COMUNICATO EQUIVITA
22/11/10
Sperimentazione animale nella cosmesi:
NON TOLLEREREMO UNA NUOVA PROROGA
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I cittadini europei, con decenni di campagne in cui hanno fronteggiato le
lobby delle industrie, hanno espresso il loro fermo intento di bandire i
test su animali (almeno) dalla sperimentazione per i prodotti cosmetici.
Dopo una serie estenuante di rinvii, la Direttiva europea 2003/15, meglio
nota come “Settimo emendamento” (in quanto modifica la Direttiva madre
76/768) ha stabilito:
* Il divieto di testare su animali i prodotti cosmetici finiti, iniziato
l’11.9.04
* Il divieto di testare su animali gli ingredienti o i composti di
ingredienti, iniziato l’11.3.09
* il divieto di effettuare qualsiasi test su animale, come pure quello di
importare in UE prodotti cosmetici testati su animali, a partire
dall’11.3.2013.
Quest’ultima data, non più legata al riconoscimento dei nuovi metodi,
rappresenta per l’Europa e per i cittadini europei un traguardo importante
che in nessun modo può essere ulteriormente procrastinato.
La campagna per l’abolizione della sperimentazione animale nella cosmesi,
iniziata nel 1980 negli Stati Uniti (dove fu istituito il CAAT, Center for
Alternatives to Animal Testing), riponeva le sue maggiori speranze per un
rinnovamento dei metodi di ricerca nell’Unione Europea, dove era nato
l’ECVAM (Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi) e dove la
Direttiva 86/609 sulla sperimentazione animale stabiliva (art. 7.2) “Si
eviterà di eseguire un esperimento qualora, per ottenere il risultato
ricercato, sia ragionevolmente e praticamente applicabile un altro metodo,
scientificamente valido, che non implichi l’uso di animali”.
Ma non si erano messi in conto per l’UE la cattiva volontà politica, la
conseguente scarsità di fondi assegnati all’ECVAM ed un altro difficile
ostacolo: l’impossibilità di soddisfare la richiesta di “validazione”
prevista dal sistema per il riconoscimento dei nuovi metodi (che prima
condizionava la decorrenza dei divieti). Con logica bizzarra, l’ECVAM usa
infatti “validare” un nuovo metodo facendo riferimento, invece che ai dati
disponibili sull’uomo, a quelli che provengono dalle prove su animali,
nonostante il metodo di sperimentazione animale non abbia mai subito alcuna
“validazione”!
In tanti anni oggi trascorsi, ben scarsi sono stati dunque in UE i
riconoscimenti di nuovi metodi, nonostante un finanziamento, nel 2010, di
6.4 miliardi, e nonostante una “Valutazione d’Impatto Estesa” della
Commissione abbia valutato in 50 miliardi di € in 30 anni il risparmio sulla
spesa sanitaria che una corretta valutazione tossicologica comporterebbe.
La recente nuova Direttiva sulla sperimentazione animale dell’8.09.2010
(2010/63), abolendo l’obbligo sancito dall’articolo 7.2 della vecchia legge,
conferma la volontà dell’UE di chiudere a qualsiasi innovazione scientifica.
Ma l’innovazione, partita negli Stati Uniti con l’annuncio dell’NRC
(Consiglio Nazionale delle Ricerche) di una nuova tossicologia che metterà
da parte il modello animale, ha già visto il varo in quello Stato di un
programma quinquennale di tossicologia cellulare. La strategia proposta
dall’NRC per le indagini tanto necessarie sulle sostanze chimiche che
deteriorano la nostra salute e l’ambiente, è quella basata su un sistema di
“test per livelli”. Tale strategia prevede lo studio di materiale e dati
umani, utilizza le molte straordinarie nuove tecnologie (derivate da
genetica, microbiologia, chimica ecc.), e offre risultati di gran lunga più
completi e più affidabili (oltre che più rapidi e più economici) di quelli
ottenuti dai test sugli animali.
Il COMITATO SCIENTIFICO EQUIVITA respinge qualsiasi ulteriore proroga per
l’attuazione del divieto dei test cosmetici, anche tenendo conto della
tutela della dignità e dei diritti degli animali, cui è estremamente
sensibile la grande maggioranza dei cittadini europei.
PREGHIAMO tutti i destinatari di questo appello di inviare un’e-mail a
Barroso e al suo staff (segue modello della lettera, che ognuno può copiare
o riscrivere)
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39.06.3220720, + 39.335.8444949 -
E-mail: equivita@???
Sito web:
www.equivita.org
Indirizzi a cui inviare l’e-mail
johannes.laitenberger@???
jose-manuel.barroso@???
fernando.frutuoso-melo@???
antonio-jose.cabral@???
Clara.Martinez-Alberola@???
laurence.de-richemont@???
henning.klaus@???
Agnieszka.skuratowicz@???
hugo.sobral@???
michelle.sutton@???
olivier.dandoy@???
ines.servulo-correia@???
Testo in inglese da inviare*
Dear Mr Barroso and staff,
We, the citizens of the European Union, have campaigned tirelessly for 30
years to achieve a ban on the use of animals in cosmetics tests. All of this
hard work has culminated in the adoption by the European Commission of a
historic piece of legislation – the 7th amendment to the Cosmetics Directive
(76/768/EEC).
We now call upon you to fulfil this obligation by enforcing a total ban on
all animal tests for cosmetic use by 11 March 2013. We reject any attempt to
postpone this deadline, based on the following points:
1. Animal tests are unreliable and unable to predicit results in man, as
demonstrated by the recent evolution in the scientific thought.
2. Modern scientific methods are already available. As stated by Herman
Koëter (previously Scientific Director of the European Food Safety Authority
- EFSA) in a press release issued at the end of the “VII World Congress on
the Use of Animals and Alternatives” (Rome 2009): “These technologies,
bringing together so much more knowledge of possible adverse effects of
substances on biological systems than we were able to detect and understand
ever before, will make us consider the use of experimental animals for such
purposes as extremely old-fashioned in the foreseeable future”.
3. The use of human data, based on a tiered testing strategy and a
weight-of-evidence approach, greatly outweighs that of animal data.
4. It is unacceptable to cause animal suffering for the sake of human
vanity.
There is no shortage of funding and no shortage of scientific innovation.
The only obstacle to the advancement of scientific knowledge is the lack of
political will.
Yours sincerely,
Vostro nome e cognome
*Traduzione in italiano da non inviare
Egregi Sig. Barroso e staff,
Noi sottoscritti, cittadini dell’Unione Europea, combattiamo
instancabilmente da 30 anni affinché sia proibito l’impiego di animali nei
test cosmetici. Tutto questo duro lavoro è culminato nell’adozione di una
legge storica da parte della Commissione Europea: il 7° emendamento alla
Direttiva Cosmetici (76/768/CEE).
Ora ci appelliamo a Lei perché quest’obbligo sia assolto, applicando il
divieto assoluto di tutti i test su animali per uso cosmetico entro l’11
marzo 2013. Ci opponiamo a qualsiasi ulteriore tentativo di prorogare questa
scadenza sulla base delle seguenti argomentazioni:
1. I test su animali sono inaffidabili e non predittivi per la tutela della
salute umana e dell’ambiente, come dimostrato dalla recente evoluzione del
pensiero scientifico.
2. Sono già disponibili metodi scientifici più affidabili e completi. Come
dice Herman Koëter (già direttore scientifico EFSA) nel comunicato finale
del “VII Congresso sulla sperimentazione animale e i metodi alternativi”
(Roma, 2009): “Le nuove tecnologie sono capaci di raccogliere una quantità
mai raggiunta prima d’informazioni sui possibili effetti avversi recati da
una sostanza ai sistemi biologici. Sono anche in grado di generare una
quantità di conoscenza di gran lunga maggiore di quella che fino ad oggi
abbiamo saputo individuare e capire. Esse ci faranno considerare, in un
futuro assai vicino, l’uso degli animali a fini sperimentali estremamente
obsoleto”
3. I dati umani, usati secondo la strategia dei test per livelli e
l’approccio del “Peso dell’evidenza”, sono ben più predittivi per l’uomo di
quelli ottenuti con i test su animali.
4. E’ inoltre inaccettabile causare sofferenze agli animali in nome della
vanità umana
Non vi è carenza di finanziamenti e di innovazione scientifica. Il solo
ostacolo all’avanzamento delle conoscenze scientifiche è la volontà
politica.
Distinti saluti
Nota: Traduzioni di Nicoletta Nebuloni
(“Traduttori contro la vivisezione”)