Il 22 novembre 2010 01:22, rotafixa@???
<rotafixa@???> ha scritto:
> a me non basta: ci si è fermati, e anzi si arretra. non esiste una forza di
> pressione costante sulle (in)coscienze collettive, che poi sono quelle che
> fanno la città di oggi e che sgommano e aggrediscono, quando non ammazzano.
Ciao Paolo
Ti rispondo lo stesso anche se mi sento un po' al margine di questo
contendere, avendo assistito più che partecipato alle vicende
pregresse, ed essendo da sempre animatore di mondi ciclistici altri.
Visto da fuori, quello che manca al lavoro pur ottimo delle
ciclofficine, è di fare da volano per un salto di qualità.
Apparentemente le energie spese bastano ad autosostenere l'attività e
poco più.
"Le ciclofficine formano persone", si scriveva poco tempo addietro,
ebbene io mi domando che fine facciano quelle persone. Alcune servono
al ricambio generazionale, ma altre semplicemente spariscono. Può
darsi che la "diluizione" valga a costruire una società diversa sul
lungo periodo (sperabilmente non quello di Keynes), ma sul breve
periodo servirebbe qualcosa di più.
Secondo me occorrono forme sociali in cui inserire queste persone che
non le facciano disperdere, occorre dar vita ad una realtà in grado di
muoversi e crescere anziché limitarsi sopravvivere tenacemente
all'estinzione. Tempo addietro avevo immaginato come "legante" un
forum, ma quell'idea non ha fatto passi avanti, la "macchina sociale"
completa manca ancora di troppe parti.
Sarebbe utile riuscire a ragionarci su senza animosità e rancori, dato
che stiamo tutti sullo stesso lato della barricata.
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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Mammifero Bipede
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"We are young despite the years
we are concern
We are hope despite the times"
R.E.M. - These Days - 1986
