi. Ognuno di noi fa la sua battaglia per i saperi liberi nel mondo digitale. Noi abbiamo cominciato e altri
continueranno nelle loro forme. Io mi sento uguale a prima e faccio le cose che facevo prima, spero con maggiore intelligenza e con
l'ossessione di ottenere dei risultati. Sono abbastanza contento di quello che ho fatto: ho contribuito a creare una cultura libera,
ho insegnato cose nuove, fornito skill a gente che adesso ci campa, ho scritto leggi (utili mi dicono), ne ho bloccato altre infami,
ho aumentato i gradi di libertà dentro sistemi chiusi (quello che deve fare un hacker secondo me), eccetera.
Adesso dopo tanti anni ho scritto un libro, su dodici, che ha il full copyright dopo aver teorizzato per anni una modifica del
copyright stesso. Ho vissuto e vivo la contraddizione di averlo fatto.
Mi sono incazzato, ho combattuto con l'editore e ho mollato la spugna sulla base di alcuni obiettivi e considerazioni. Non sono un
santo, non pretendo di essere capito, mi piace spiegarmi, poi vi dico scusa se ho sbagliato.
Obiettivo del libro: farlo leggere a più gente possibile e soprattutto a chi ha meno dimestichezza col digitale. La scelta è
obbligatoria: il libro deve essere di carta, deve essere di carta riciclata certificata, costare poco e distribuito in molte copie
capillarmente. Chi me lo consente? Manifestolibri? Deriveapprodi? Nautilus? Agenzia X? No. E allora ho scelto una casa editrice
grossa ma che non ci sente da quell'orecchio: niente creative commons. Dico va bene, visto che date quello che chiedo: "prezzo
politico di 11 euro, carta FSC, 10 mila copie, presenza nelle librerie delle isole". Tra un po' piglio il pdf e lo sbatto in rete,
anzi no, lo farà Google, come ha fatto con gli altri miei libri. Tra un po' lo metto su wiki e ci lavoro coi compagni.
Poi ci penso: sto ugualmente tradendo il mio pensiero non avendo ottenuto la licenza CC?
Sì. Però. CC *è* copyright, anche se consente di non trasformare il pirata del tuo libro in un criminale. CC è un DRM descrittivo.
Viene tutelato in sede WIPO e difeso nei tribunali.
Cari studenti miei, però in CC By-NC-SA potete stamparlo e fotocopiarlo. “Professo', ma non lo sai che la velocità di lettura a
schermo è più bassa e ti stanchi di più a leggere!”. “Prof, mica tutti c'hanno la stampante a casa. E lo lo sai quanto costa
stamparsi un libro? Tra carta e toner costa di più che a comprarselo”. "E poi al cesso si legge male!" (risate dagli astanti) “Ma è
creative commons”. “Fico”, “quanto risparmio?”.
Vado dall'editore. “Ottavio, se il nuovo libro non lo fai in creative commons mi incazzo”. “Artù, io te lo faccio come vuoi, basta
che paghi. Fanno 3000 euro per 1000 copie” “Io pagare per il libro?” “I tempi sono brutti, la carta costa, i distributori sono dei
magnaccia, il 65% del circuito librario sta in mano a 4 grandi case editrici. Mica ci posso rimettere”. “Ma che dici, guarda che
dire che fai un libro in CC fa aumentare le vendite!”. “Dammi le prove”. “Non ce l'ho”. “Ma adesso chiedo a quelli dell'hackmeeting,
loro ce l'hanno di sicuro”. "No Arturo, loro dicono di avercele ma non ti dicono dove sono".
Va bene, mi dico, sai che c'è? Nel libro dico che il copyright è arrivato al capolinea. Ho fatto un hack. Pubblico il libro con il
full copyright e dentro al libro spiego perchè è superato. Ho fatto un hack. Mi metto l'animo in pace. Ma non sono contento lo
stesso. Però mia moglie dice che adesso ho la certezza di pagare le bollette, coi libri pubblicati con Manifestolibri e co. non ho
mai preso una lira. La prossima volta faccio come asbesto e poi lo vado a vendere ai concerti di Scarfone.
E alla prossima parlo di autoreddito con Caparossa che mi ha fatto sempre simpatia.