Autor: Sandra Cangemi Datum: To: intergas Betreff: [Intergas] boycottega e Nestlè
Ciao a tutte/i.
1) Ricordiamo a tutti i gas che il Coordinamento nord sud del mondo ha allestito
da un paio d'anni una versione allargata e molto ben documentata della
Boycottega (un gioco - spesa simulata - che introduce al consumo critico) ed è
disponibile a partecipare a eventuali feste o eventi organizzati dai gas oppure
a incontri specifici su questo tema. Il gioco si può fare sia nella versione "a
scorrimento" (la gente arriva allo stand, compila il foglio-spesa, calcola il
suo punteggio e poi leggendo le etichette nascoste scopre i motivi del punteggio
stesso) oppure come incontro (dopo il gioco si fa una discussione che può
incentrarsi su vari temi, dagli stili di vita più o meno sostenibili all'acqua,
dalle banche alle multinazionali al commercio mondiale...).
Se siete interessati contattatemi (ovviamente è tutto gratuito, ma sono ben
accette offerte libere, visto che ci autofinanziamo completamente...)
2) Come Coordinamento nord sud del mondo pensiamo di scrivere al Provveditorato
agli studi di Milano e agli assessori all'istruzione di Comune, Provincia e
Regione una lettera di protesta sul fatto che a 180mila bambini delle elementari
della Lombardia è stato distribuito un libretto sulla sana alimentazione (ad
aprile, ma noi l'abbiamo scoperto di recente), nell'ambito delle iniziative per
l'Expo, sponsorizzato dalla Nestlè, multinazionale sotto boicottaggio
internazionale da circa vent'anni. Chiediamo a Intergas se è disposto ad
aderira. La bozza della lettera è incollata sotto.
Ciao e grazie
Sandra
Gentili signori,
in un articolo del numero di settembre di Altreconomia leggiamo che la Nestlé,
complice l’Expo, si propone ai bambini delle scuole come “maestra” di educazione
alimentare, e agli studenti di alcune università detta i contenuti delle
ricerche che devono fare e dell’impostazione da dare (con buona pace della
libertà di ricerca). E’ infatti sponsorizzato dalla Nestlé l’opuscolo “Nutrire
il pianeta, energia per la vita”, distribuito dalla società Expo 2015 a 180mila
bambini della scuola primaria, e sempre Nestlé, insieme ad altre multinazionali
quali Unilever, Heineken, Citterio ecc., parteciperà alla formazione e
all’indirizzo delle ricerche degli studenti di Scienza dell’alimentazione
dell’università campus biomedico di Roma.
Come probabilmente sapete, la Nestlé è oggetto da oltre vent’anni di una
campagna di boicottaggio internazionale, e i motivi non mancano. Eccone una
sintesi.
DIRITTI DEI CONSUMATORI
° L’accusa principale rivolta a questa multinazionale è sempre stata quella
della promozione e distribuzione illegale e scorretta del latte in polvere per
neonati, che contravviene (come peraltro diverse altre imprese del settore) il
codice Oms. Questi comportamenti secondo l’Unicef contribuiscono ogni anno alla
morte di un milione e mezzo di neonati nel mondo, per gastroenteriti e
malnutrizione. Nel 2008 l’associazione filippina Preda ha accusato la
multinazionale svizzera di aver fatto pressione – insieme ad altre
multinazionali – sul governo filippino per impedire una revisione restrittiva
sulle regole per il marketing dei sostituti del latte materno (arrivando alle
minacce di ritorsioni commerciali se il governo avesse applicato un’ingiunzione
della Corte Suprema del paese in materia). Nelle Filippine solo il 16% circa
delle madri allatta al seno.
° Nell’ottobre 2005 la Nestlé Italia, insieme a Heinz Plasmon, Plada, Nutricia,
Milupa, Humana e Milte sono state multate dall’antitrust per 9,7 milioni di euro
per aver costituito un “cartello” per tenere in Italia i prezzi del latte per
neonati più alto (tra il doppio e più del quadruplo) degli altri paesi europei.
E non è la prima volta che succede.
° Nel dicembre 2008, vari gruppi ambientalisti canadesi hanno denunciato una
pubblicità della Nestlé, perché conteneva affermazioni false e ingannevoli
sull’impatto ambientale del suo prodotto. La pubblicità affermava che “l’acqua
minerale è il prodotto di consumo più responsabile ambientalmente al mondo”, che
“la maggior parte delle bottiglie d’acqua evitano le discariche e vengono
riciclate” e che la “Nestlé Pure Life è una scelta sana e amica dell’ambiente”.
° Nel 2008 la Federal Trade Commission Usa ha costretto Nestlé a ritirare una
pubblicità ingannevole che sosteneva la capacità di una bevanda per bambini di
rafforzare il loro sistema immunitario.
° Nell’autunno 2009 la multinazionale si è aggiudicata, tramite un accordo con
il governo italiano, una bella fetta della ricerca e della formazione
universitaria del paese, con progetti come “educare i lettori-spettatori
influenzando di conseguenza i consumi”. Si tratta di quattro progetti di ricerca
per un investimento di circa un milione di euro che autorizza l’azienda a usare
ricercatori, attrezzature e forza lavoro della Sapienza e di Romatre di Roma,
della Statale di Milano, della Federico II di Napoli, delle università di
Firenze, Cagliari, Pavia, Catania, Ferrara, Palermo.
DIRITTI DEI LAVORATORI
° La Nestlé è accusata dalla International Trade Unions Confederation di
comportamenti antisindacali in molti paesi del mondo. Continuamente vengono
denunciati abusi e intimidazioni di ogni tipo nei confronti dei lavoratori (le
ultime in Indonesia, Repubblica Dominicana, Russia, Tunisia, Perù e Brasile).
° In Colombia il Sinaltrainal, la federazione dei sindacati del settore
alimentare del paese, la considera responsabile del licenziamento illegale di
molti lavoratori sindacalizzati e dell’omicidio di 10 sindacalisti. Secondo il
giornale colombiano “Rebeliòn”, tra il 1990 e il 2005 la multinazionale è
passata da un ricavo medio annuale di 109.000 dollari per lavoratore a un ricavo
di 427.000 dollari, grazie alla “flessibilizzazione” del lavoro (che comprende
chiusura di impianti, precarizzazione e terziarizzazione). Nel 2006, solo il 3%
dei lavoratori lavorava da almeno 10 anni per la Nestlé.
° Le politiche antisindacali della Nestlé sono particolarmente violente nelle
Filippine. Il 23 settembre 2005 è stato assassinato all’uscita dello
stabilimento Nestlé di Cabuyao, Filippine, Diosdado Fortuna, presidente
dell’Uniòn de Empleados filipinos, che aveva sostituito Meliton Roxas, anch’egli
ucciso in circostanze praticamente identiche nell’88. I sospetti che il mandante
sia la Nestlé sono forti; lo stabilimento di Cabuyao era in agitazione da anni
per ottenere il versamento dei contributi, e l’azienda aveva risposto
moltiplicando le guardie private e intimidendo i lavoratori. Sempre nelle
Filippine, nel 2008 la multinazionale ha continuato ad appoggiare le politiche
antisindacali del governo, basate su arresti indiscriminati fondati su false
accuse, e si è opposta all’invio di una delegazione ufficiale
dell’Organizzazione Internazionale del lavoro incaricata di svolgere indagini
sugli omicidi di sindacalisti e le violazioni dei diritti sindacali nel paese,
sostenendo il rifiuto del governo.
° In Indonesia, nella fabbrica di Panjang, il sindacato lotta dal 2007 per
migliorare il contratto collettivo e aumentare le paghe, mentre la Nestlé
rifiuta anche solo di discutere (sostenendo che l’entità dei salari è un
“segreto commerciale” e non va inclusa nella contrattazione collettiva) e cerca
di intimidire e delegittimare i sindacalisti, cercando al tempo stesso di
imporre un sindacato filopadronale. Tutto questo nonostante il fatto che la
Svizzera, dove ha sede la casa madre della multinazionale, abbia sottoscritto le
linee guida Ocse per le transnazionali che tra le altre cose garantiscono il
diritto dei lavoratori a contrattare collettivamente i salari.
° In India nessun lavoratore è coperto da un contratto collettivo: Nestlé
sostiene che i dipendenti non hanno bisogno di negoziare i salari perché il
management ha svolto uno “studio scientifico” sull’argomento.
° Nell'ottobre del 2009, la multinazionale è stata accusata dal quotidiano
britannico Telegraph di rifornirsi di latte dalla grande azienda agricola (la
Gushango Dairy Estate) della moglie del presidente-dittatore dello Zimbabwe,
colpita da sanzioni internazionali stabilite dalla UE e dagli USA perché
costituita in occasione della riforma agricola del 2002, che ha portato
all'esproprio di quattromila allevatori. La Svizzera non aderisce alle sanzioni,
ma il suo codice di condotta "condanna ogni forma di corruzione" e "sostiene e
rispetta la protezione dei diritti umani internazionali".
° A causa della sua posizione dominante sul mercato del cacao e del caffé,
Nestlé ha grandi responsabilità nella determinazione dei prezzi di queste
materie prime, che in anni recenti (specie per quanto riguarda il caffé) sono
crollati a livelli molto bassi, mai raggiunti dagli anni Sessanta.
° Il 14 luglio 2005 l’International Labor Rights Fund ha depositato presso la
Corte federale di Los Angeles una denuncia contro tre compagnie che importano
cacao, tra cui Nestlé (le altre due sono Cargill e ADM), di traffico di bambini,
torture e lavoro forzato in Costa d’Avorio. La denuncia parte da tre uomini
originari del Mali che da bambini sono stati rapiti, portati nelle piantagioni
della Costa d’Avorio e costretti a lavorare in schiavitù. Il rapporto dell’ILRF
parla di 12mila bambini ridotti in schiavitù nelle piantagioni di cacao della
Costa d’Avorio, 284mila che usano il machete e 153mila che usano pesticidi senza
protezioni. Inoltre, sempre in Costa d’Avorio i profitti del cacao alimentano da
anni la guerra civile.
RISPETTO DELL’AMBIENTE
° Come la Coca Cola, anche la Nestlé fa affari d’oro grazie alla carenza di
acqua potabile nei paesi del Sud del mondo, vendendo a prezzi salati acqua
purificata. La Nestlé ha una posizione dominante anche nel settore acque
minerali. Nel 2007 un gruppo di cittadini di S. Stefano di Quisquina, provincia
di Agrigento, ha protestato contro la “svizzera” rapidità con cui la Regione
Sicilia ha assegnato all’impresa la concessione per lo sfruttamento delle falde
locali fino al 2033, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico della
popolazione.
° Nel 2007, il Wwf ha accusato alcune multinazionali alimentari, tra cui Nestlé,
di vendere caffè prodotto illegalmente in un parco nazionale indonesiano.
° Come tutte le industrie alimentari che producono snack, merendine e prodotti
da forno in genere, la Nestlé usa grandi quantità di olio di palma (in etichetta
indicato di solito con l’espressione generica “grassi vegetali idrogenati”), che
costa poco ma è pessimo dal punto di vista nutrizionale e soprattutto causa la
velocissima scomparsa – legata alla diffusione delle piantagioni - della foresta
pluviale in molti paesi asiatici, latinoamericani e africani, tra i quali
l’Indonesia e il Brasile. E’ una vera e propria catastrofe ambientale, pagata da
tutti/e noi ma in primo luogo dalle popolazioni indigene che in quelle foreste
vivono.
VARIE
° Nel luglio 2008 il presidente della Nestlé, Peter Brabeck, ha rivolto un
appello all’UE perché ammorbidisca le regole sugli OGM per fare fronte alla
crescita dei prezzi delle materie prime agricole, avallando l’idea – confutata
da gran parte degli esperti indipendenti – che la manipolazione genetica possa
aumentare la produttività, mentre i fatti dimostrano che sul lungo periodo
questa in molti casi diminuisce (oltre ad alterare l’equilibrio ecologico
locale) e per di più i piccoli agricoltori che sono caduti nella trappola devono
pagare semi brevettati e grandi quantità di pesticidi, il che li porta in molti
casi al fallimento e all’abbandono forzato delle terre.
° Sempre nel 2008, l’associazione altermondialista svizzera Attac Vaud ha
presentato una denuncia dopo che la tv TSR ha rivelato che tra il 2003 e il 2004
la Nestlé ha infiltrato una “talpa” all’interno dell’associazione, che stava
lavorando a un libro intitolato “Attac contro l’impero Nestlé”
Nei confronti della Nestlé è in corso da oltre vent’anni una campagna mondiale
di boicottaggio che riguarda in particolare Nescafè e Nesquik. Nel gennaio 2007
la Regione Marche ha aderito alla campagna, approvando una mozione in cui
esclude l’azienda dalla partecipazione a qualsiasi gara d’appalto. Negli anni
scorsi alcuni enti locali, come il comune di Roma e la Provincia di Milano,
hanno di fatto rifiutato la sponsorizzazione della multinazionale di eventi
pubblici.
Sulla base di questi e di numerosi altri fatti, su cui abbiamo ampia
documentazione, chiediamo che nelle scuole pubbliche non vengano più fatti
circolare materiali sponsorizzati da multinazionali e in modo particolare dalla
Nestlé.
Cordiali saluti
Coordinamento Nord Sud del Mondo