[cm-Roma] alcune cose di cui vorrei parlare pubblicamente

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Auteur: rotafixa\@movimentofisso\.it
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À: cm-roma
Sujet: [cm-Roma] alcune cose di cui vorrei parlare pubblicamente
dico subito a questa lista che non intendo più parteciparvi e che aspetterò un po' per disiscrivermi, visto che ora scrivo quanto segue e non sono abituato a tirare il sasso e nascondere la mano. aspetto reazioni e poi me ne vado. se trovo messaggi a cui penso di dover rispondere lo farò, ma poi me ne vado. e vi dico ciao da ora.  a me non piace affatto l'inconsistenza sociale della massa critica locale. se si tratta di fare una sorpresa mensile alla città, dico che la sorpresa è da un pezzo che non lo è. e poi stica della sorpresa, o del momento situazionista.  non rinnego niente di ciò che ho fatto, ma sento, e vi suggerisco di pensarci, il bisogno di ottenere dei risultati concreti in questa città di merda. come riuscirci non lo so esattamente; come non riuscirci lo so abbastanza bene: e so che con la cm possiamo solo fare "la festa", una volta al mese e il "festone" una volta all'anno. a me non basta: ci si è fermati, e anzi si arretra. non esiste una forza di pressione costante sulle (in)coscienze collettive, che poi sono quelle che fanno la città di oggi e che sgommano e aggrediscono, quando non ammazzano. addirittura ora c'è, maledizione all'istinto da sempre suicida della "sinistra", una differenziazione tra ciclofficine. che trovo orribile. oscena. a mio parere imbecille.  copio e incollo un paragrafo, estratto, che ho scritto stasera su ciclistica.it, un blog di milano che ha negli anni ha attratto - e non respinto- gente da altrove, tra cui chi scrive. aggregando persone di bici, e facendo il suo ruolo di diffusore di ciclabilità. (e diventando anche un negozio, etico e responsabile, facendo di un'esigenza sociale anche una fonte sana di reddito, e non profitto) credo che sia la peggiore "recensione" che possa pensare di scrivere su un movimento - questo, cm almeno a roma - che vuole propagandare la bicicletta come mezzo di spostamento. e non avrei mai creduto, "since 2002",  di dover pensare quanto segue.  (fonte: http://www.ciclistica.it/post/2010/11/19/e-ci-prendono-anche-giro#comments) ps: sono contento che pierino faccia le lezioni di meccanica alle ciclofficine. può darsi che le mie sgridate sulla scarsa capacità meccanica dei volontari abbiano avuto un senso. magari anche no. ma è meglio così: meglio essere ciclomeccanici consapevoli prima di osare formar persone. pps: sono disponibile a fare una riunione collettiva per parlare di ciò. credo che non accadrà, ma siate certi che non mi sottrarrei, e che mi piacerebbe che ci fosse un momento di serietà dialogante. ma poi, comunque, non parteciperò più a questa mailing list.    ---------- [...] prendo spunto da qui per fare outing: con la cm non ho più nulla da spartire. lasciando da parte i mantra (noti, nella loro falsità) dell'appuntamento casuale, ritengo che con le persone che ne fanno parte da molto non si riesca a costruire nulla, addirittura fino ad una ciclofficina autonoma. oggi eravamo in una quarantina sotto la pioggia battente per l'antispeculation tour . di ciclofficinari o criticalmassini "veterani" o anche solo abituali ne ho visti al massimo tre. e di ciclofficinari veri solo una persona.giro questa domanda: essendo la cosa organizzata da esperienze di base, antifascisti e determinati a non lasciare tutto il campo al cosiddetto mercato, perché la zoccola dura della cm non c'era?ora: a me non importa granché, tanto la mia strada la faccio comunque e cerco di coinvolgere. so però che molti che parlano di condivisione, nuova società e decrescita felice non praticano niente di quanto sopra. di questo parlavo oggi con un ciemmino romano parecchio capace di capire. ci si trovava d'accordo sull'inconsistenza del "ciemmame" locale: ancorché sbalorditi dalla pochezza di unmovimento che, a conti fatti, non c'é. non funziona. il massimo che tutti abbiamo fatto è stato, al massimo dello splendore, creare l'evento noto come ciemmona. poi basta. e allora va (ri)costruito: perché l'obiettivo è far attecchire cultura della ciclabilità urbana, e ci si lavora con chi è in grado di farlo. a me altro non interessa, e vi posso assicurare che non è solo una mia impressione/volontà.