Autore: marcantonio lunardi Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] la decadenza di un paese
quando un paese non ha più l'interesse a mantenere la propria storia e
a investire nella cultura è un paese votato alla morte
POMPEI (NAPOLI) - Aveva resistito in parte alle eruzioni dell'ora
silenzioso Vesuvio la Schola Armaturarum Juventis Pompeiani, ma nulla
ha potuto contro l'incuria, la pioggia, la manutenzione carente e,
forse, sbagliata. Alle prime ore del mattino, sotto il peso di un
tetto in cemento armato e le infiltrazioni d'acqua dovute alla
pioggia, la Domus dove si allenavano gli atleti dell'antica Pompei si
è sbriciolata lasciando su via dell'Abbondanza, dove si affaccia, un
cumulo di detriti, uno spezzone di muro e tanti dubbi e polemiche. E
ora chiarezza chiede, con forza, il Capo dello Stato che definisce la
vicenda una vergogna per l'Italia.
Il sindaco di Pompei, Claudio Alessio, accusa: un crollo annunciato. E
aggiunge: "E' colpa di un intero sistema che ha sottovalutato questo
grande patrimonio che sono gli scavi di Pompei. Dopo i rifiuti - dice
ancora - daremo nuovamente un'immagine negativa dell'Italia". E i
turisti? Sia italiani che stranieri hanno notato poco o nulla di
quanto accaduto oggi negli scavi. La direzione ha prontamente disposto
un percorso alternativo e l'area interessata dal crollo è stata resa
inaccessibile, anche alla vista, con dei teli bianchi posti sulle
transenne. Una batosta, per quanti considerano gli scavi di Pompei uno
dei più importanti siti archeologici del mondo. "Sono in giro da
stamattina", ha detto Giovanna, negli scavi da qualche giorno con
carta e matita per disegnare le meraviglie che ospita. "I più
incuriositi sono stati i turisti stranieri, trattenutisi nei pressi
della Schola insieme ai cineoperatori delle emittenti tv per strappare
qualche fotogramma del crollo, forse da mettere sul web, dove già ci
sono foto e qualche breve filmato del disastro, che sta facendo il
giro del mondo. "Non ci siamo accorti del crollo - dicono un gruppo di
ragazzi napoletani all'uscita Porta Marina Superiore degli scavi -
siamo venuti qui per mostrare alla nostra amica asiatica questo
meraviglioso museo all'aperto che è Pompei". Solo qualcuno, commenta
negativamente lo stato in cui si trovano gli scavi mentre, per la
maggior parte, il sito continua a rimanere, nonostante la poca
attenzione che gli viene rivolta, "una delle bellezze più importanti e
interessanti del mondo antico". Di fondamenta indebolite parla l'ex
sovrintendente Giuseppe Proietti e Roberto Cecchi, segretario generale
del Ministero per i Beni Culturali, che chiede "risorse adeguate per
provvedere a quella manutenzione che, ormai da mezzo secolo, non si fa
più". "Da tempo gli scavi soffrono di manutenzione approssimativa, non
puntuale, e praticata con materiali inappropriati e tecniche errate",
tiene a precisare Nino Sorrentino, da 35 anni guida turistica e
rappresentante sindacale della Cisl. Sorrentino punta il dito contro
la gestione della sovrintedenza definendola "peggiorativa rispetto a
quella commissariale di Marcello Fiori". Pur non essendo aperta al
pubblico, secondo Antonio Irlando, presidente dell'Osservatorio
Patrimonio Culturale, è stata solo questione di fortuna se "non c'é
scappato il morto".
A crollare, infatti, è stato un fronte di 12 metri con massi e pietre
di grosso taglio rotolate fino a occupare buona parte del tratto di
via dell'Abbondanza sul quale la Schola si affacciava. L'edificio si
pensa fosse stato costruito negli ultimi anni di vita di Pompei, prima
che l'eruzione del Vesuvio seppellisse di cenere e lapilli la città.
La dimora fungeva da luogo di riunione di un'associazione a stampo
militare, dove con tutta probabilità i giovani pompeiani si allenavano
alla lotta e alle arti gladiatorie. Allo stesso tempo, viste le
caratteristiche architettoniche, la Schola fungeva da deposito per le
armi. E ora? Tutto è sparito mentre si cerca di rimettere insieme i
pezzi della domus e divampano le polemiche.