GEOINGEGNERIA? NO GRAZIE !
Il 29 ottobre scorso le Nazioni Unite hanno adottato una moratoria globale 
per i progetti di geoingegneria. Una volta tanto il principio di precauzione 
ha (temporaneamente?) prevalso.
Ma cosa è la geoingegneria? Qualcuno forse si è già tolto il cappello di 
fronte a una parola tanto altisonante. E' un complesso di progetti, privati 
e pubblici, per influire sul clima del pianeta arrestando il riscaldamento 
atmosferico provocato dalle stesse imprese che lo hanno generato.
Qualche esempio?
Iniettare particelle di solfati nella stratosfera per ostacolare la luce del 
sole, imitando una eruzione vulcanica.
Sbiancare le nuvole perché captino meno radiazioni solari (certo saprete che 
un oggetto nero assorbe più radiazioni di uno bianco e quindi si scalda di 
più).
"Fertilizzare il mare" versandovi migliaia di tonnellate con limatora di 
ferro o urea perché possa assorbire maggior quantità di anidride carbonica 
dall'aria.
Piantare massivamente alberi transgenici con capacità riflettenti delle 
foglie o per trasformarli in carbone o biochar che aumentino la fertilità 
del suolo e aumentino la capacità di assorbimento sempre dell'anidride 
carbonica.
Queste tecnologie, nello stesso pensiero dei proponenti, dovrebbero essere 
usate su scala grandissima, pur senza conoscere l'azione sui delicati 
equilibri del clima, e certamente avrebbero effetti sulla già penalizzata 
biodiversità.
Ma è anche una potenziale arma di guerra (vedi gli avvertimenti -voci 
calmanti nel deserto- del gen. Mini o del prof. Chossudovsky.
E' così un'ammissione del riscaldamento globale da parte di chi su altri 
tavoli lo nega.
Onore alla OnG canadese Etc e in particolare a Silvia Ribeiro che da anni 
conducono una battaglia quasi solitaria e che solo quest'anno hanno potuto 
lanciare una campagna mondiale cui hanno aderito centinaia di organizzazioni 
(vedi il sito 
http://www.nomanipulenlamadretierra.org/).
La moratoria è stata approvata alla recente conferenza di Nagoya sulla 
biodiversità col consenso di 193 governi. Ma come ogni consenso ampio esso 
ha richiesto alcuni compromessi. Fra questi la esclusione (provvisoria, 
forse) dalla definizione di geoingegneria del progetto REDD[1] che sarà l'oggetto 
della battaglia centrale della prossima conferenza di Cancun.
Una decisione importante questa moratoria. Ma come informa Silvia Ribeiro, 
ricercatrice messicana del Gruppo ETC (
www.etcgroup.org), lo stesso giorno 
di approvazione della moratoria gli Stati Uniti hanno reso pubblica una 
proposta ufficiale su forme di regolamentazione e applicazione della 
geoingegneria..
(da un articolo di Silvia Ribeiro)
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[1] REDD : spiegazione alla seconda puntata