[Hackmeeting] Sequestrato un server di A/I

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Autor: lobo
Data:  
Para: hackmeeting
Assunto: [Hackmeeting] Sequestrato un server di A/I


e' stato sequestrato un server della rete di Autistici/Inventati, hostato in
Norvegia (mandato internazionale, per motivi ancora ignoti)

qua il comunicato : http://cavallette.autistici.org/2010/11/6961

qua tutti i dettagli per effettuare una donazione: http://nbl.gs/1DK

di seguito il testo

La polizia spara nel mucchio: colpirne cento per educarne uno?


È la logica di chi non sa bene che pesci pigliare. Nel dubbio spara nel
mucchio, capace che prenderai anche il tuo bersaglio. O quella dei
rastrellamenti per cui si buttano all’aria intere strade per cercare magari
qualcosa che non c’è. La polizia (postale) italiana ha la brutta abitudine di
frugare nei dati di centinaia, migliaia di persone anche solo per trovare un
e-mail. È successo di nuovo al server che A/I ha in Norvegia: i dischi sono
stati clonati per intero per una indagine di cui non ci hanno ancora detto
nulla. Anche se non siamo direttamente coinvolti in una eventuale inchiesta
resta il fatto che i dati dei nostri utenti (nella maggior parte dei casi
crittati) sono comunque stati acquisiti da qualcuno che al massimo aveva il
mandato per cercare una specifica cosa.
Ma è la logica del colpirne cento per “educarne” uno: intanto mi prendo tutti
i dati e poi, quando non trovo quello che cercavo, arrivederci e grazie.
Quando queste cose accadono in Cina o in Iran immediatamente si mobilitano
schiere di eroi della riservatezza a tuonare contro il “regime” di turno che
spia i propri cittadini. Nel caso accada sotto il loro naso si distraggono
magari perché stanno pensando ai riti tribali che si svolgono ai piani alti di
questo paese.
Davanti a episodi del genere occorre reagire in fretta e in tanti, sia
imparando a proteggere la riservatezza dei nostri dati, sia protestando contro
la sorveglianza elettronica che avanza, con tentativi più o meno goffi ma
comunque arbitrari e repressivi.

È anche interessante far notare come non ci fosse assolutamente necessità di
realizzare questa operazione: ogni volta che ci sono stati chiesti log o
informazioni, abbiamo sempre risposto; non è colpa nostra se le informazioni
che cercano non le abbiamo o gli sono inutili. Al massimo lo consideriamo un
merito. Come consideriamo un merito che nel giro di 24 ore il Piano R* ci
abbia permesso di rimettere in piedi tutti i servizi abbattuti dal raid: da
ormai 5 anni diciamo a tutti i nostri utenti che il nostro obiettivo è
impedire che ciò che offriamo venga distrutto, mentre abbiamo da tempo capito
e cercato di sensibilizzare tutti sul fatto che gli unici depositari della
riservatezza siete voi, la vostra intelligenza in quello che scrivete e
leggete, la vostra accortezza nel non delegare a nessuno questo aspetto della
vostra vita. I nostri dischi (tranne gli archivi delle liste) erano crittati,
ma con il clone del disco e un po’ di tempo nessun sistema di crittazione è
indecifrabile. Per cui non cullatevi in un falso senso di sicurezza.

Sostenete la battaglia che intraprenderemo come già abbiamo fatto ai tempi del
primo crackdown contro A/I, diffondete quello che vi racconteremo, combattete
contro ogni forma di limitazione della vostra libertà di comunicare.
Al contrario della polizia noi vogliamo educarne cento per colpirne uno, quel
genio che nella polizia postale ha pensato che copiare i dati di 2000 persone
fosse una buona idea per ottenere un pugno di mosche.