Virginia Petrellese incontrera' i genovesi venerdi 12.11.10 alle ore 17.30. via san Luca 15/7 terzo piano Genova.
ACERRA
Polveri sottili, inquinanti e valori sforati .il giallo dei dati del termovalorizzatore
Sul sito dell'Arpac mancano all'appello alcuni valori di inquinanti molto pericolosi
riferiti all'inceneritore. A fine aprile ispezione della commissione Ue per l'ambiente
di PATRIZIA CAPUA
Polveri sottili, inquinanti e valori sforati il giallo dei dati del termovalorizzatore Il termovalorizzatore di Acerra
Nd, dati non disponibili, è la sigla che ricorre sul sito ufficiale dell'Arpac nelle rilevazioni quotidiane sull'attività del termovalorizzatore di Acerra. Sigla inquietante se ripetuta troppe volte nel corso di un anno. L'impianto, che sulla carta ha liberato Napoli dall'incubo della spazzatura, funziona? Che cosa esce dal camino? Le tre centraline di Acerra - zona industriale, scuola e San Felice a Cancello - che monitorano i dati, stanno leggendo questi valori, ma la lettura non è soddisfacente.
Carlo Schiattarella, fisico nucleare con il pallino dell'ambiente, ha registrato l'andamento. E ne ha tratto conclusioni per nulla rassicuranti. Qualche esempio: risultano non disponibili 250 dati di inquinanti molto pericolosi per il mese di gennaio, 321 per febbraio e 324 per marzo. A dicembre 2009 i dati non disponibili erano 118, a gennaio 2010 erano 250, a febbraio 321, a marzo 324. "Quali gas mancano all'appello? Tuolene e benzene, gas pericolosissimi, cancerogeni", dice l'esperto, "questa elevata mancanza di dati ci fa preoccupare, non mi risulta che in Campania qualcuno abbia denunciato questo mistero".
Vuoti di rilevazione ma anche sforamenti di valori. In un anno, quante volte ha sforato il termovalorizzatore? Ecco la risposta. La centralina di Acerra zona industriale ha registrato che il Pm 10 (il valore delle polveri sottili) dal 28 marzo al 31 dicembre 2009 ha sforato 112 volte, da marzo 2009 a marzo 2010, 144 volte. Oltre il consentito. "La legge ammette 35 superamenti annui di 50 microgrammi a metrocubo", spiega l'esperto. In più, sempre per il Pm 10 ci sono 51 giorni di Nd (dato non disponibile) e 4 nel 2010. Tutti indizi allarmanti che non collimano con le direttive europee sul ciclo integrato dei rifiuti.
Con questi e altri dati è stato elaborato un dossier-petizione utilizzato dai movimenti che si battono contro il termovalorizzatore per convincere Bruxelles a inviare in Campania la commissione per l'ambiente per una visita ispettiva. L'appuntamento è per il 28 e 29 di questo mese. Il dossier è una sorta di diario di un anno di vita del contestatissimo impianto. "Fin dall'inizio è stato un disastro", racconta l'architetto Virginia Petrellese, "mai notizie certe dall'Osservatorio ambientale, mai un confronto con i cittadini".
L'impianto, gestito dalla Fibe, sarebbe dovuto passare alla A2A di Brescia diventata "Partenope 2" e nel 2012 dovrebbe essere acquistato dalla Regione o preso in carico dal governo stesso. "Sull'inceneritore c'è un pennacchio", continua Petrellese. "È condensa, ci hanno detto. I contadini sono andati a lamentarsi perché trovano il pulviscolo di cenere sulla biancheria stesa. Era stato fatto per bruciare Cdr a norma, sulla carta ne dovrebbe incenerire 700 tonnellate al giorno su 3 linee. In realtà pare che ne funzioni una soltanto, che invece brucia il tal quale, le ecoballe aperte e portate ad Acerra. Davanti al termovalorizzatore ci sono tre isole di ecoballe. E pensare che Bertolaso aveva rassicurato che mai si sarebbe bruciato ad Acerra il contenuto dei cassonetti".
Anche Petrellese ha rilevato gli sforamenti da diossine e di Pm 10. E le ceneri dell'impianto dove vanno? "Forse nella discarica di Chiaiano, quelle inerti, e le tossiche? Forse in Germania, ma chi lo sa? Su troppi punti la trasparenza è zero".
Nonostante l'inceneritore, continua la ricerca delle discariche. "Alla commissione che viene da Bruxelles - spiega Petrellese - consiglieremo di andare a vedere la discarica di Giugliano, un sito di ecoballe che ha dello spaventoso, Ferrandelle a Caserta, un'altra grossa vergogna, e quella in realizzazione a Terzigno, all'interno del Parco del Vesuvio, area protetta". La Regione è sotto accusa. Per aver dato la precedenza, nel ciclo integrato dei rifiuti, all'inceneritore e alle discariche. "La prima cosa da organizzare per la raccolta differenziata - obietta Petrellese - era l'umido che produce percolato. In Campania, però, non esistono isole di compostaggio, l'unica era a Caivano ma l'hanno coperta di ecoballe. Risultato? L'umido lo portiamo a Catania con i treni".
(21 aprile 2010)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/04/21/news/polveri_sottili-3499403/